Film simili a Under Paris: 5 pellicole con gli squali se ti è piaciuto l’horror di Netflix

Su Netflix c’è un film che sta ottenendo un successo incredibile ed è stabilmente nella top 10 della piattaforma. Parliamo di Under Paris, film horror a tema squali diretto da Xavier Gens (Frontiers, Hitman – L’assassino) e prodotto da Netflix.

Il cinema è ricchissimo di pellicole con grosse creature, animali sempre più grandi che attaccano l’uomo ingaggiando battaglie spettacolari e spesso memorabili. In particolare, il cinema horror ci ha regalato film con gli squali che sono entrati nell’immaginario collettivo di ogni spettatore. Basti pensare a Lo squalo di Steven Spielberg, riconosciuto universalmente come un capolavoro anche dai neofiti e da chi non ama particolarmente questo genere. Che sia per la natura granguignolesca della messa in scena, per la spettacolarità action o per l’inclinazione alla critica sociale, questo genere di film ha saputo soddisfare (e continua a farlo) una grande fetta di pubblico, appassionato o meno.

Se ti è piaciuto Under Paris, di seguito proponiamo cinque film a tema squali che potrebbero interessarti.

Under Paris: 5 pellicole sugli squali se ti è piaciuto il film horror di Netflix

  • Lo Squalo (1975) di Steven Spielberg. Mai scelta d’apertura fu più facile di questa. E’ il capostipite del genere squali, un capolavoro che ha rivoluzionato non solo il cinema horror ma il mondo cinematografico nella sua interezza, e non è troppo avventato dire che esiste un prima e un dopo Lo squalo. Sangue, ironia, critica, epicità, paura: in questo film coesistono talmente tanti elementi che funzionano alla perfezione da trascinare il pubblico in uno spettacolo impossibile da dimenticare. Ad oggi rimane il miglior film a tema squali mai realizzato.

  • Blu profondo (1999) di Renny Harlin. Non sarà il film perfetto, di difetti ce ne sono, e non sarà neanche l’horror più elegante della storia, ma Blu profondo, nella sua grezza sincerità da film anni Novanta, riesce a divertire e a intrattenere come si deve. Nonostante alcuni effetti speciali grossolani, infatti, è impossibile non sentirsi oppressi nelle profondità di quel laboratorio sottomarino in cui veniamo immersi, senza troppi complimenti, al fianco di detestabili scienziati ed enormi squali mako geneticamente modificati. Il vostro senso del karma verrà sicuramente appagato.

  • Open Water (2003) di Chris Kentis. Più vicino al thriller che all’horror, Open Water in questa lista rappresenta un unicum per diverse ragioni. I fatti raccontati nel film sono realmente accaduti, o quantomeno si è cercato di ricostruire la vicenda nella sua più plausibile autenticità. Non troverete squali giganti e nemmeno un ritmo forsennato, ma piuttosto un realismo straziante ed efficace che fa percepire allo spettatore una sensazione di pericolo costante e sempre più intenso, che poi è alla base di ogni buona costruzione della suspense. Vedere per credere.

  • Paradise Beach – Dentro l’incubo (2016) di Jaume Collet-Serra. Paradise Beach, ovvero come ti prendo una location da sogno e la trasformo nel peggiore dei tuoi incubi. Palme, tavole da surf, scorci da cartolina e un acqua cristallina fanno da sfondo a uno dei film più interessanti di questo sottogenere. Parliamo di una lotta uno contro uno, tra ingegno e disperazione, che una ragazza ingaggia, suo malgrado, contro un gigantesco squalo in quella che doveva essere una tranquilla giornata di surf. La tensione è altissima dall’inizio alla fine, il ritmo ben gestito e la protagonista gode di un certo magnetismo grazie al quale sarà impossibile non immedesimarsi nella situazione (terribile) che sta vivendo.

  • 47 metri (2017) di Johannes Roberts. Apprezzato più dalla critica che dal pubblico, 47 metri è un buon esempio di horror psicologico, cosa rara nei film con grossi squali affamati. Il plot, interessante e per certi versi originale, si arricchisce di una costruzione narrativa che abbraccia sempre di più l’aspetto psicologico ed emozionale delle situazioni, pur mantenendo alta la paura che vuole suscitare nello spettatore. Consigliato anche il seguito, 47 metri – Uncaged, più action e in buona misura più spettacolare. Da evitare il terzo capitolo, semplicemente inutile.

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Giuseppe Avico