Ecco le nostre pagelle della terza serata del Festival di Sanremo.
PAOLA E CHIARA – FURORE – VOTO 7/8
L’esibizione di ieri, forse più a fuoco, ci è sembrata migliore. La canzone rimane sempre orecchiabile e la continueremo a sentire per un bel po’. L’età per loro si è tramutata in esperienza, lasciando intatta la loro freschezza.
MARA SATTEI – DUEMILAMINUTI – VOTO 6/7
Arriva un po’ in debito di ossegino ed emozionata. La performance ne risente un po’. La canzone è gradevole e il flow scorre liscio ma, sempre a causa del fiato che manca un po’, ne risente la canzone anche se non inficia più di tanto all’ascolto. Gradevole però è l’aggettivo che calza meglio al tutto.
ROSA CHEMICAL – MADE IN ITALY – VOTO 9
Confermiamo le impressioni di ieri. Oggi, con look sgargiante ma più sobrio di ieri, Rasa Chemical mantiene costante il livello della sua performance e quindi il voto rimane identico. Il pubblico risponde con piacere alla chiamata del ritmo e in sala ci si diverte. Anche l’orchestra ci mette del suo per creare lo spettacolo.
GIANLUCA GRIGNANI – QUANDO TI MANCA IL FIATO – VOTO 8
Questa è la grande occasione di rilancio per l’artista che aveva sofferto una esclusione dal mondo che gli apparteneva. Grande lezione di stile sul palco quando ci sono problemi tecnici (chi ha orecchie per intendere intendono). Gianluca ferma tutto, si prende la colpa di aver fatto una richiesta sbagliata. Il pubblico lo perdona subito: la sincerità paga. Gianluca è tornato. Grande!
LEVANTE – VIVO – VOTO 7 1/2
Rispetto alla scorsa serata, Levante si è tolta un peso. Si diverte molto di più e tutto l’insieme ne beneficia. Una volta che si è fatto l’occhio al nuovo look si inizia a inquadrare la nuova fase intrapresa dall’artista. Performance più convincente. Brava e coraggiosa.
TANATAI – TANGO – VOTO 7
Bello e bello non gli si può dire proprio niente. In una veste che lo fa sembrare il protagonista di una fiction forse distrae un po’ dalla canzone. Rimane sempre graziosa. Sentimenti semplici, cantato classicheggiante ritornello onesto Tranquilli che non arriva di nuovo ultimo.
LAZZA – CENERE – VOTO 5+
Lo scherza pure Morandi che lo richiama con un simpatico “Hei Bro!” prima che inizi a cantare. Si continua a non capire dove si voglia andare a parare e le liriche si perdono in una produzioni fin troppo presente che impasta tutto e schiaccia l’artista. Magari, lasciandogli un po’ più di spazio le cose sarebbero andate diversamente. Troppo tutto, di nuovo. Finale strappacuore con il ragazzo che cerca la mamma in mezzo al pubblico per darle i fiori. il più è per il cuore di mamma.
LDA – SE POI DOMANI – VOTO 7+
Molto più sciolto della precedente performance, LDA a rotto il ghiaccio e quindi si lascia un po’ più andare. Il che non guasta alla canzone. La famiglia d’Alessio, sul palco e alla direzione dell’orchestra ci hanno preso gusto e quindi tutto fila più che liscio e in sintonia con lo spirito del festival.
MẴNESKIN FEATURING TOM MORELLO (OSPITI) – VOTO 8
Il gruppo si produce in un’esibizione così impeccabile da sembrare in playback e, in faccia a tutti i rosiconi che gli urlano in faccia che non sono rock. Il mitologico Tom Morello, in barba al fatto che non c’è mai stata una band così amata e odiata come questa, si diverte come un matto. Damiano che ha evidenti problemi agli auricolari si spoglia e si toglie pure quelli. Bene così. Avanti così!
MADAME – IL BENE E IL MALE – VOTO 9
Si conferma molto a fuoco e senza sbavature. Una canzone apparentemente facile – ma solo perché lei è bravissima a eseguirla – ma molto complessa da cantare.Non le si può dire nulla: c’è grinta, talento, voglia di fare. Sarebbe bello sentirla con la sua voce naturale priva di effetti. Madame è la candidata ideale per vincere questa edizione.
