Agcom ha recentemente reso disponibili i numeri relativi al mercato italiano degli operatori telefonici nel segmento mobile e ancora una volta viene confermato un quadro dinamico, che sta cambiando velocemente, anche se non sembrerebbe guardando ai dati dei leader.
Ad emergere è una netta contrapposizione che vede da un lato operatori storici contendersi la vetta della classifica, ma dietro di loro si muove molto velocemente l’ultima arrivata, Iliad, capace di raggiungere una quota considerevole e di condizionare le tariffe dell’intero mercato.
WindTre e Tim sono le due compagnie che comandano la classifica degli operatori telefonici più utilizzati in Italia , nonostante una piccola riduzione delle rispettive percentuali, mantenendo il 26% e il 25% della quota totale di mercato. Al terzo posto si posiziona invece Vodafone, capace di raggiungere una quota pari al 22,7% del totale, in calo dello 0,7%.
Se da un lato le compagnie storiche perdono lievemente, dall’altro, Iliad, la compagnia che opera sul territorio italiano dal 2018, è stata in grado di conquistare rilevanza sul mercato (11,6%) e di raggiungere un livello di crescita pari al 1,6% annuo.
Quello della telefonia mobile è un settore estremamente vario e accanto alle compagnie tradizionali si trovano ad operare una serie di operatori virtuali capaci di ottenere nel tempo sempre più importanza, e di registrare nei tre mesi appena conclusi un’incremento dell’1,5%.
La quota complessiva degli operatori virtuali è arrivata ad essere vicina al 9% del totale. Tra queste, la più importante è PosteMobile, il servizio di telefonia mobile e fissa italiano fornito da Postepay, società appartenente al gruppo Poste Italiane.
Il mercato degli operatori mobili resta ancora abbastanza marginale, con una quota tutto sommato contenuta: le ragioni sono da cercare nella natura del mondo degli operatori telefonici mobili in Italia, profondamente diversa rispetto a molti altri paesi del mondo.
Da noi il prezzo medio dei contratti è estremamente basso, questo offre agli operatori virtuali un margine di manovra inferiore, rendendo di fatto meno appetibile la loro proposta. A questo si aggiunge anche il fatto che molti degli
operatori virtuali possono contare su un'esperienza d’uso complessivamente inferiore rispetto a quella dei soggetti tradizionali.
In particolare, molti non sono in grado di fornire servizi avanzati come il 5G, offrendo una velocità di navigazione inferiore rispetto a quella dei concorrenti più strutturati.
Probabilmente, il tema del prezzo medio dei piani tariffari italiani meriterebbe un approfondimento, perché se da un lato una spesa molto bassa avvantaggia gli utenti, dall’altro rende molto difficile per gli operatori fare investimenti strutturali importanti, oppure offrire servizi avanzati.
Alla fine, il prezzo molto basso si traduce in servizi peggiori rispetto a quelli che possono utilizzare gli altri cittadini europei nei loro paesi, per cui quello che appare un vantaggio effimero, il prezzo basso, si traduce in un danno arrecato all’utente stesso.
Siamo al 53º posto nel mondo per la velocità media delle nostre reti mobili, abbiamo una delle peggiori diffusioni reali del 5G nei paesi avanzati: circolano dati secondo cui il 5G sarebbe arrivato al 94% della popolazione italiana, ma sono frutto di elaborazioni poco trasparenti.
Per fare un esempio: la città di Bergamo viene indicata come servita dalla rete 5G di TIM, che in realtà, stando alle verifiche fatte sul campo, avrebbe oggi una sola torre operativa con lo standard avanzato in città. Di fatto, oggi la città viene indicata come coperta dal servizio 5G, ma in realtà solo una porzione estremamente piccola può godere del servizio.
Esiste poi il tema, che non è secondario, di quale standard 5G sia presente nelle città: quasi ovunque, anche se il cellulare riporta la scritta 5G accanto al nome dell’operatore, basta fare un test della velocità per ottenere risultati inferiori a quelli delle migliori reti 4G+.
Sono ben 107 i milioni di connessioni effettuate dagli utenti tramite gli operatori mobili nel trimestre recentemente concluso. A rendere possibile questo traguardo ha influito fortemente l’aumento del + 4,8% delle vendite di sim M2M che hanno toccato le 28,8 milioni di unità. Crescono anche le vendite delle sim human (+0,6%),che raggiungono le 78,1 milioni di unità.
Parlando infine di consumo medio di dati, si registra una crescita del 27,8% su base annua, che corrisponde a circa 0,57 GB per sim. Non deve sorprendere che il numero delle Sim sia superiore a quello degli abitanti, perché i dati più recenti pubblicati da Statista ci dicono che mediamente del mondo ogni utente ha 3,6 numeri di telefono.
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