Gb, countdown alle nozze di William e Kate: Repubblicani anti-monarchici in fermento

William e Kate Middleton

LONDRA – A meno di un mese dal matrimonio di William e Kate un gruppo di repubblicani britannici sta complottando per fomentare la fine della monarchia. I nuovi ‘carbonari’ hanno mandato alcuni membri a Stoccolma in missione di addestramento: apparentemente in Svezia un gruppo ‘fratello’ è riuscito raddoppiare gli iscritti in occasione dell’ultimo matrimonio reale.

William e Kate si sposeranno il 29 aprile nell’abbazia di Westminster: tra torta nuziale, vestito da sposa, acconciatura di lei, souvenir, per i sudditi di Sua Maestà è scattata una soap opera con rivelazioni quotidiane e colpi di scena veri e presunti.

L’ultimo ‘scoop’ riguarda le tensioni tra Zara, la cugina di William anche lei in procinto di sposarsi con un asso del rugby, e la futura moglie del principe: la figlia della principessa Anna, una campionessa di equitazione coi piedi per terra, non può sopportare Kate che ha soprannominato ‘Barbie’: parola dell’Independent.

I Windsor d’altra parte, dietro la facciata compatta di ”azienda di famiglia”, hanno scheletri nell’armadio da vendere: una litania di imbarazzanti gaffe, le ultime attribuite al principe Andrea per le pericolose amicizie con discussi faccendieri, despoti mediorientali e un miliardario americano condannato per pedofilia, farebbero della famiglia reale un bersaglio appetibile in qualsiasi altro paese ma non la Gran Bretagna.

Oggi, ad esempio, si apprende che Elisabetta ha insignito il suo terzogenito della Gran Croce di Cavaliere dell’Ordine di Vittoria, una decisione stigmatizzata come ”poco saggia” dal popolare tabloid Daily Mail alla luce degli ultimi scandali.

In realtà la regina è un mito difficile da scalfire: i sondaggi mostrano che la monarchia nel Regno Unito gode del sostegno di un solido 70 per cento della popolazione, mentre Republic, il gruppo anti-monarchico nato nel 1983, ha solo 2.000 tesserati paganti, pari allo 0,0003 per cento della popolazione britannica.

E se il pubblico in Gran Bretagna è meno deferente di un tempo verso la sovrana che 21 aprile compirà 85 anni di cui quasi 60 sul trono, la popolarità dell’istituzione è altissima: questo è chiaramente un problema per Graham Smith, il direttore delle campagne repubblicane che conta di usare il matrimonio reale come punto di partenza per una riflessione sulla necessità di una struttura costituzionale alternativa.

Per Smith e i suoi accoliti il pretesto sono i costi del matrimonio che in parte è pagato dai contribuenti in un momento di austerity in cui tutti i britannici sono costretti a stringere la cinghia.

[gmap]

Gestione cookie