Molti di voi si staranno già organizzando per il grande cenone di fine anno, magari con gli amici. E uno degli aspetti da considerare è la playlist musicale da preparare, che oltretutto deve essere bella lunga! E allora, eccomi qui a darvi qualche suggerimento per rendere meno stucchevole del solito l’atmosfera del cenone: basta canzoni natalizie! Provate invece a prendere qualche spunto da questa selezione di canzoni rock per Capodanno, anche solo per creare un po’ di varietà… L’inizio del nuovo anno simboleggia l’idea della ripartenza, di un nuovo inizio, una primavera metaforica di nuove speranze e buoni propositi.
In questa chiave potremmo prendere in considerazione tutta una schiera di brani come perfettamente adatti all’atmosfera di Capodanno: The End of the Beginning dei Black Sabbath, Brand New Day di Sting, Just Like Starting Over di John Lennon, Art of Dying di George Harrison, Feeling Good di Nina Simone… a parte, ovviamente, la solita immancabile Celebration dei Kool and the Gang. Ma qui ho cercato di farvi proposte che avessero un’attinenza più stretta con il Capodanno, almeno nel titolo…
L’orda di Capodanno
Una vera e propria orda di artisti, di ogni genere e periodo, ha scritto canzoni sul Capodanno, metaforico o meno. Cominciamo allora a vedere una serie di brani che non sono rientrati nella mia selezione, ma che potrebbero costituire un buono spunto per le vostre playlist. Tra le canzoni che hanno un po’ di Capodanni sulle spalle, citerei senza dubbio Otis Redding, che nel 1967 pubblicava in collaborazione con Carla Thomas New Year’s Resolution (tema molto frequentato questo dei buoni propositi…), ma anche Ella Fitzgerald, che nel 1960 riproponeva la fatidica domanda What Are You Doing New Year’s Eve reinterpretando un brano scritto da Frank Loesser addirittura nel 1947.
E poi ancora Etta James, con la sua Champagne and Wine. Se preferite rimanere almeno un po’ in atmosfera natalizia, gli ABBA con Happy New Year e Charles Brown, con Bringing In a Brand New Year, sono scelte quasi obbligate. Il Capodanno del 1999 rimarrà sempre un momento particolare, legato, come ogni passaggio al nuovo millennio, a profezie di sciagure, fine del mondo e tutti gli annessi e connessi… Così Prince esorcizzò queste superstizioni con la sua 1999, dedicata proprio al passaggio al nuovo millennio. Già una decina di anni prima, nel 1987, i R.E.M. avevano pubblicato It’s the End of the World As We Know It (And I Feel Fine), che magari non era esattamente pensata per un Capodanno, ma si presta bene al gioco. Ed è anche in sintonia, in qualche modo, con gli Steel Panther e la loro Party Like Tomorrow is the End of the World.
C’è poi chi si è concentrato su aspetti particolari dei festeggiamenti di Capodanno, come Rod Stewart nella sua Firework. Alcuni brani, in particolare, si sono avvicinati molto a rientrare nella decina della selezione che segue, quindi ho lasciato loro un posto di riguardo alla fine di questo paragrafo. Nel 2004, i Motion City Soundtrack pubblicano Together We’ll Ring in the New Year, all’interno di Commit This to Memory, un album definito pop punk (ma non chiedetemi cosa voglia dire…). Happier New Year di Chirs Farren è stata invece inserita nel 2014 nell’album di canzoni natalizie Like a Gift from God or Whatever.
Tra dark e glam, i Black Veil Brides hanno pubblicato nel 2013 la loro New Year’s Day, inclusa nell’album Wretched and Divine: The Story of the Wild Ones, un brano che inneggia a un nuovo inizio, in cui gli emarginati risorgeranno dalle ceneri per marciare insieme e riappropriarsi del mondo. E poi ancora, i Great Lake Swimmers con la loro Gonna Make It Through This Year del 2006, i Walkmen con In the New Year del 2008, i Senses Fail con New Year’s Eve del 2010, i NOFX con New Year’s Revolution del 2013.
U2, New Year’s Day
Sarò banale, ma New Year’s Day degli U2 è un grande classico che non poteva assolutamente mancare. Terza traccia dell’album War, pubblicato nel 1983, il brano è in realtà ispirato alle vicende del leader del movimento polacco Solidarnosc, in quegli anni incarcerato dall’autoritario governo polacco. Il primo giorno dell’anno è quindi raccontato dal punto di vista di un prigioniero politico, ma è anche una metafora di rinascita, di un nuovo mondo che comincia simbolicamente con il nuovo anno. Il video ufficiale fu tra i primi ad andare in rotazione su MTV.
The Eagles, Funky New Year
Gli Eagles e il funky… be’, non è esattamente il primo accostamento che viene alla mente… Eppure in questo brano il funky non è solo nel titolo! Pubblicata nel 1978 come B-side del singolo natalizio Please Come Home for Christmas, cover di un brano di Charles Brown, Funky New Year racconta in maniera evocativa dei postumi del giorno dopo aver fatto baldoria a Capodanno. Le bevute, gli eccessi e ora i dolori e la risoluzione di non farlo mai più: mi fanno male anche i capelli, dice verso la fine! Qui la versione registrata live nel 1999 e inclusa nel cofanetto Legacy del 2018.
