Il colonialismo filantropico di Bloomberg: può diventare una minaccia alla salute e alla scienza mondiale?

L’ex sindaco della città di New York Michael Bloomberg è in grossi guai oltremare (e potenzialmente anche nel suo paese) con i membri del governo delle Filippine che accusano l’ente benefico di Bloomberg di aver finanziato illegalmente le agenzie regolatorie del paese al fine di implementare le loro policy anti-tabacco. Mentre l’opinione pubblica potrà rimanere sconcertata da questa dichiarazione, coloro che sono familiari con il nome di Bloomberg saranno meno sorpresi data la sua tendenza a far leva sulla propria generosità filantropica come strumento per influenzare le politiche dei governi, dal sovvenzionare gli sforzi sul controllo del tabacco al finanziamento privato di uffici delle procure generali negli Stati Uniti.

Come in molti altri paesi, il dibattito sul “vaping” è diventato sempre più controverso, anche nelle Filippine, dove il governo sta valutando proposte che spaziano dalla restrittiva regolamentazione alla completa proibizione di questi prodotti nel giro dei prossimi anni. Lo scorso mese, mentre la Food and Drug Administration delle Filippine lavorava per sviluppare delle linee guida generali sulla regolamentazione dei prodotti del tabacco non combustibili, è emersa una nuova controversia.

Durante una consultazione virtuale in materia, aperta al pubblico, dei funzionari dell’agenzia hanno rivelato di aver ricevuto denaro da Bloomberg Initiative e The Union (enti benefici finanziati da Bloomberg per il loro impegno nel controllo del tabacco. Apparentemente la FDA veniva finanziata in cambio del consenso dei funzionari per l’implementazione delle strategie di controllo sul tabacco, fortemente caldeggiate da Bloomberg. Data l’opposizione aggressivo-moralistica che questi enti hanno dimostrato verso l’uso del tabacco, la discussione porta a dubbi relativi alla capacità dell’agenzia di sviluppare oggettivamente regolamenti per i nuovi prodotti a basso rischio, come le sigarette elettroniche.

In accordo con la risoluzione depositata lo scorso mese dal vicepresidente del Senato Deogracias Victor Savellano e dall’onorevole della Camera dei Rappresentanti Estrellita Suansing, i funzionari della FDA hanno inizialmente negato di ricevere finanziamenti da questi enti benefici. Ma, una volta posti davanti all’evidenza, hanno ammesso di ricevere finanziamenti da parte di enti di beneficenza stranieri per supportare “l’implementazione del Programma Nazionale di Controllo del Tabacco sotto la giurisdizione della Food and Drug Administration.”

Gli osservatori internazionali hanno espresso preoccupazioni su come queste donazioni possano avere influenze corruttive sugli enti governativi stranieri, spingendoli in una non necessaria disputa contro i prodotti non combustibili del tabacco. In parte questo può essere spiegato perché, nonostante le evidenze secondo cui le sigarette elettroniche siano relativamente sicure, almeno il 95% più sicure delle sigarette tradizionali, e altamente efficaci per l’abbandono del tabagismo, la FDA delle Filippine ha favorito un approccio proibizionista ai prodotti del tabacco non combustibili.

Il fatto che un’agenzia governativa per la salute possa aver accettato denaro per implementare “policy predefinite” dettate da entità politiche straniere ha causato legittima indignazione e stimolato richieste perché la FDA delle Filippine restituisca il denaro e perché venga effettuata un’investigazione verso l’agenzia e l’ente benefico. Si prospetta anche la possibilità che questa ONG abbia violato la legge degli Stati Uniti che disciplina i fondi di beneficenza, poiché indirizzati verso funzionari governativi stranieri.

I membri del governo delle Filippine hanno richiesto alla FDA la restituzione dei finanziamenti e la fine di ogni interazione con gli enti benefici stranieri fino a che l’House Committee on Good Government and Public Accountability non avrà concluso la propria investigazione. Un’investigazione di questo tipo potrebbe senza dubbio portare alla luce un maggior numero di irregolarità commesse da questi enti benefici nel paese. Ma lo sforzo di Bloomberg nel manipolare il governo verso norme restrittive per i prodotti a basso rischio del tabacco è tuttaltro che limitato alle Filippine.

Per anni, Bloomberg ha dedicato considerevoli somme di finanziamenti per creare una rete di associazioni no-profit finanziariamente collegate ad università e attivisti, coordinando il loro sforzo internazionale per fomentare panico riguardo le sigarette elettroniche e pressare i governi affinché adottassero regole quanto più vicine alla proibizione di questi prodotti. In modo ancora più insidioso, Bloomberg ha attirato rispettabili istituzioni nella sua cerchia, facilitando il dilagare della disinformazione e della paura riguardo i prodotti del tabacco non combustibili. Prima fra tutte, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che ha ricevuto più di un miliardo di dollari per “Iniziativa Bloomberg per la riduzione del tabagismo” e almeno 2,5 miliardi di dollari per combattere altre malattie non trasmissibili.

