La mancanza di farmaci in Italia non è una novità, ma la situazione sta peggiorando. Negli ultimi mesi, numerosi medicinali, inclusi quelli salvavita, sono stati dirottati verso mercati esteri più remunerativi. Come riportato da La Repubblica, in questi mercati si è disposti a pagare anche dieci volte il prezzo normale per gli stessi prodotti. L’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha identificato questa pratica e ha reagito bloccando l’esportazione di circa trenta farmaci, cercando di arginare una situazione che sta mettendo a rischio l’accesso ai medicinali in Italia.
Quanti farmaci mancano e le cause della carenza
Attualmente, in Italia si registra la carenza di 3.876 farmaci, con circa la metà che ha cessato di essere commercializzata. Le ragioni di queste mancanze sono diverse e complesse. La crescente irreperibilità dei principi attivi, spesso prodotti in Asia, è uno dei fattori chiave. Inoltre, problemi legati alla produzione, nuovi regolamenti e un improvviso aumento della domanda aggravano la crisi. In alcuni casi, le regioni possono commettere errori nelle gare di appalto per l’acquisto di medicinali, complicando ulteriormente la reperibilità.
Le conseguenze
Quando un farmaco è irreperibile e non esiste un equivalente o una valida alternativa terapeutica, ospedali e aziende sanitarie possono richiedere l’importazione del medicinale da altri Paesi. Tuttavia, il problema della carenza di farmaci è diventato cronico. Pierluigi Russo, direttore tecnico scientifico di Aifa, ha sottolineato come questo fenomeno sia difficile da gestire e spesso richieda un’azione reattiva piuttosto che preventiva. A livello europeo, c’è una crescente attenzione sulla questione, ma le aziende farmaceutiche tendono a privilegiare mercati più redditizi, complicando la situazione in Italia.