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Canzoni strumentali dedicate alle donne: Allman Brothers Band, Rick Wakeman, Trilok Gurtu…

In occasione della festa della donna, vi propongo un articolo dedicato alle donne. O meglio, un articolo sulle canzoni strumentali dedicate alle donne. Perché di canzoni cantate, esplicitamente dedicate a una donna, vera o fittizia, personaggio storico o protagonista di un romanzo, ce ne sono una miriade. Vengono in mente Layla di Eric Clapton con i suoi Derek and the Dominos, Roxanne dei Police, Lola dei Kinks, See Emily Play dei Pink Floyd. Ma anche Eleanor Rigby a rappresentare le varie canzoni dei Beatles ispirate o dedicate a una donna, Cecilia di Simon & Garfunkel, Gloria di Van Morrison con i suoi Them, Sad Lisa di Cat Stevens, Jane Says dei Jane’s Addiction, Lady Rachel di Kevin Ayers o Jolene di Dolly Parton, raro esempio di canzone dedicata a una donna da una donna.

Anche in Italia gli esempi sarebbero moltissimi: basti citare De André con la sua Giovanna D’Arco o Ivan Graziani con Agnese. E l’elenco potrebbe proseguire all’infinito. Perché in genere, quando una canzone è ispirata o dedicata a una donna, c’è quasi sempre un testo da cantare, una poesia da mettere in musica, delle gesta da raccontare. Quindi la scelta di concentrarmi sulle canzoni strumentali è dettata anche dall’idea che, in assenza di un testo, siamo noi ascoltatori a costruire una storia, a riempire uno spazio lasciato volutamente in bianco per noi. La maggior parte della produzione musicale strumentale, oltretutto, si concentra sulla trasposizione in musica di atmosfere vaghe, spesso collegate a luoghi o idee, ed è solamente il titolo a guidarci in una certa direzione. Le canzoni strumentali dedicate alle donne sono certo più rare rispetto a quelle cantate, ma potrebbe sorprendervi scoprire che ce ne sono comunque tantissime.

Menzioni d’onore

La tradizione delle canzoni strumentali intitolate alle donne ha una lunga storia e abbraccia un po’ tutti i generi. A volte sono persone vicine all’artista o alla band, ma non si tratta sempre di sdolcinate melodie romantiche. Altre volte si tratta di personaggi storici più o meno famosi, o magari di personaggi di fantasia. Un caso più interessante, secondo me, sono le canzoni strumentali dedicate a musiciste. In questo articolo incontreremo un po’ tutti questi casi. Nell’ambito del jazz e della fusion è piuttosto facile trovare canzoni strumentali intitolate a una donna: Charlie Parker ha scritto Billie’s Bounce, ma anche Donna Lee, John Coltrane ha scritto Naima, in seguito reinterpretata da Santana. E poi c’è Eurydice dei Weather Report, e Bill Evans con B Walts (For Ellaine).

Gli Spyro Gyra hanno nel loro repertorio almeno una decina di brani dedicate alle donne, come ad esempio Alexandra, Jennifer’s Lullaby, Funky Tina o Song for Lorraine, dedicata alla madre del sassofonista Jay Beckenstein. Ma anche uscendo dal territorio della fusion incontriamo molti esempi interessanti. Non starò qui a fare un lungo elenco, ma vi indicherò alcuni casi che avrebbero meritato l’inclusione nell’elenco che segue, se non fosse stato per il poco spazio. Innanzitutto la celebre Valentyne Suite dei Colosseum del 1969. Dello stesso anno è Cissy Strut dei Meters: Cissy è il diminutivo di Cecily, ma è anche un termine gergale con cui all’epoca si indicavano i personaggi un po’ effeminati, interpretatela come volete. Nel 1976, in Italia, i Perigeo registrano Fata Morgana all’interno del loro album Non è poi così lontano.

