E’ la notte di Santa Lucia. La notte dei doni ai bambini. Ricorrenza che coinvolge il Nord Est d’Italia. La tradizione (dal 1950) parla di una santa – vestita di bianco, le candeline sul capo, i doni natalizi in mano – che arriva in groppa a un asinello annunciando il suo arrivo con un campanello (per far addormentare i bimbi) e si infila nel camino per poi depositare i regali sul davanzale dove i bimbi, la sera del 12 dicembre, prima di andare a nanna, hanno messo un piatto ripieno di crusca e farina per il pasto dell’animale. Santa Lucia, nel piatto rimasto vuoto, depone balocchi, dolciumi e frutti.
“Ma spesso – come scrive Alfredo Cattabiani nel suo saggio Santi d’Italia, ed. Rizzoli – accanto ai doni Lucia lascia anche una piccola verga per ammonire i più capricciosi”. In alcune zone del Trentino invece del piatto si mette sul davanzale una scarpetta piena di crusca mentre i bimbi cantano il ritornello:” Santa Lucia, mamma mia/ porta roba in scarpa mia”. A Trento, come a Verona, c’è anche una fiera dei giocattoli. Un tempo nella città scaligera, nella notte che precedeva la festa, venivano ripuliti i camini affinché la Santa, scendendo con i doni, non si imbrattasse dí fuliggine.
La festa per eccellenza si svolge a Siracusa dove Lucia, una martire del IV secolo, e’ diventata la protettrice della vista ereditando, grazie al nome che ricorda la luce, una funzione della dea Artemide, venerata anticamente sull’isola di Ortigia. A Siracusa si svolge una processione che accompagna il simulacro, poggiato sulla “cassa d’argento” e seguito dalla carrozza settecentesca del Senato che un tempo ospitava le autorità: la statua esce dalla cattedrale e, preceduta da una schiera di pellegrini con ceri votivi, viene portata da un gruppo di devoti, tirati a sorte fra quanti si sono offerti, fino alla Basilica di Santa Lucia al Sepolcro dove rimarrà esposta per tutta l’ottava. Infine il 20 dicembre verrà ricondotta in Cattedrale fra luminarie e fuochi d’artificio.
Dal 303 al 311 ci fu una persecuzione contro i Cristiani di Diocleziano e Massimiano; una persecuzione terribile, la più lunga e spietata che la storia ricordi. Lucia, che apparteneva a una nobile famiglia della città, morì decapitata e sulla sua tomba fiorì un culto notevole. Secondo la tradizione Lucia morì il 13 dicembre del 304. Quella data ha ispirato alcuni proverbi improponibili dal 1582, quando entrò in vigore il nuovo Calendario Gregoriano. Ne ricordiamo due:” Santa Lucia e’ il giorno più corto che ci sia”; “Da Santa Lucia a Natale il di’ allunga un passo di cane”.
Sicché la sua festa divenne l’annuncio della nuova luce, la promessa di giorni più lunghi e di notti più brevi. Il suo culto si e’ diffuso in tutta Europa, persino nella lontana Svezia dove si è radicata. Poi nel 1927 il quotidiano “Stockolms Di Agbladet” ha bandito un concorso per eleggere la cosiddetta “ Lucia di Svezia”. E Santa Lucia è diventata, anche in Scandinavia, la distributrice di doni natalizi ai bisognosi, ai malati e agli anziani.
"C'è un bimbo ed un vecchio: la porta è nel mezzo". E' l'incipit di una…
Di chi sarà la Siria? Bella domanda. Va detto: il destino è, al momento, oscuro.…
Un "reddito parallelo" da 200mila euro. Questo è l'ammontare delle entrate extra di Roberto Vannacci,…
Uomini e Donne spoiler: Martina ha le idee sempre più chiare, una coppia del trono…
Un gruppo di esperti ha esaminato campioni di tessuto di diversi delfini ed è emerso…
Migliaia di corpi e resti di corpi sono stati rinvenuti oggi vicino Damasco, in Siria,…