Cani rubati, cucinati o fuori legge: la dura vita dei quadrupedi cinesi

Un mastino tibetano

PECHINO – Cani venduti in Cina per finire in macelleria o al ristorante. Cani pagati anche un milione di sterline, oppure rubati. Come racconta un articolo del Guardian, per un cucciolo di mastino tibetano si possono pagare anche 945.000 sterline, oltre un milione e centomila euro.

In Cina sono un prelibato piatto invernale, che resta nella tradizione gastronomica nonostante l’atteggiamento verso i cani stia diventando un po’ più simile a quello occidentale. Così negli ultimi anni sono aumentati i cinesi che si comprano un cane come animale da compagnia, soprattutto tra i single che vivono in città. L’atteggiamento dei padroni di cani verso i loro animali non è però visto bene.

“La gente spende somme ridicole si dolsi per i propri cani”, ha detto al Guardian la regista Wu Ming, che sta girando proprio un documentario sui proprietari di cani in Cina. “Ma le reazioni dei cinesi ai cani sono scioccate: se si sale su un ascensore con un cane le altre persone iniziano a gridare e quasi cercano di scappare”.

Fino alle Olimpiadi del 2008 i cani sopra i 35 centimetri erano banditi entro il quarto anello di strade attorno a Pechino. Durante il giorno si vedevano solo piccoli pechinesi e barboncini. Labrador, husky e golden retriever uscivano solo di notte, quando c’era in giro meno polizia.

All’inizio del 2012 ci sono state proteste nella città settentrionale di Harbin dopo che una nuova ordinanza municipale aveva vietato le “razze pericolose”, includendo nel novero golden retriever e labrador. Non proprio cani pericolosi… Date queste premesse, pare quasi normale che qualche cagnolino sparisca, rubato e poi rivenduto per finire in tavola.

 

 

Gestione cookie