Cannibalismo, un tabù da eliminare? Secondo una ricerca, mangiare carne umana è naturale

Cannibalismo, un tabù da eliminare? Secondo una ricerca, mangiare carne umana è naturale
Hannibal Lecter, il celebre protagonista di una serie di romanzi dello scrittore Thomas Harris

ROMA – E’ arrivato il momento di eliminare il tabù del cannibalismo? Secondo alcuni psicologi, mangiare carne umana è naturale e all’occorrenza “potremmo essere in grado di adattarci”. I girini di rospo mangiano quelli più piccoli quando le risorse alimentari scarseggiano; gabbiani e pellicani sono tra le specie di uccelli che divorano i cuccioli in mancanza di cibo o per prevenire la diffusione di malattie.

Nelle specie di insetti come la mantide religiosa o il ragno Redback australiano, dopo l’accoppiamento il maschio viene mangiato dalla femmina. Ed è un un fenomeno diffuso anche tra i mammiferi: molte femmine di roditori si nutrono dei loro piccoli quando sono malati, muiono o troppo numerosi per essere sfamati. 

Orsi e leoni uccidono e mangiano le figlie femmine adulte per essere più ricettivi all’accoppiamento mentre gli scimpanzé a volte cannibalizzano gli avversari, di solito neonati, apparentemente per la semplice possibilità di ingurgitare alcune proteine extra.

Per gli umani, tuttavia, il cannibalismo è il tabù definitivo del pensiero umano occidentale. 

In un esperimento ai partecipanti è stato chiesto di considerare il caso ipotetico di un uomo che ha dato il permesso a un suo amico di mangiare delle parti delle suo corpo se morto in circostanze naturali. 

I partecipanti erano stati informati che questa circostanza si era verificata in una cultura che lo permetteva, l’atto era mirato a onorare il defunto e la carne veniva cucinata in modo tale che non vi fosse alcuna possibilità di contrarre malattie.

Nonostante questa attenta descrizione, circa la metà dei partecipanti aveva insistito sul fatto che l’atto era sbagliato. Anche nelle situazioni più difficili, mangiare la carne di un altro essere umano resta inaccettabile.

I sopravvissuti al famoso incidente aereo nelle Ande del 1972 prima di nutrirsi di altri passeggeri già deceduti, stavano ormai morendo di fame. 

Un sopravvissuto, Roberto Canessa, pensava che mangiare i  compagni di viaggio sarebbe stato come “rubare le loro anime” e arrivare al “massimo oltraggio”, nonostante ricordasse che all’indomani dello schianto, come molti altri aveva dichiarato che sarebbe stato contento se per sopravvivere i presenti si fossero nutriti con parti del suo corpo.

Il tragico episodio mostra il motivo per cui gli umani sono l’eccezione alla regola del cannibalismo tra animali. La nostra capacità di rappresentare le personalità dei vivi e dei defunti non ha eguali ma c’è anche da considerare il senso di repulsione e disgusto. 

Il cannibalismo post mortem consensuale provoca ancora disgusto. Anche se potremmo ritenerlo moralmente accettabile, non possiamo mettere a tacere i pensieri riguardanti la persona.

Alcuni filosofi hanno sostenuto che seppellire i morti potrebbe essere uno spreco nel contesto della lotta contro la fame nel mondo ma per fortuna ci sono alternative molto più appetibili che una parte del corpo umana. 

Potremmo mangiare più verdure e meno carne, gli insetti potrebbero soddisfare il fabbisogno proteico e c’è inoltre la prospettiva della carne sintetica. (Fonte: Daily Mail)

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