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Da antico culto a moderna tendenza: tutte le curiosità sul tè

Il tè, bevanda millenaria, ha accompagnato l’evoluzione culturale tanto delle società orientali quanto di quelle occidentali, diventando un simbolo universale di convivialità e riflessione. Da rituali cerimoniali profondamente radicati nelle culture asiatiche alle abitudini quotidiane dei popoli europei, il tè incarna una storia affascinante fatta di tradizioni, scambi commerciali e innovazioni contemporanee. Le origini di questa bevanda, le sue varietà e i suoi molteplici usi rappresentano un caleidoscopio di curiosità che si intrecciano con il tessuto storico e sociale dei popoli che l’hanno adottata.

Le varietà del tè: un’unica pianta, molteplici trasformazioni

Le diverse tipologie di tè, come il nero, il verde, l’oolong e il bianco, pur sembrando differenti per gusto, colore e metodo di preparazione, condividono un’origine comune: tutte derivano dalla medesima pianta, la Camellia sinensis.

Ciò che determina la loro diversità non è dunque la specie di pianta, bensì le modalità di raccolta, ossidazione e lavorazione delle foglie. Nel caso del tè nero, il processo prevede un’ossidazione completa delle foglie, che conferisce alla bevanda un sapore robusto e un colore scuro. Il tè verde, invece, evita l’ossidazione e mantiene inalterati i clorofilliani, che donano al tè il suo caratteristico colore verde e il gusto più delicato. L’oolong rappresenta una via di mezzo tra tè verde e nero, con un livello di ossidazione intermedio che produce un aroma complesso e variegato.

Il tè bianco, infine, è il meno lavorato e il più delicato, ottenuto semplicemente essiccando le gemme e le foglie più giovani, preservandone così le caratteristiche originali. Queste varianti, sebbene diverse nell’aspetto e nel sapore, sono il frutto di un’unica pianta le cui foglie si trasformano in base al trattamento subito.

Le origini del tè: un viaggio millenario

Le radici del tè affondano nell’antica Cina, dove la leggenda narra che la scoperta di questa bevanda risalga al 2737 a.C., grazie all’imperatore Shen Nong che, seduto all’ombra di un albero di Camellia, assistette alla caduta di alcune foglie nella sua acqua bollente.

Da quel momento, il tè iniziò a diffondersi e a guadagnare popolarità, trovando espressioni culturali uniche nei diversi paesi asiatici. In Giappone, il tè verde divenne protagonista delle cerimonie del tè, un’arte raffinata che fonde elementi zen e rituali estetici. Il viaggio del tè verso l’Occidente ebbe inizio attraverso le rotte commerciali delle dinastie cinesi, per poi essere adottato dai colonialisti europei durante il XVII e XVIII secolo, con l’Inghilterra che ne fece un pilastro delle sue abitudini sociali e un elemento di prestigio nelle sue colonie.

Oggi, il tè continua ad evolversi e ad integrarsi nella vita contemporanea con modalità sorprendenti e innovative. Nell’ambito della mixology, ad esempio, il tè è diventato un ingrediente chiave per la creazione di cocktail raffinati e complessi, utilizzato per infondere profumi e sapori unici nei drink. Celebri barman utilizzano infusi di tè per creare combinazioni sofisticate, come il “Tea Tonic” o il “Matcha Mojito”, che aggiunge una nota erbacea e rinfrescante a questi rinomati cocktail.

Oltre agli impieghi in ambito food&beverage, tra le ultime innovazioni rispetto all’uso delle foglie di tè risalta quella di sostituto del tabacco aromatizzato, come ad esempio in iSenzia, a seguito delle recenti normative che vietano la vendita di stick di tabacco alla menta e altri gusti.

Da antico culto a moderna tendenza: tutte le curiosità sul tè (foto ANSA) – Blitz quotidiano

“Chai” e “Tè”: la geografia dell’importazione

Un’ulteriore curiosità riguarda la differenziazione linguistica tra “Chai” e “Tè” nel mondo. La denominazione adottata da un paese per indicare questa bevanda riflette il percorso che essa ha seguito per arrivarvi. Le

lingue che utilizzano la parola “Chai”, come l’hindi o il russo, sono quelle in cui il tè giunse attraverso le vie terrestri dell’Asia Centrale. Al contrario, paesi come l’Inghilterra o gli Stati Uniti, che utilizzano il termine “Tè” (o “Tea”), importarono questa bevanda principalmente via mare attraverso le rotte commerciali marittime. Questa distinzione linguistica è una chiara testimonianza della geografia e delle rotte commerciali che hanno plasmato la diffusione del tè, rendendolo un prodotto globale e variegato.

Il tè: simbolo di continuità e innovazione

Il tè, dunque, è molto più di una semplice bevanda: è un simbolo di connessione tra mondi diversi, un filo che unisce culture, tradizioni e pratiche moderne in un racconto che continua ad evolversi e ad affascinare. La sua storia, intrisa di curiosità e innovazioni, offre uno spaccato sulla complessità dell’interazione umana attraverso i secoli, rivelando come un semplice infuso possa riflettere tanto la continuità quanto il cambiamento delle società che lo hanno accolto.

Filippo Limoncelli

Romano, papà e giornalista. Scrivere di calcio è stata la mia vera e prima passione. Parallelamente, le mie altre grandi passioni, sono la musica e viaggiare. Tuttavia, credo fermamente che la pigrizia abbia il suo valore.

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