ULTIMO – ALBA – VOTO 6
Più distanti ma più simili… e via dicendo. Una canzone troppo sotto tono, musicale, per la tessitura vocale non eccelsa del cantante. I crescendo non crescono abbastanza, poco sostenuti da una voce che stenta a stare dietro alla sua stessa canzone. C’è ancora parecchio da lavorare. Non al piano però che accompagna in modo piacevole le parole.
ELODIE – DUE – VOTO 8
Elodie è la dimostrazione che a volte tutto il clamore di dichiarazioni, più o meno, discutibili che mettono in ombra un talento non servono a nulla. La cantante sul palco ha già tutto lì, a disposizione, senza troppi clamori e più che mai tangibile. Accompagnata da una direttrice d’orchestra che ne completa il canto, Elodie brilla di luce propria, senza polemiche.
MR. RAIN – SUPEREROI – VOTO 6
Canzone perfetta per la pubblicità. Ha tutto per essere toccante ma la messa in scena con i bambini con le ali d’angelo con una sola ala è, forse, spingere un po’ troppo sull’acceleratore emozionale. Anche sarebbe bastato. Così potrebbe risultare insostenibile. La canzone è carina. Tutto questa sovrastruttura appesantisce il tutto. A metterci il carico da 90 ci pensa Amadeus con una “splendida” gag calcistica con un bambino. Vabbè.
GIORGIA – PAROLE DETTE MALE – VOTO 7/8
Esibizione decisamente più convincente della precedente. A fine performance Giorgia tira un lungo sospiro di sollievo perché sa di avercela fatta. Ed è così che ci piace: spudoratamente brava dal talento naturale. La canzone è a dir poco complessa ed è una vera sfida. Questa volta Giorgia l’ha vinta.
COLLA ZIO – NON MI VA – VOTO 5/6
È come se uno si fosse distratto un attimo e si trova buttato nell’edizione di Sanremo 1987. Sonorità, capelli col codino, fraseggi funk. Una canzone perfetta e innovativa… se fossimo ancora alla fine degli ’80. Oggi molto meno. Loro sono simpatici ma non basta. Non ancora.
MARCO MENGONI – DUE VITE – VOTO 7/8
Mengoni ormi è una realtà assodata. Bravissimo. Controllo della voce eccezionale. Non ha sbavature. Ed p forse questo il vero punto debole della canzone, troppo simile al repertorio classico dell’artista. Si sente fortissimo il bisogno di avere una versione più evoluta di quello che è uno dei talenti più brillanti del nostro panorama. Si sente il bisogno di aria nuova, perché lui è bravissimo. Da standing ovation come, infatti, è avvenuto. Perché lo merita.
COLAPESCE DIMARTINO – SPLASH– VOTO 9
Preferire il rumore delle metro e di cantieri infiniti a quello del mare non è da tutti e tutti non sono il dinamico duo presente sul palco dell’Ariston. Meritano tutti gli applausi che hanno già riscosso durante questa edizione. La canzone è bella, con rimandi vintage che però non sanno di stantio. Notevoli e bravi.
COMA COSA – L’ADDIO– VOTO 7+
Una canzone che è la prova di quanto anche una storia semplice non sia per forza semplicistica. Un duo sul palco e nella vita. Forse non eccezionali vocalmente ma di certo efficaci nell’interpretazione. Qualche imperfezione di troppo non rende però l’esibizione perfetta.
LEO GASSMAN – TERZO CUORE– VOTO 6+
La scrittura di Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari si sente ed è un macigno che potrebbe schiacciare il giovane Gassman, in versione look canotta bianca “Fronte del Porto” sul palco, che resiste all’impatto. Poco efficace sui sussurrato, focalizzato però a voce piena. Un esibizione perfettibile ma godibile… ma la forza di un testo intelligente e istrionico vince sull’artista sul palco.
I CUGINI DI CAMPAGNA – LETTERA 22– VOTO 7
Di loro non si può dire che bene. Quantomeno per rispetto alla loro carriera e al fatto che le loro voci sono sempre cristalline e senza un minimo di sbavatura. Se non fosse che per gli artisti in gara è vietato l’uso del playback, uno potrebbe anche pensare male perché sono troppo precisi. Ma questo sono i Cugini di Campagna: dei professionisti come pochi. È sempre un piacere ascoltarli e la loro canzone va oltre il grazioso.
