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In Nuova Zelanda c’è una gara a chi uccide più gatti e animali selvatici

Lo scorso weekend, nell’isola di North Canterbury, in Nuova Zelanda, si è tenuta una controversa gara di caccia a vari animali selvatici, tra cui anche i gatti, in cambio di denaro. Alla fine, racconta il Guardian, ne sono stati uccisi circa 340 ed è stato elargito ai partecipanti il bottino più grande di sempre. L’evento, la North Canterbury Hunting Competition, si tiene ogni anno ed è aperto ad adulti e a bambini sopra i 14 anni. Gli animali bersaglio della caccia includono, oltre ai gatti, cervi, maiali, anatre, opossum e conigli. L’inserimento dei gatti tra gli animali cacciabili è avvenuto, non senza polemiche, l’anno scorso.

I perché della competizione

L’organizzatore dell’evento, Matt Bailey, ha spiegato che la categoria felina è stata inserita per aiutare la gestione dei gatti selvatici, che minacciano la fauna selvatica autoctona e trasmettono malattie che mettono a rischio il bestiame degli agricoltori. Al cacciatore che uccide più animali viene assegnato un premio di 500 dollari neozelandesi, poco meno di 300 euro. Chi uccide il gatto selvatico più grande, ne riceve ben 1000. Quest’anno alla gara hanno preso parte poco più di 1.500 persone, di cui circa 440 di età inferiore ai 14 anni.

I gatti selvatici e domestici rappresentano una seria minaccia per la biodiversità e la fauna selvatica autoctona della Nuova Zelanda. I felini, spiegano, cacciano uccelli e uova autoctone in via di estinzione, lucertole, pipistrelli e insetti. Ma la questione è comunque controversa e ha ormai aperto un grande dibattito in Nuova Zelanda. Qui, infatti, si registra uno dei tassi più alti al mondo di possesso di gatti pro capite, con quasi la metà delle famiglie che ne possiede uno.

Le polemiche

Gli attivisti per i diritti degli animali hanno condannato la competizione, sostenendo che è crudele verso gli animali, rende meno sensibili i bambini alla violenza e mette a rischio i gatti domestici. Non c’è nulla di buono “nell’incoraggiare i bambini a uccidere gli animali e le persone a tentare di lanciarci addosso opossum morti”, ha affermato Sarah Jackson, che ha partecipato alla protesta.

Dall’altra parte, Bailey ha affermato di “non essere troppo preoccupato per le persone che non capiscono, e nemmeno troppo preoccupato per i loro sentimenti”. I bambini delle zone rurali crescono in un ambiente in cui gli animali vengono cacciati, scuoiati, lavorati e mangiati, ha detto Bailey. “È la solita vita rurale”. I gatti selvatici, spiega, devono essere prima catturati per garantire che possano essere identificati come selvatici e poi devono essere uccisi usando almeno un fucile calibro 22. La caccia è limitata alle aree esterne a qualsiasi area residenziale, con trappole posizionate a una distanza minima di 10 km. Bailey ha affermato che è facile distinguere i gatti selvatici da quelli domestici. “Quando i randagi sono in gabbia, è abbastanza ovvio: sono come il diavolo sotto effetto di metanfetamine, cercheranno di attaccarti”.

Gianluca Pace

Laureato in Storia contemporanea, a Blitz quotidiano dal 2011. Qui mi occupo, si fa per dire, di quel che accade in questa misera Italia e nei dintorni. Con queste poche righe dovrei mettere in risalto, con un po’ di ironia e senza farlo notare troppo, le mie poche qualità. Ma insomma, alla fine che ci frega?

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