Dieta vegana, vegetariana o onnivora, quale è la più salutare? Risponde uno studio italiano
Microbioma intestinale, un pilastro della salute
Negli ultimi anni, gli scienziati hanno evidenziato come il microbioma intestinale influisca su molteplici aspetti della nostra salute. Questo insieme di microrganismi non si limita a digerire il cibo: produce vitamine essenziali, regola l’infiammazione e interagisce con il sistema immunitario. Quando il microbioma è in equilibrio, ci protegge da una vasta gamma di malattie, tra cui il diabete di tipo 2, le malattie infiammatorie intestinali (IBD), le patologie cardiovascolari e persino la depressione.
Tuttavia, quando questo equilibrio si rompe – una condizione chiamata disbiosi – i rischi per la salute aumentano. Non è un caso che sempre più studi si concentrino sul legame tra dieta e microbioma, cercando di capire come la nostra alimentazione quotidiana possa promuovere o danneggiare questo fragile ecosistema.
Lo studio
Il team dell’Università di Trento, guidato dal professor Nicola Segata, ha condotto uno dei più grandi studi mai realizzati sul tema. Analizzando il microbioma intestinale di oltre 21.000 persone provenienti da Stati Uniti, Regno Unito e Italia, i ricercatori hanno confrontato le diete di vegani, vegetariani e onnivori. I risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista Nature Microbiology e forniscono nuove chiavi di lettura per comprendere come le diverse scelte alimentari influenzino il microbioma.
Una delle principali scoperte è che non è tanto il modello alimentare in sé – cioè essere vegani, vegetariani o onnivori – a determinare la salute del microbioma, quanto la qualità e la diversità della dieta. Questo significa che, indipendentemente dal tipo di dieta, consumare una varietà di alimenti di alta qualità sembra essere il fattore decisivo per promuovere un microbioma equilibrato.
Onnivori, carne e microbi dannosi
Uno dei risultati più interessanti dello studio riguarda gli onnivori. Questi presentano una maggiore presenza di batteri come Ruminococcus torques e Bilophila wadsworthia, associati a un rischio aumentato di IBD e cancro al colon-retto. Sebbene la presenza di questi batteri non significhi necessariamente che chi segue una dieta onnivora sviluppi tali patologie, il loro incremento potrebbe essere un segnale di un rischio più elevato.
La carne rossa, spesso consumata in quantità maggiori dagli onnivori, è nota per essere un fattore di rischio per il cancro al colon-retto. I ricercatori ipotizzano che i batteri legati alla digestione della carne possano essere uno dei meccanismi attraverso cui questa relazione si manifesta. Tuttavia, è importante sottolineare che lo studio non ha analizzato direttamente gli effetti di questi microbi sulla salute, ma si è concentrato sulle correlazioni.
Vegani e vegetariani: microbi buoni in azione
I microbiomi dei vegani e dei vegetariani, pur avendo una minore diversità rispetto a quelli degli onnivori, mostrano una presenza più significativa di batteri benefici, come Bacteroides e Firmicutes. Questi batteri sono noti per produrre acidi grassi a catena corta, come il butirrato, che ha effetti antinfiammatori e promuove la salute intestinale.
Gli alimenti vegetali ricchi di fibre, come frutta, verdura, legumi e cereali integrali, nutrono specifici batteri “buoni”, stimolando la produzione di metaboliti che proteggono l’organismo. Non sorprende, quindi, che i vegani e i vegetariani mostrino firme del microbioma associate a una migliore salute cardiometabolica rispetto agli onnivori.
Il ruolo cruciale delle fibre
Un aspetto che emerge chiaramente dallo studio è l’importanza della fibra alimentare. Maggiore è la varietà di fibre che consumiamo, maggiore è la diversità dei batteri benefici nel nostro intestino. Ogni tipo di fibra alimenta microbi diversi, che lavorano insieme per promuovere la salute intestinale. Ad esempio, il consumo di legumi può favorire la crescita di batteri che producono butirrato, mentre i cereali integrali stimolano batteri che aiutano a ridurre l’infiammazione.
Qualità e diversità, la chiave per un microbioma sano
Nicola Segata, autore principale dello studio, sottolinea che non è necessariamente la scelta vegana o vegetariana a promuovere la salute del microbioma, ma la quantità e la diversità di alimenti vegetali consumati. Gli onnivori che includono una maggiore varietà di alimenti vegetali nella loro dieta mostrano infatti firme del microbioma simili a quelle dei vegetariani o dei vegani. Questo conferma che un’ampia gamma di alimenti vegetali è fondamentale per supportare un microbioma sano, indipendentemente dal tipo di dieta.
Questa ricerca rappresenta un passo importante verso una comprensione più approfondita del legame tra dieta e microbioma. Il gastroenterologo Rudolph Bedford ritiene che, in futuro, potrebbe essere possibile personalizzare le raccomandazioni nutrizionali in base al profilo genetico e al microbioma di ogni individuo. Questo approccio potrebbe aiutare a prevenire e gestire una vasta gamma di malattie, migliorando la qualità della vita delle persone.
Come alimentare il tuo microbioma intestinale
Per chiunque desideri promuovere la salute del proprio microbioma, la dietista Monique Richard offre un consiglio semplice ma efficace: diversificare il piatto. Consumare una varietà di alimenti di alta qualità, come verdure, frutta, cereali integrali, legumi e proteine magre, è il modo migliore per nutrire i batteri intestinali benefici.
Richard suggerisce di pensare al piatto come a un quadrante diviso in quattro parti uguali, includendo proteine magre, cereali integrali, verdure e frutta in ogni pasto. L’aggiunta di spezie ed erbe aromatiche può ulteriormente arricchire il valore nutrizionale dei pasti, offrendo benefici per la salute intestinale e generale.