Non sorprende che l’OMS, oltre a rendere Bloomberg il proprio ambasciatore ufficiale per la lotta alle malattie non trasmissibili, abbia ostinatamente rifiutato di prendere atto della montagna di prove secondo cui i prodotti del tabacco non combustibili possano salvare la vita dei fumatori. Al contrario, l’OMS ha promosso delle palesi menzogne e provato a fare pressione sui governi del mondo per bandire i prodotti del tabacco a basso rischio, pur non conducendo politiche simili per le sigarette tradizionali.

In accordo con l’agenda di Bloomberg, questi gruppi hanno indirizzato un significativo sforzo delle proprie energie verso i paesi  a medio e basso reddito. Utilizzando il loro denaro, la loro influenza e i loro collegamenti hanno imposto la propria visione e volontà in questi paesi, senza prendere in considerazione alcun input da parte delle popolazioni locali e con il minimo, o del tutto assente, riguardo per le loro specifiche circostanze, bisogni e valori. Nel mezzo di un’ondata di interesse verso la “decolonizzazione” della salute pubblica, questa sorta di interferenza paternalistica, anche se in buona fede, merita un’analisi più approfondita.

Per esempio, nel periodo successivo alla Rivoluzione di velluto avvenuta in Armenia nel 2018, il nuovo governo ha tentato di migliorare la salute della popolazione e identificato quest’ultima con la presenza di un elevato tasso di fumatori. In un recente documentario, il nuovo ministro della salute, Arsen Torosyan, ha evidenziato come gran parte del supporto al controllo del fumo nel paese provenisse dall’OMS, aggiungendo che, sempre l’OMS aveva “di recente accettato una sovvenzione da parte della Bloomberg Foundation…e altri”.

Le organizzazioni menzionate da Torosyan sono, ovviamente, organizzazioni anti-tabacco finanziate da Bloomberg. Ora le policy del governo armeno sui prodotti a vapore contenenti nicotina si stanno allineando con l’agenda di Bloomberg. In un paese dove più della metà degli uomini continua a fumare e dove l’accesso ai servizi e aiuti per la disassuefazione dal fumo sono limitati, scoraggiare la popolazione adulta all’uso di prodotti che potrebbero ridurre il rischio almeno del 95% è scandalosamente oltraggioso.

In Vietnam, le attività filantropiche di Bloomberg hanno contribuito con almeno 3.2 milioni di dollari alla “capacità di controllo del tabacco” del paese tra il 2007 e il 2014. Secondo le stesse dichiarazioni degli enti filantropici di Bloomberg, essi hanno in atto una “profonda collaborazione con il governo e le organizzazioni locali” includendo il Ministero della salute. Quali sono stati i risultati di questa collaborazione? Mentre il 45%degli uomini del paese continua a fumare, il Ministro della salute ha annunciato un piano per proibire completamente la compravendita, la produzione e l’importazione di sigarette elettroniche, nonostante le evidenze dimostrino come queste ultime siano tra i mezzi più efficaci per la cessazione del tabagismo— il doppio più efficaci delle tradizionali terapie di sostituzione della nicotina.

Questi sono solo pochi esempi di una più vasta e intricata campagna mondiale. La strategia di Bloomberg si sta dimostrando efficace soprattutto in quei paesi a basso reddito con alti livelli di popolazione fumatrice– quelli che maggiormente potrebbero beneficiare dell’accesso ad alternative di fumo a basso rischio. Tutto ciò è tragico per i milioni di uomini e donne che vivono in questi paesi e che continueranno a fumare e a morire a causa dei loro governi, piegati al volere di un’agenda guidata dai filantropi stranieri e privati del loro diritto di compiere delle scelte sane e informate. Ma sono molteplici le profonde implicazioni di questa faccenda, oltre il problema del tabacco. 

Nel mezzo della pandemia del Covid-19, per la quale la comunità internazionale della salute si è dimostrata tristemente impreparata, è più chiara che mai la necessità che le politiche in materia sanitaria siano basate su evidenze piuttosto che sulla politica. Il fatto che un individuo come Bloomberg possa cooptare governi, organizzazioni della sanità e istituzioni nel supportare la sua agenda contro le evidenze scientifiche dovrebbe allarmare tutti, a prescindere dal paese dove si vive.

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