Corea del Sud. Nella prestigiosa università Kaist il troppo studio porta al suicidio

L'Università Kaist

DAEJEON, COREA DEL SUD – E’ stato un semestre triste e macabro alla più prestigiosa università della Corea del Sud, la Korea Advanced Institute of Science and Technology (Kaist), con gli esami finali che cominciano lunedi mentre studenti, docenti e genitori sono ancora trumatizzati dal recente suicidio di quattro studenti ed un professore.

La pressione accademica all’università è feroce, e da quando si sono verificati i suicidi gli psicologi dell’ateneo hanno aumentato il numero dei loro pazienti. Il presidente dell’università si è affrettato ad annullare una controversa pratica intesa ad umiliare molti studenti con voti giudicati insoddisfacenti aumentando le loro tasse di frequenza.

Dopo i recenti suicidi, il 7 aprile, il consiglio studentesco della Kaist ha pubblicato un’accorata dichiarazione in cui affermano che ”una rossa folata di vento”  ha soffiato sul campus.  Prosegue la dichiarazione: ”Giorno dopo giorno siamo costretti in una competizione ci stringe alla gola e ci soffoca. Non abbiamo neanche potuto dedicare mezz’ora per onorare i nostri compagni e il professore che si sono tolti la vita per i troppi compiti che dovevamo finire. Siamo ridotti al punto che non possiamo più neanche ridere”.

Il giovani sudcoreani sono cronicamente infelici. Una recente indagine ha accertato – per il terzo anno consecutivo – che sono i più infelici soggetti tra i Paesi dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE). Secondo i dati del ministero dell’Istruzione, l’anno scorso si sono suicidati 146 studenti, inclusi 53 di scuola media e 3 delle elementari.

La Kaist accoglie solo i migliori congedati, non più di mille ogni anno, da speciali scuole orientate soprattutto verso le discipline scientifiche. Per essere ammessi occorre superare una intervista personale, poi conta la qualità dei voti scolastici e raccomandazioni dai presidi delle scuole di provenienza.
Una volta ammessi alla Kaist, per alcuni studenti la pressione può diventare insopportabile, specialmente per coloro che, abituati ad eccellere a scuola, si trovano nell’ateneo di fronte ad una concorrenza molto più dura.

”Sono sempre stati il numero uno a scuola, ma una volta entrati a Kaist finiscono per diventare il numero 40, o 400, e capiscono che non possono farcela a risalire la china”, rileva Oh Kyung-ja, un docente di psicologia clinica all’Università Yonsei, che aggiunge: ”La concorrenza può essere crudele e provocare gravi stati di ansia”.

Nel suo insieme la Corea del Sud è al primo posto per numero di suicidi nei Paesi dell’ OCSE, ed è sempre nelle prime posizioni nei Paesi sviluppati. A Seul le stazioni della metropolitana hanno barriere per impedire alla gente di gettarsi sui binari mentre arriva un treno, e otto ponti nella capitale hanno installato videocamere anti-suicidi.

Nel Paese il suicidio di cantanti, modelle, attori famosi, atleti, ereditiere milionarie ed altri personaggi preminente è ormai diventato quasi una routine. L’ex-presidente Roh Moo-hyun nel 2009 si è gettato da una scogliera dopo aver perso la faccia con i suoi connazionali.

Gestione cookie