Molto più recente è invece Alice, incisa nel 2014 dal duo di bassisti composto dall’inglese Colin Edwin e dall’italiano Lorenzo Feliciati per il loro album Twinscapes. Un altro notevole esempio, ancora vicino alla fusion, è Lila’s Dance della Mahavishnu Orchestra, inclusa nell’album Visions of the Emerald Beyond del 1975. Per chi non la conoscesse, la Mahavishnu Orchestra, guidata da John McLaughlin alla chitarra, è stata una super band che negli anni Settanta ha contribuito a plasmare quello che all’epoca era chiamato jazz rock, spingendosi spesso molto al di là dei confini delle mappe musicali e sonore del loro tempo. Ma spingiamoci ancora più in là: riuscite a immaginare una band grunge che suona uno strumentale dedicato a una donna? Be’, gli Stone Temple Pilot lo hanno fatto con la loro Daisy, inclusa nel loro terzo album Tiny Music… Songs from the Vatican Gift Shop del 1996.

Tra le canzoni dedicate alle musiciste, un posto di riguardo merita Tracy degli scozzesi Mogwai, dedicata a Tracy Chapman e inclusa nel loro album di esordio Mogway Team del 1997. In pieno stile post rock, il brano è di atmosfera, sognante, di quelli da ascoltare a occhi chiusi per aprire la fantasia a nuovi mondi. Ovviamente questi non sono che alcuni esempi degni di nota in un panorama molto più vasto, e lo stesso vale per la selezione che segue: in fin dei conti, lo scopo di questi articoli è di proporre la scoperta o riscoperta di buona musica!

Allman Brothers Band, In Memory of Elizabeth Reed

Gli Allman Brothers non sono una band tipicamente strumentale, eppure questo non è l’unico grande brano strumentale a cui hanno messo per titolo il nome di una donna: nel 1973 hanno registrato Jessica, un’altra spettacolare canzone strumentale. In Memory of Elizabeth Reed è uno dei brani più famosi degli Allman Brothers Band, pubblicato nel 1970 all’interno di Idlewild South, album che oltretutto contiene anche un altro grande successo della band, Midnight Rider. Il titolo deriva dall’iscrizione su una lapide nel cimitero di Rose Hill a Macon, in Georgia, luogo dove la band passava molto tempo, anche a cercare ispirazione, e dove infatti è spesso ripresa nelle foto per gli album di quel periodo. Si dice anche che in realtà la canzone fosse ispirata a una donna con cui il chitarrista Dickey Betts aveva una relazione segreta, ma nonostante l’alone di mistero sui retroscena del brano, il titolo rimane dedicato alla ormai famosissima Elizabeth Reed, deceduta nel 1935. Il brano presenta diverse parti piuttosto libere, improvvisate. Quindi ogni versione registrata nei vari live è diversa, a volte anche molto diversa. Quella che vi propongo nel video è stata registrata dal vivo nel 1991. Prima della frase conclusiva, possiamo ammirare un assolo a fasi alternate con due batteristi e un percussionista, nella caratteristica formazione degli Allman Brothers.

Focus, Sylvia

Altra memorabile melodia per un brano registrato nel 1972. Sylvia è inclusa nell’album Focus 3 della band olandese. È un brano strumentale, nonostante i brevi interventi di Thijs Van Leer in falsetto, senza testo, con la voce utilizzata come strumento. Lungi dall’apparire come un brano romantico e sentimentale, ha invece un carattere esuberante, quasi epico e gioioso. Nel video, i Focus, nella formazione originale con Jan Akkerman alla chitarra, eseguono Sylvia dal vivo nel programma televisivo britannico The Old Grey Whistle Test nel 1972.

Jeff Beck, Nadia

In questo caso, lo confesso, ho un po’ barato. Nadia in realtà è un brano originariamente pubblicato da Nithin Sawthey, compositore britannico di musica elettronica che mescola elementi di musiche orientali con campionamenti e suoni elettronici, contenuto nel suo album Beyond Skin del 1999. Nella sua versione originale, il brano include una voce che esegue la melodia principale. Ma quando, solo l’anno dopo, Jeff Beck lo trasforma in uno strumentale, pubblicandolo nel suo You Had It Coming del 2000, il risultato è una canzone meravigliosa, che sembra essere nata strumentale. Nel video vi propongo un’esecuzione dal vivo tratta dal dvd Live at Ronnie Scott’s del 2007, con Vinnie Colaiuta alla batteria e Tal Wilkenfeld al basso.

