Il termine “wangiri” deriva dal giapponese e significa “squillo e giù“, una truffa nota anche come “truffa della chiamata senza risposta“. In questa frode, i malintenzionati effettuano uno squillo al quale è impossibile rispondere, e se il destinatario richiama, viene automaticamente reindirizzato verso un numero a pagamento, addebitando uno o due euro in pochi secondi. Recentemente, si è evoluta in una forma più sofisticata nota come “wangiri 2.0”.
La versione aggiornata del wangiri è ancora più insidiosa. I cyber criminali utilizzano bot Internet per inserire numeri internazionali a tariffa maggiorata nei moduli di contatto sui siti aziendali. Quando i dipendenti richiamano questi numeri, si trovano a dover pagare costi elevati. Inoltre, i truffatori hanno perfezionato un metodo per mantenere la chiamata aperta il più a lungo possibile, facendo lievitare la somma addebitata. La vittima, credendo di essere in attesa, in realtà è già connessa e sta perdendo credito. Il wangiri è solo una delle numerose truffe telefoniche. Altre frodi sfruttano l’ingenuità o la curiosità delle persone, convincendole a acquistare servizi o a pagare per risolvere problemi inesistenti. È fondamentale rimanere vigili e diffidare di chiamate sospette o numeri sconosciuti.
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