Le campagne pubblicitarie ai limiti del porno dell’American Apparel, l’azienda che assume solo commesse belle

LOS ANGELES – Questa volta la catena di negozi di American Apparel ha un po’ esagerato. Per poter lavorare nell’impresa fondata dal canadese Dov Charney infatti, bisogna essere belle e attraenti. in caso contrario, si rischia il licenziamento. Per poter essere assunti occorre  inviare, oltre a un normalissimo curriculum, anche una foto a figura intera che deve rispondere a una lunga serie di requisiti.

La American Appareal, da icona della moda losangelina è stata capace di aprire, a partire dal 2003, circa 280 negozi tra Nordamerica, Asia e Europa (in Italia è a Roma, a Milano e a Firenze). Oggi American Appareal è uno dei marchi più conosciuti dell’industria dell’abbigliamento americana grazie ai suoi capi semplici, colorati, sportivi e alle campagne pubblicitarie con modelle giovanissime in pose ai limiti del porno.

Già l’anno scorso American Apparel era stata criticata per aver in più occasioni licenziato dei dipendenti colpevoli solo di non essere abbastanza attraenti. Ora, a quanto pare, la catena di negozi ha deciso di risolvere il problema alla radice e di assumere solo sulla base delle foto inviate dagli aspiranti dipendenti.

Da qualche mese, infatti, chiunque mandi una domanda di assunzione deve allegare una foto a figura intera, che sarà valutata da una non meglio indicata persona nel quartier generale di American Apparel a Los Angeles, e solo in seguito si procederà a leggere e a valutare il vero e proprio curriculum. Lo stesso procedimento vale in caso di promozione: l’avanzamento di carriera scatta solo dopo l’approvazione della foto.

Insomma, più che una catena di negozi, American Apparel sembra un’agenzia di moda. Tanto è vero che la stessa foto a figura intera non può essere una semplicissima immagine scattata anche in un contesto informale. Occorre seguire delle precise indicazioni: no ai cappelli, le immagini devono essere ben chiare ed, eventualmente, sottolineare gli accessori indossati, i cappotti possono essere indossati a patto che sia inviata anche un’email scattata al coperto e senza indossare giacche e affini.

Come se non bastasse, vigono anche delle rigidissime linee guida da seguire anche dopo essere riusciti a passare questo che, più che una normale assunzione, sembra essere un concorso di bellezza. In una circolare ufficiale, partita da Los Angeles, vengono puntualmente date le regole di abbigliamento da indossare a lavoro. Lo stile dei commessi deve essere: Classico (vintage), chic (tardi Anni ‘80), primi Anni ‘90 (Ralph Lauren), Nautico – di importanti case di moda.

Questi sono i “nuovi standards” del brand e pertanto ci si aspetta che tutti i dipendenti si vestano seguendo dette linee guida, a partire dalle scarpe. Segue poi una lunga lista di calzature rigorosamente vietate sul posto di lavoro (che, vale la pena ricordarlo, è un negozio, non un albergo a cinque stelle né una passerella della settimana della moda di New York) che comprende qualunque tipo di stivali invernali, converse, scarpe da ginnastica e mocassini. Sono invece ammesse scarpe vintage non meglio specificate, con o senza tacco, scarpe da barca o scarpe da ginnastica bianche ma solo se immacolate e pulite.

È possibile reperire online anche delle testimonianze di diretti interessati che hanno lavorato per American Apparel e che chiedevano spiegazioni circa le caratteristiche delle persone da assumere. Ciò che colpisce è il tono con cui la sempre non meglio specificata persona preposta a supervisionare le assunzioni a livello mondiale risponde alle email. Di fronte alla domanda circa l’eventualità di assumere personale di colore, ecco la risposta che uno store manager si è visto dare: “Nessuna delle tipe sciatte che entrano in negozio, non le vogliamo. Non stiamo cercando di vendere i nostri vestiti a quel tipo di persone. Cerca di trovare una di quelle ragazze di colore di classe, tipo quelle che hanno bei capelli, hai presente?”

Questa situazione ha aperto una serie di “guerre” all’interno dei negozi ed anche dell’azienda. L’americano Gawker racconta di dipendenti che hanno sbattuto la porta accusando il fondatore Charney di essere “eticamente pervertito”.

Uno dei punti di forza del marchio restano comunque le sue pubblicità che sono molto sensuali e a volte sfiorano la pornografia. Ecco alcune immagini prese dalle sue campagne pubblicitarie:

 

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