Rick Wakeman, Catherine of Aragon

Rick Wakeman, celebre tastierista degli Yes, ha pubblicato nel 1973 il suo secondo album solista, completamente strumentale: The Six Wives of Henry VIII. L’album è composto da sei brani, ognuno dei quali intitolato a una delle mogli di Enrico VIII, che vengono raccontate in musica, come dei personaggi a cui viene affidato un tema che ne rispecchi i caratteri principali. Fra le sei tracce a disposizione, ho scelto quella di apertura, Catherine of Aragon. L’intenzione di Wakeman era di costruire un album in cui l’elettronica delle tastiere fosse predominante, a dimostrazione di quanti passi avanti fossero stati fatti in questo campo da quando erano state inventate. Per questa ragione vi propongo l’ascolto della traccia originale, piuttosto che il live presentato nel 2009 con arrangiamenti più orchestrali.

Paul Simon, In the Garden of Edie

In the Garden of Edie è un brano di Paul Simon incluso nel suo album Stranger to Stranger del 2016. È uno dei due brani dell’album dedicati a una musicista, Edie Brickell, che è anche sua moglie, ma è l’unico strumentale. L’intero album è caratterizzato anche dall’uso di strumenti aticipi, in grado di suonare microtoni, ovvero note al di fuori della scala a cui siamo abituati. In the Garden of Edie è un brave brano chitarristico, ma ci fa quasi percepire il profumo dei fiori e il cinguettio degli uccellini nell’armoniosa quiete di un giardino ben curato.

Paul Weller, Song for Alice

Altra canzone strumentale dedicata a una grande musicista, in questo caso ad Alice Coltrane, moglie di John Coltrane, ma soprattutto jazzista importantissima della scena musicale, pianista e, caso rarissimo, arpista jazz. Alice Coltrane ha creato musica dagli anni Sessanta agli anni Duemila, producendo album che sono stati di ispirazione per molti musicisti di ogni ambito e genere musicale. In questo tributo, pubblicato da Paul Weller nel suo album 22 Dreams del 2008, troviamo anche Robert Wyatt al piano e alla tromba. È un brano di 3 minuti e mezzo, ma è un piccolo gioiello in cui sono racchiuse diverse atmosfere e storie.

Marcus Miller, Nikki’s Groove

Nikki’s Groove è una canzone scritta da Marcus Miller per la figlia e pubblicata nell’album del 2001 , vincitore di diversi premi e riconoscimenti internazionali. Non si tratta del solito brano fusion romantico e di atmosfera, ma di un tema allegro e saltellante, sul quale Marcus Miller ci mostra alcune delle sue inarrivabili qualità al basso. Nel video, un’esecuzione dal vivo nel 2011.

Trilok Gurtu, Lisa

Trilok Gurtu è uno dei musicisti più sensazionali che abbiano calpestato questa terra nella nostra era. Percussionista indiano, ha collaborato con musicisti straordinari di ogni nazione, cultura e genere musicale. Nel 2000 ha pubblicato l’album African Fantasy, in cui l’intenzione esplicita era di coniugare la musica indiana con quella africana. Un album, quindi, che potremmo definire fusion come world music o forse ancora in altri cento modi. L’ottava traccia è Lisa, un brano strumentale con nome di donna, anche se permane un’aura di mistero sull’identità della donna. Ma d’altra parte a noi interessa la musica.

Animals as Leaders, Soraya

Band progressive metal capitanata da Tosin Abasi, gli Animals as Leaders producono musica esclusivamente strumentale. Nel loro album di esordio eponimo del 2009 troviamo Soraya, seconda traccia dell’album, caratterizzata, come al solito, dal suono della chitarra a otto corde di Abasi. Non ci sono indicazioni su chi sia la Soraya del titolo, quindi siamo autorizzati a crearci la nostra storia: è una principessa siriana? È una figura importante per qualcuno nella band? È un personaggio storico o una creazione di fantasia? Ascoltate il brano e costruitevi la vostra personale Soraya.

David Stewart & Candy Dulfer, Lili Was Here

Scritta dal chitarrista degli Eurythmics David Stewart esplicitamente come un duetto tra la sua chitarra acustica e il sax dell’olandese Candy Dulfer, Lili Was Here è stata pubblicata come singolo nel 1989, estratto dalla colonna sonora del film olandese Lily dello stesso anno. Il brano ebbe molto successo e fu poi incluso nell’album di esordio di Candy Dulfer Saxuality del 1990.

 

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Published by
Roberto Cruciani