Fermare la fuga dei dati nel settore energetico, mettendo fine a potenziali truffe di cui sono vittima ormai troppo spesso i cittadini. Questo l’obiettivo di un esposto delle associazioni di categoria energetiche e dei consumatori, presentato oggi in conferenza stampa alla Camera dei Deputati, su iniziativa dell’On Luciano Ciocchetti (FdI) e inviato al Garante della Privacy, all’Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) e all’Agenzia Italiana per il Digitale.
“Non possiamo più tollerare chi lucra sulle utilities, alimentando uno spreco di denaro che invece dovrebbe restare nelle tasche dei contribuenti”. Queste le parole di Federico Bevilacqua, Presidente di Assium, associazione che tutela agenti, imprese e consumatori su bollette di luce, gas e telefonia. “A volte si banalizza, ma le bollette sono soldi che ogni mese famiglie e imprese sono costrette a pagare per vivere o accedere ai servizi primari come l’energia e il gas. Il settore non è marcio, c’è chi lavora in modo etico e professionale, ma vanno eliminate le mele marce. Dobbiamo dare dignità professionale a chi lavora nelle utilities”.
E’ capitato a tutti di ricevere chiamate da presunti truffatori, che ci contattano come rappresentanti delle associazioni dei consumatori, fornitori o distributori regionali di energia e che, per avvalorare la loro autenticità, forniscono al cliente dettagli sui dati personali come nome, indirizzo di fornitura, codice fiscale e codice cliente. Le informazioni sulle nostre utenze circolando anche sui social, dove possono perfino arrivare a essere messe in vendita quasi fossero un bene da supermercato. Il fenomeno ha raggiunto livelli allarmanti ed è per questo che le associazioni A.R.T.E, Assium, Assocall, Assocontact, Consumerismo, Osservatorio Imprese e Consumatori-Oic vogliono dire basta alla fuga dei dati che genera il telemarketing aggressivo.
Come reso noto dal Garante della Privacy, nonostante le 256 multe effettuate da quando il GDPR (regolamento generale sulla protezione dei dati ) è attivo, per un ammontare complessivo di 123.369.569 milioni di euro, si contano ugualmente circa 4000 segnalazioni ricevute al mese da parte dei cittadini. Tutto questo è possibile grazie ai traffici illeciti di dati telefonici, anche a causa della scarsa sicurezza dei sistemi di gestione energetici e al cosiddetto “CLI spoofing”, ovvero la tecnica che consente ai call center di modificare il proprio numero, in modo che l’utente visualizzi un contatto diverso da quello reale e risponda.
“Questa è una vicenda annosa in cui noi cittadini siamo coinvolti. Telefonate e inviti continui a passare da un gestore all’altro, da un’offerta all’altra. Il tutto in un Paese dove la presenza di persone anziane è significativa, quindi in molti casi non ha la capacità di comprendere la verità di quanto viene loro raccontato nelle telefonate. Molte cose sono state fatte negli ultimi anni, come il Registro delle Opposizioni, ma è evidente che non hanno raggiunto lo scopo. Con questa conferenza vogliamo che ci sia una presa di posizione forte per difendere i diritti dei cittadini. Cercherò di trasformare questo esposto in un’interpellanza parlamentare al governo, per supportarla”.
Rispondere a questa domanda non è facile, perché i filtri si stanno rivelando spesso inefficaci, con il paradosso che c’è chi arriva a non rispondere a numeri sconosciuti, anche quando arrivano magari da una struttura sanitaria che li contatta per un parente in pericolo. Ma uno dei consigli principali potrebbe essere quello di richiamare il numero da cui si è ricevuta la telefonata. Se è richiamabile e registrato al Roc, probabilmente è un soggetto che sta facendo correttamente il suo mestiere. Anche avere un messaggio preregistrato può essere utile, perché ci permette di avere il tempo per trovare un riscontro sul web rispetto a ciò che viene comunicato nell’audio. Affidarsi a un Utility Manager (figura professionale che affianca l’imprenditore o il privato nel gestire al meglio le bollette di luce, gas o telefonia) è un’altra mossa per difendersi. Bisogna ricordare inoltre che quando riceviamo chiamate abbiamo il diritto di sapere da dove provengono i dati e chiedere l’immediata cancellazione dalla lista dei contatti. Se la risposta è vaga o si ricevono frasi come: “Devo chiedere al mio capo”, questo non è buon segno. Evitare di dire “sì” senza capire bene ciò che si sta accettando.
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