
Depressione e demenza, questa semplice abitudine ne riduce il rischio (blitzquotidiano.it)
Una recente ricerca presentata al 77Ā° Annual Meeting dell’American Academy of Neurology evidenzia come l’esercizio fisico moderato-intenso quotidiano possa rappresentare un fattore chiave nella prevenzione di numerose patologie neuropsichiatriche, tra cui demenza, depressione, e persino disturbi del sonno. Lo studio, condotto su una vasta coorte di adulti, sottolinea come lāattivitĆ fisica non solo migliori la salute generale, ma abbia effetti diretti sul funzionamento cerebrale, riducendo il rischio di declino cognitivo e altre disfunzioni neurologiche.
Il legame tra movimento e salute cerebrale
Negli ultimi anni, il ruolo dellāattivitĆ fisica nel mantenimento della salute del cervello ĆØ diventato sempre piĆ¹ centrale nelle ricerche scientifiche. Molti studi hanno evidenziato come uno stile di vita attivo contribuisca a ridurre lāincidenza di malattie neurodegenerative, come la demenza e il morbo di Alzheimer, oltre a migliorare l’umore e a prevenire disturbi psicologici quali la depressione e lāansia.
La ricerca recente ha analizzato i dati di oltre 73.000 adulti, la cui etĆ media era di circa 56 anni, utilizzando accelerometri per monitorare in maniera oggettiva i livelli di attivitĆ fisica e il tempo trascorso in comportamenti sedentari. Questa metodologia, che elimina i bias derivanti da autovalutazioni soggettive, ha permesso agli scienziati di classificare l’attivitĆ fisica in base ai metabolic equivalents (METs), distinguendo tra comportamenti sedentari (ā¤ 1,5 METs), attivitĆ leggera (< 3 METs) e attivitĆ moderata-intensa (ā„ 3 METs).
I risultati dello studio indicano una relazione dose-risposta tra l’energia spesa in attivitĆ fisica moderata-intensa e la riduzione del rischio di sviluppare condizioni neuropsichiatriche. In particolare, i partecipanti che hanno raggiunto livelli di attivitĆ pari a circa 1,22 kilojoule per chilogrammo al giorno hanno mostrato una protezione quasi totale contro l’insorgenza di demenza, depressione, ictus e alcuni disturbi del sonno.
Il meccanismo alla base dei benefici dellāesercizio fisico

Secondo i ricercatori, lāattivitĆ fisica favorisce la salute cerebrale attraverso diversi meccanismi. Innanzitutto, lāesercizio stimola la produzione di fattori neurotrofici, proteine che supportano la sopravvivenza, lo sviluppo e la manutenzione dei neuroni. Tra questi, il Brain-Derived Neurotrophic Factor (BDNF) ĆØ particolarmente rilevante: livelli elevati di BDNF sono stati associati a una migliore plasticitĆ cerebrale e a una maggiore resistenza al declino cognitivo.
Inoltre, l’attivitĆ fisica riduce l’infiammazione sistemica e migliora la sensibilitĆ all’insulina, fattori che possono contribuire a prevenire il danno neuronale. Lo stress ossidativo, un processo dannoso che accelera l’invecchiamento cellulare, viene anch’esso attenuato grazie allāesercizio regolare, che stimola i meccanismi di difesa antiossidante dell’organismo.
Un ulteriore aspetto positivo riguarda il miglioramento del flusso sanguigno cerebrale. Lāaumento della circolazione favorisce l’apporto di ossigeno e nutrienti alle cellule cerebrali, contribuendo al mantenimento della funzionalitĆ cognitiva e alla prevenzione di eventi ischemici, come ictus e attacchi cardiaci.
I dati dello studio
La ricerca, condotta utilizzando dati oggettivi raccolti tramite accelerometri, ha rilevato che i partecipanti con maggiori livelli di attivitĆ fisica moderata-intensa hanno un rischio ridotto di sviluppare malattie neuropsichiatriche compreso un abbassamento del rischio che varia tra il 14% e il 40% rispetto a coloro che conducono uno stile di vita sedentario. I dati indicano che non solo lāattivitĆ fisica ha effetti preventivi sulla demenza e sulla depressione, ma contribuisce anche a ridurre l’incidenza di ictus e altre patologie correlate a un’elevata inattivitĆ .
