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Cuore artificiale permanente, primi impianti nel 2025, potranno sostituire il trapianto d’organo

Nel 2025 prenderanno il via i primi impianti sperimentali di cuori artificiali permanenti, una rivoluzionaria soluzione tecnologica sviluppata dall’azienda francese Carmat, già nota per aver introdotto il primo cuore artificiale totale approvato in Europa. Questo dispositivo innovativo, destinato a pazienti con insufficienza cardiaca grave, potrebbe rappresentare un’alternativa concreta al trapianto di cuore biologico, riducendo le lunghe attese per gli organi donati.

Cuore artificiale, una risposta alla scarsità di organi

L’insufficienza cardiaca è una patologia globale in crescita, che interessa circa 64 milioni di persone nel mondo e presenta un tasso di mortalità compreso tra il 50% e il 75% a cinque anni dalla diagnosi. In Italia, questa condizione causa ogni anno 200mila ricoveri. Tuttavia, i trapianti di cuore disponibili a livello globale, circa 6mila ogni anno, soddisfano solo il 10% del fabbisogno reale.

Nel 2023, in Italia, sono stati effettuati 370 trapianti di cuore, a fronte di 668 pazienti in lista d’attesa, con tempi medi di oltre tre anni e mezzo. Questo gap ha reso necessario sviluppare soluzioni alternative, come i cuori artificiali, che rappresentano una promessa concreta per coloro che non possono accedere immediatamente a un trapianto.

Cuore artificiale, una risposta alla scarsità di organi (blitzquotidiano.it)

Il cuore artificiale

Il cuore artificiale totale Carmat è attualmente utilizzato come “ponte verso il trapianto”. Dal primo impianto realizzato nel 2013 dal professor Alain Carpentier, è stato impiantato in 84 pazienti in Europa e in tre negli Stati Uniti. In Italia, quattro persone hanno beneficiato di questo dispositivo dal 2021, presso ospedali di eccellenza come il Monaldi di Napoli, il Niguarda di Milano e il San Camillo di Roma.

Questo dispositivo hi-tech sostituisce il cuore biologico in caso di insufficienza cardiaca terminale, stabilizzando il paziente e migliorandone la qualità della vita. Il cuore è collegato a un sistema esterno portatile che fornisce energia attraverso batterie ricaricabili e monitora il funzionamento del dispositivo.

Una tecnologia dal futuro:

Grazie a progressi significativi nella ricerca tecnologica, l’obiettivo è ora realizzare cuori artificiali permanenti. Il dispositivo Carmat verrà presto aggiornato con una nuova scheda elettronica sviluppata utilizzando tecnologia derivata dai missili e dai satelliti. Questo componente, miniaturizzato e progettato per durare a lungo senza deteriorarsi, sarà disponibile entro l’estate 2024.

Secondo Stephane Piat, amministratore delegato di Carmat, questa innovazione rappresenterà un passo decisivo verso un dispositivo che non solo funzioni come soluzione temporanea, ma possa sostituire il cuore biologico in modo permanente.

Il cuore artificiale Carmat è prodotto nello stabilimento di Bois d’Arcy, nei pressi di Parigi. Qui, in un ambiente completamente sterile, circa 80 professionisti tra tecnici e ingegneri lavorano per assemblare ogni dispositivo in circa due mesi. Con una capacità produttiva stimata di 500 cuori all’anno a partire dal 2024, Carmat punta a rispondere a una domanda crescente di dispositivi per il trattamento dell’insufficienza cardiaca.

Il costo attuale di un cuore artificiale è di circa 200mila euro, ma l’azienda sta lavorando per ottimizzare i processi produttivi e ridurre i costi, rendendo questa tecnologia accessibile a un numero sempre maggiore di pazienti.

Benefici clinici e risparmi per la sanità

L’utilizzo del cuore artificiale come ponte verso il trapianto ha già dimostrato numerosi vantaggi clinici. Stabilizzando le condizioni dei pazienti e migliorandone la qualità della vita, il dispositivo consente loro di attendere il trapianto a casa, riducendo i ricoveri ospedalieri. Questo comporta non solo un miglioramento delle condizioni generali del paziente, ma anche significativi risparmi per il Sistema Sanitario Nazionale.

Secondo Claudio Francesco Russo, direttore del reparto di Cardiochirurgia al Niguarda di Milano, il cuore artificiale è una soluzione efficace e sicura, ma occorre un cambiamento culturale per aumentarne l’adozione. La conoscenza dei benefici e dei risultati di questa tecnologia può favorire una maggiore accettazione sia da parte dei medici che dei pazienti.

Claudia Montanari

Nata nel 1985 a Roma. Una laurea in lettere con indirizzo moda e comunicazione, sostengo che Roberto Rossellini, lo Stedelijk Museum, Naruto e Lena Dunham mi abbiano cambiato la vita. Da più di 10 anni lavoro come society journalist per ladyblitz e blitzquotidiano occupandomi di moda, lifestyle, salute, viaggi e bellezza.

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