La società farmaceutica Eli Lilly ha recentemente ottenuto l’autorizzazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) per la commercializzazione del farmaco tirzepatide in Italia. Questo farmaco è progettato per il trattamento dell’obesità e del sovrappeso, soprattutto in pazienti che presentano almeno una comorbidità, come il diabete di tipo 2 o altre condizioni legate al sovrappeso. La sua capacità di agire su due recettori ormonali distinti lo rende una terapia di nuova generazione, capace di offrire risultati significativi.
Negli ultimi anni, l’obesità e il diabete di tipo 2 sono diventati problemi di salute sempre più rilevanti a livello globale. Si stima che l’obesità colpisca oltre il 13% della popolazione mondiale, con un impatto devastante non solo sulla qualità della vita delle persone, ma anche sui sistemi sanitari.
Come funziona tirzepatide, una doppia azione innovativa
Ciò che rende tirzepatide unico è il suo doppio meccanismo di azione, che combina l’attivazione dei recettori del GLP-1 (peptide glucagone-simile-1) e del GIP (polipeptide insulinotropico glucosio-dipendente). Questi due ormoni giocano ruoli chiave nella regolazione del metabolismo e nella gestione del peso corporeo. Il GLP-1 stimola la secrezione di insulina e rallenta lo svuotamento gastrico, mentre il GIP migliora la sensibilità all’insulina e ha un effetto positivo sul tessuto adiposo.
Questa combinazione ha effetti sinergici, che non solo riducono la quantità di cibo ingerito, ma migliorano anche il controllo glicemico nei pazienti con diabete di tipo 2. I risultati clinici hanno dimostrato una riduzione significativa del peso corporeo, con pazienti che hanno perso fino al 22,5% del loro peso iniziale durante il periodo di trattamento. Un risultato eccezionale, considerando che molte terapie per l’obesità offrono riduzioni di peso molto più modeste.
I risultati degli studi clinici
Gli studi clinici che hanno portato all’approvazione di tirzepatide, in particolare il trial SURMOUNT-1, hanno evidenziato l’efficacia del farmaco sia nella perdita di peso sia nella gestione del diabete di tipo 2. I pazienti che hanno assunto tirzepatide insieme a una dieta controllata e a un programma di esercizio fisico hanno visto riduzioni del peso corporeo del 16% già dopo 72 settimane con un dosaggio di mantenimento di 5 mg. Con un dosaggio massimo di 15 mg, la perdita di peso è aumentata fino al 22,5%, un risultato che ha superato le aspettative.
Questi numeri non sono solo impressionanti, ma aprono la strada a un nuovo approccio nel trattamento dell’obesità e delle malattie correlate. Il professor Rocco Barazzoni, presidente della Società Italiana di Obesità (SIO), ha sottolineato che questo farmaco rappresenta un cambio di paradigma. Non solo offre una risposta concreta a un bisogno medico insoddisfatto, ma potrebbe anche prevenire a lungo termine molte delle patologie associate all’obesità, come le malattie cardiache, il cancro e l’ictus.
L’obesità è riconosciuta come una malattia cronica e progressiva, che comporta gravi rischi per la salute. Le persone obese hanno un rischio maggiore di sviluppare malattie cardiache, diabete di tipo 2, ipertensione e alcuni tipi di cancro. Il controllo del peso è quindi cruciale non solo per migliorare la qualità della vita, ma anche per ridurre il rischio di sviluppare queste gravi condizioni.
Elias Khalil, presidente e amministratore delegato di Lilly Italy Hub, ha dichiarato che tirzepatide ha il potenziale per migliorare notevolmente la vita delle persone, riducendo il peso corporeo e migliorando il controllo glicemico.
Accessibilità del farmaco in Italia
Attualmente, tirzepatide è disponibile in Italia come farmaco in classe CNN, il che significa che non è ancora rimborsabile dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Tuttavia, Lilly ha già avviato trattative con l’AIFA per rendere il farmaco accessibile a un numero maggiore di pazienti. Se le negoziazioni avranno esito positivo, tirzepatide potrebbe diventare una delle opzioni terapeutiche più efficaci per i pazienti italiani che lottano contro l’obesità e il diabete.
L’accessibilità del farmaco è un aspetto cruciale, poiché una delle sfide principali nel trattamento dell’obesità è il costo delle terapie. Molti pazienti non possono permettersi trattamenti a lungo termine, il che limita notevolmente le loro possibilità di successo. L’inclusione di tirzepatide nel SSN permetterebbe a un maggior numero di persone di accedere a una terapia innovativa e potenzialmente salvavita.