I ricercatori hanno sottolineato che il beneficio si manifesta rapidamente: anche solo tre mesi di attivitĆ regolare hanno portato a un miglioramento significativo nella funzione cognitiva e a una riduzione dei marcatori di infiammazione e danno cellulare. Questi risultati rafforzano il concetto che lāesercizio fisico rappresenta un intervento preventivo efficace, in particolare per le popolazioni a rischio, come gli anziani e coloro che vivono in ambienti ad alto stress.
L’importanza di ridurre il tempo sedentario
Un elemento critico evidenziato nello studio riguarda il ruolo negativo del comportamento sedentario. I partecipanti che trascorrevano molte ore seduti presentavano un rischio significativamente maggiore di sviluppare disturbi neurologici e cardiovascolari. I dati hanno mostrato che un aumento del tempo trascorso in attivitĆ sedentaria puĆ² portare a un incremento del rischio di malattie, con percentuali che variano tra il 5% e il 54% a seconda della durata e dell’intensitĆ dell’inattivitĆ .
Il comportamento sedentario influisce negativamente sulla salute in diversi modi: oltre a ridurre il flusso sanguigno, favorisce l’accumulo di grassi e aumenta la resistenza all’insulina, entrambi fattori che possono contribuire a processi infiammatori e danni alle cellule cerebrali. Pertanto, gli esperti sottolineano l’importanza non solo di aumentare l’attivitĆ fisica, ma anche di ridurre il tempo dedicato alla sedentarietĆ , specialmente nelle popolazioni che trascorrono molte ore al giorno davanti a schermi o seduti in ufficio.
Implicazioni future e direzioni di ricerca
Nonostante i risultati siano promettenti, gli autori dello studio sottolineano la necessitĆ di ulteriori ricerche per comprendere appieno i meccanismi attraverso i quali lāattivitĆ fisica incide sul rischio di malattie neuropsichiatriche. In particolare, sono necessari studi longitudinali e interventistici che esaminino lāeffetto a lungo termine di specifici regimi di esercizio fisico su una popolazione diversificata.
Un ulteriore aspetto che merita approfondimento riguarda il ruolo del microbiota intestinale. Alcuni studi precedenti hanno suggerito che il microbioma potrebbe mediate alcuni dei benefici dellāattivitĆ fisica, influenzando i processi infiammatori e il metabolismo energetico. Integrare dati di genomica, proteomica e metabolomica potrebbe offrire una visione piĆ¹ completa di come questi fattori interagiscono tra loro per proteggere il cervello e il cuore dalle malattie croniche.
Un’altra direzione di ricerca importante ĆØ quella volta a capire se esistono soglie ottimali di attivitĆ fisica che possano massimizzare i benefici a livello cognitivo e cardiovascolare, riducendo contemporaneamente il rischio di comportamenti sedentari nocivi. L’uso di accelerometri e altri strumenti di monitoraggio oggettivo offre un grande vantaggio rispetto alle autovalutazioni, permettendo una misurazione piĆ¹ precisa dellāattivitĆ fisica quotidiana e dei relativi impatti sulla salute.
Consigli pratici per aumentare lāattivitĆ fisica
Per chi desidera integrare lāesercizio fisico nella propria routine quotidiana, gli esperti raccomandano alcune strategie pratiche. Ć fondamentale iniziare gradualmente, specialmente per coloro che conducono uno stile di vita sedentario. Camminare per almeno 30 minuti al giorno, utilizzare le scale anzichĆ© l’ascensore e fare brevi pause attive durante il lavoro possono rappresentare i primi passi verso un cambiamento significativo.
Per coloro che hanno giĆ un livello di attivitĆ fisica moderato, l’introduzione di sessioni di esercizio a intensitĆ moderata-intensa puĆ² offrire ulteriori benefici. Ad esempio, praticare il jogging, il ciclismo o esercizi aerobici per circa 45 minuti al giorno puĆ² contribuire a ridurre significativamente i rischi associati a malattie neuropsichiatriche. L’uso di accelerometri, come evidenziato nello studio, permette di monitorare con precisione lāenergia spesa, assicurando che l’attivitĆ fisica raggiunga i livelli consigliati per ottenere un effetto protettivo sul cervello e sul sistema cardiovascolare.