L’obesità è una condizione estremamente complessa, influenzata da una combinazione di fattori genetici, ambientali e psicologici. Questa patologia non riguarda solo l’aspetto estetico, ma rappresenta un grave rischio per la salute, aumentando le probabilità di sviluppare malattie croniche come il diabete di tipo 2, le malattie cardiovascolari, l’ipertensione, alcune malattie del fegato e vari tipi di tumori. A livello globale, l’obesità è diventata una vera e propria emergenza sanitaria. In Europa, il 59% degli adulti soffre di sovrappeso o obesità, e quasi un bambino su tre (29% dei maschi e 27% delle femmine) è colpito da questa condizione. Si prevede che queste percentuali aumenteranno nei prossimi anni. Secondo il World Obesity Atlas 2023, tra il 2020 e il 2035 ci sarà un incremento significativo dei giovani che vivono con l’obesità, con un aumento del 61% tra i ragazzi e del 75% tra le ragazze.
Recentemente, una delle innovazioni più interessanti nella lotta contro l’obesità è rappresentata dal farmaco di nuova generazione chiamato Mounjaro, a base di Tirzepatide. Questo farmaco, prodotto dall’azienda Eli Lilly, è oggetto di uno studio quinquennale in collaborazione con l’Università di Manchester. La ricerca ha l’obiettivo di stabilire l’efficacia a lungo termine del Mounjaro nel trattamento dell’obesità, valutando il suo impatto sul diabete, sulle complicazioni legate al peso e persino sulla qualità della vita delle persone. Questo farmaco potrebbe diventare un’importante alternativa ai trattamenti attualmente utilizzati come Wegovy e Ozempic, entrambi basati sul principio attivo semaglutide, ma che sono spesso scarsi a causa della crescente domanda.
Il Mounjaro si distingue per il suo meccanismo d’azione innovativo. Il principio attivo Tirzepatide agisce su due diversi recettori ormonali che regolano l’appetito, aumentando la secrezione di insulina e riducendo l’assunzione di cibo. Questo aiuta le persone a sentirsi sazie per un periodo più lungo, riducendo la voglia di cibo e, di conseguenza, favorendo la perdita di peso. Studi clinici hanno dimostrato che il Mounjaro può portare a una riduzione del peso corporeo fino al 26% in un periodo di circa 18 mesi. Il farmaco viene somministrato una volta a settimana tramite un’iniezione sottocutanea e ha mostrato di avere effetti benefici anche sul tessuto adiposo.
Come tutti i farmaci, anche il Mounjaro presenta alcuni effetti collaterali. Tra i più comuni vi sono nausea, diarrea, vomito e stitichezza, che tendono a scomparire con il tempo. Tuttavia, sono stati segnalati anche casi di caduta dei capelli e l’agenzia britannica MHRA ha avvertito che il farmaco potrebbe influenzare l’efficacia della pillola anticoncezionale nelle donne obese o in sovrappeso. Inoltre, si sta indagando una possibile correlazione tra l’uso del Tirzepatide e un aumento del rischio di sviluppare il cancro, anche se i dati non sono ancora conclusivi.
In Italia, Tirzepatide è stato recentemente introdotto come trattamento per l’obesità e per il diabete di tipo 2 non controllato. Disponibile sotto la classificazione CNN, il farmaco è indicato per persone con obesità o sovrappeso e almeno una comorbidità. In un paese dove si stima che oltre 25 milioni di persone soffrano di sovrappeso (6 milioni con obesità) e 4 milioni abbiano il diabete di tipo 2, il Mounjaro rappresenta una possibile svolta terapeutica. La sua efficacia, insieme a farmaci simili, potrebbe contribuire a ridurre l’impatto dell’obesità sulla salute pubblica e aprire nuove prospettive nella lotta contro questa malattia sempre più diffusa.
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