Tom Waits, New Year’s Eve
Traccia conclusiva dell’album Bad as Me del 2011, New Year’s Eve è una piccola perla nello stile di Tom Waits. Una storia fatta di immagini quotidiane con i fuochi d’artificio sullo sfondo. O erano spari? Alla fine, come spesso accade nei brani di Tom Waits, c’è una partenza senza piani di ritorno, una metafora anch’essa dell’anno nuovo. E poi, la citazione, inserita come fosse la cosa più naturale del mondo, dell’inno di Capodanno Auld Lang Syne… Tra l’altro tutto l’album è eccezionale e vede molte partecipazioni importanti, da Keith Richards a Charlie Musselwhite, da Flea a Les Claypool, per citare solo alcuni nomi.
The Zombies, This Will Be Our Year
Direttamente dal periodo dei figli dei fiori, arriva questa meravigliosa celebrazione delle speranze e dell’ottimismo. This Will Be Our Year è contenuta nell’album Odessey and Oracle del 1968: l’errore di spelling nel titolo, Odessey invece di Odyssey, è dovuto a un errore della tipografia che stampò la copertina, ma venne tenuto così…
The Lawrence Arms, 100 Resolutions
The Lawrence Arms sono una band americana fondata nel 1999 e generalmente associata alla scena punk statunitense di oggi, che comunque ha poco in comune con la musica prodotta nel periodo d’oro del punk, a mio modo di vedere. Nel 2001 pubblicano un EP dal titolo Present Day Memories, in collaborazione con un’altra band della stessa scena musicale, i Chinkees. Ciascuna band ha un lato del vinile a disposizione: quattro brani per i Lawrence Arms e cinque per gli ska-punk Chinkees. La seconda traccia del lato A è 100 Resolutions, un brano appunto sui buoni propositi per l’anno nuovo: bere meno, riuscire a stare in piedi e non farsi scappare la vita e le opportunità da sotto il naso…
Death Cab for Cutie, The New Year
Pubblicata come singolo esattamente venti anni fa, nel 2004, The New Year degli americani Death Cab for Cutie era già contenuta nell’album Transatlanticism della fine del 2003. Ci presenta una visione diversa della vigilia di Capodanno, con un occhio alle masse di persone che vivono il giorno di festa come un giorno lavorativo, o comunque come un giorno qualsiasi, contrapposte alla finzione imposta di festeggiamenti in abiti brillanti e fuochi d’artificio.
Jeff Buckley, New Year’s Prayer
Psichedelica e ipnotica, New Year’s Prayer non è la canzone di Capodanno che molti si aspetterebbero, e neanche la canzone che molti si aspetterebbero da Jeff Buckley. Pubblicata nell’album postumo Sketches for My Sweetheart the Drunk del 1998, la canzone è basata su una poesia di pochi anni prima dello stesso Buckley, che però qui è scarnificata all’essenziale, per celebrare la bellezza dell’essere umano, che non ha bisogno dei buoni propositi per l’anno nuovo per essere migliore, ma piuttosto di scoprire quanto già lo sia ora.
The Breeders, New Year
New Year è la traccia di apertura di Last Splash, secondo album dei Breeders di Kim Deal, pubblicato nel 1993. Una canzone che, in meno di due minuti di potenza pura nel classico stile della band della ex bassista dei Pixies, riesce a dipingere l’atmosfera dell’attesa del cambiamento, della novità.
Foo Fighters, Next Year
Il tipico atteggiamento disilluso dei Foo Fighters si ritrova anche nella loro Next Year, singolo estratto dall’album There is Nothing Left to Lose del 1999. Nonostante il titolo, infatti, non si tratta della solita canzone per l’anno nuovo, festaiola o piena di buoni propositi. È invece un’amara riflessione sugli orrori del mondo, che fa immaginare a Dave Grohl di partire per lo spazio, per ritornare magari l’anno prossimo, poi vediamo… Nel video, i Foo Fighters eseguono Next Year dal vivo nel 2006, dal loro live Skin and Bones.
U.K. Subs, Auld Lang Syne
Auld Lang Syne è un’antica canzone scozzese, che risale al Settecento. Si tratta di una canzone di commiato, ma nel tempo è diventata un vero e proprio inno di Capodanno per tutto il mondo anglosassone e non solo. Moltissimi sono gli artisti che l’hanno reinterpretata e, come abbiamo visto in precedenza, molti sono anche i casi in cui viene citata in canzoni sull’anno nuovo. In ambito rock, c’è la maestosa versione di Jimi Hendrix nel live di Capodanno del 1969, quella dei Fiddler’s Green, paladini tedeschi della musica celtica, quella dei Riff Raff, quella delle Girlschool e quella più blues dei Gov’t Mule.
Più tradizionale invece è l’interpretazione di Paolo Nutini, che da scozzese quale è, nonostante il nome possa ingannare, riprende la forma più antica della melodia. Gli U.K. Subs sono una band punk inglese formata nel 1976 e ancora oggi in attività. La loro versione di Auld Lang Syne, eseguita dal vivo e inclusa originariamente nel live Countdown del 2001, è diventata uno standard di riferimento per molte versioni “cattive” successive. Caratterizzata dall’accelerazione costante del brano, rimane però imbattuta quanto a “spirito punk”!
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