OLLY – POLVERE– VOTO 5/6
È davvero un peccato che l’ennesima bella idea – guardare il mondo dallo scafale più alto di casa – sia schiacciato dalla presenza imperante dell’autotune che Olly, bisogna dirlo, usa pure bene: non come puro effetto vocale ma come vero e proprio strumento musicale. Di questo bisogna dargliene atto. Però è davvero troppo. Aridatece le voci vere!
ANNA OXA – SALI (CANTO DELL’ANIMA) – VOTO 6-
Canzone che potrebbe stare a buon diritto in una colonna sonora. L’arrangiamento orchestrale cinematico è davvero imponente. Purtroppo, la Oxa cerca di giocare un po’ troppo con la sua voce che non regge in più misure, spezzando così l’incantesimo che si andava creando sul palco. È un peccato perché la canzone meritava,
ARTICOLO 31 – UN BEL VIAGGIO – VOTO 5-
Ieri total white oggi total red. Gia al secondo ascolto, la canzone stufa. Sa di vecchio e, sinceramente, non se ne sentiva proprio il bisogno. Bene per la reunion ma poteva essere festeggiata in modo meno scontato e non come la riunione di due vecchi amici che guardano al passato con la lacrimuccia.
ARIETE – MARE DI GUAI – VOTO 6
Arriva sul palco vestita cin giacca oversize e collanone d’oro sgargiante inizia a cantare. Quando l’intimismo è un po’ troppo esibito funziona poco. La canzone è carina ma naviga fra cliché un po’ abusati. Non si sa da che parte prenderla e forse, questa è l’elemento migliore della canzone.
SETHU – CAUSE PERSE – VOTO 5
Senza lasciarsi distrarre dal look medialval-monacale-a-scodella che fa un po’ a pugni con l’abuso di autotune – che dopo oltre l’una di notte, di venta insostenibile – si cerca di capire quali siano le cuase perse di cui la canzone parla. Il problema è che i coretti e la produzione davvero compressa del tutto impedisce ogni tentativo di contatto con l’artista. Serve meno, molto meno. Di tutto.
SHARI – EGOISTA – VOTO 6/7
Latex rosso per Shari che, a differenza della scorsa esibizione, oggi sembra più padrona della sua voce. Le parole di Salmo sono le grandi protagoniste di questo pezzo cantato con forza ma, per quanto l’artista appaia convinta, alla fine, non è del tutto convincente, come se la canzone non fosse del tutto sua.
GIANMARIA – MOSTRO – VOTO 6
Gianmaria deve stare molto attento a non diventare la copia di se stesso. La canzone, troppo simile all’inedito che aveva prodotto alla fine di X-Factor dove la progressione parlato-cantato-urlato aveva già il fiato cortissimo. Lui è bravo e merita molto i più di questo perché può farcela, davvero.
MODÀ – LASCIAMI – VOTO 8
Si ribadisce voto e commento della scorsa esibizione: canzone dal sapore antico, sostenuto da una gran voce piena di grinta del cantante Kekko Silvestre. Sostenuto da un solido gruppo, con la sezione ritmica sembra messa un po’ in secondo piano che, però, non importa, perché il risultato è molto buono. Non si grida al miracolo ma almeno, oltre a essere orecchiabile, non è una canzone scontata.
WILL – STUPIDO – VOTO 5/6
Viene presentato sul palco dell’Ariston un brano pop grazioso, senza pretese. Forse un po’ scontato anche nel passaggio da canzone a flow ritmato. Ne abbiamo sentite così tante che questa si va solo ad aggiungere alla lista. È giovane, si farà… o forse no… chi lo sa. Per ora c’è ancora tanta roba da far crescere. Se questa crescita merita di attivarsi lo deve sapere lui.
Si conclude quasi alle 2 di notte la lunghissima carrellata di artisti di questa edizione del Festival 2023. Sarà contento Fiorello che, se ieri ha fatto le ore piccole con il dopo show, stanotte le farà piccolissime.