Durante l’apogeo dell’Impero romano, la civiltà europea raggiunse vette di progresso culturale e tecnologico straordinarie. Tuttavia, questo splendore aveva un lato oscuro: l’inquinamento da piombo, derivante dalle intense attività di estrazione e lavorazione dei metalli. Uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences ha gettato nuova luce su questo problema, stimando che tra il 100 a.C. e il II secolo d.C., i livelli di piombo nell’atmosfera europea fossero talmente alti da influire negativamente sul quoziente intellettivo dell’intera popolazione.
La ricerca si basa sull’analisi di carotaggi di ghiaccio prelevati nell’Artico, che conservano una testimonianza unica dell’atmosfera terrestre di 2000 anni fa. Questi dati hanno permesso agli studiosi di stimare che i livelli di piombo nel sangue degli europei romani fossero circa tre volte superiori a quelli attuali.
In particolare, il livello medio di esposizione era di 3,5 microgrammi per decilitro di sangue, una quantità sufficiente a causare danni neurologici documentati, come un calo del quoziente intellettivo di 2-3 punti. Come sottolinea Nathan Chellman, idrologo e co-autore dello studio: “Può sembrare poco, ma applicato a un’intera popolazione diventa un problema serissimo.”
Mentre nelle zone rurali l’esposizione al piombo derivava principalmente dall’aria inquinata, nelle città, e soprattutto tra le élite, la situazione era aggravata dall’uso intensivo del piombo nella vita quotidiana:
Questa diffusione capillare ha portato alcuni storici a ipotizzare che l’avvelenamento da piombo possa aver influenzato comportamenti “folli” di alcuni imperatori, come Nerone, e persino contribuito al declino dell’Impero romano. Sebbene queste teorie siano ancora dibattute, il nuovo studio conferma che l’industria metallurgica romana ha avuto un impatto senza precedenti sull’ambiente europeo, almeno fino all’era industriale.
Questo studio rappresenta un importante tassello nella comprensione dell’impatto umano sull’ambiente, dimostrando come le azioni di una civiltà possano lasciare tracce durature. L’uso diffuso del piombo da parte dei Romani ha segnato una delle prime grandi crisi ecologiche della storia, la cui eco risuona fino ai giorni nostri.