ROMA – Dal 6 al 16 settembre le strade di Roma saranno “invase” dalle geishe. Un evento unico al mondo e mai così fuori dal Giappone, che porterà le sacerdotesse del piacere e dell’arte per le strade della Capitale.
Si tratta del primo festival itinerante A Geisha Day in cui a Roma sarà possibile vivere la magia orientale, una fiera con stand ed esibizioni. Luisa Mosello su La Stampa scrive che non si tratta però di una semplice fiera, ma sarà un modo per conoscere da vicino la cultura giapponese grazie all’idea di Miriam Bendia, scrittrice appassionata di cultura orientale.
Chi lo desidera potrà dunque passare una giornata in compagnia delle geishe, dall’apprendista detta “maiko” fino alla geiko, una vera e propria “persona d’arte”. Gli eventi comprenderanno lezioni di danza, canto, applicazione del tipico make up bianco e la vestizione col kimono, detta kitsuke. Non mancheranno poi le feste serali, con esibizioni nella casa del tè, che per l’occasione sarà un ristorante in centro della Capitale.
Diventare una geisha è una vera e propria arte. Il nome viene da gei, o arte, e sha, persona, dunque si tratta di vere e proprie sacerdotesse che dedicano all’arte la propria vita per incarnare la perfezione e raffinatezza, detta Iki. Un livello che si raggiunge dopo un percorso che dura anni in cui si studiano musica, teatro, trucco, poesia e le cerimonie tradizionali giapponesi, oltre che la cultura generale necessaria all’arte della conversazione.
Spezzando a metà la parola si avrà gei (arte) e sha (persona), il che sta a indicare una sorta di sacerdotessa consacrata all’arte, che non può neanche sposarsi e che sacrifica la sua vita privata per incarnare l’Iki (perfezione e raffinatezza). A questo livello si arriva dopo un tirocinio assai lungo e parecchio complesso in cui si studiano molte materie, come accade nella scuola speciale di Kyoto che dura cinque anni: dalla musica al teatro, dal trucco alla poesia, dal cerimoniale tradizionale all’etichetta del luogo, dalla cultura generale alla conversazione.
La Bendia, che ha organizzato l’evento, ha spiegato a La Stampa la sua esperienza:
“Nelle ochaya di Kyoto vige la ferrea regola del “Ichigensan Okotowari” “No First Time Visitors/Customers”. Per essere ammesso al cospetto delle geisha, un cliente abituale della casa del tè deve presentarti e introdurti e, per tutta la serata, lui sarà responsabile per te, per il tuo comportamento nell’ochaya.
Quindi neanche andando fino in Giappone -si può essere sicuri di poter parlare con una geisha e di essere tra i suoi fortunati ospiti- continua la scrittrice-. ho avuto questo onore e questo piacere tante volte, dal 2005 a oggi. Le ho intervistate per i miei articoli e romanzi fotografici e ho dedicato loro due libri. Dal 2009 organizzo le Lezioni sull’Arte della Geisha. Ora mi piacerebbe condividere questa esperienza unica con i geisha fan italiani. Anche perché il mondo delle geisha rischia di scomparire, a causa della generale crisi economica e della difficoltà innegabile di questa “vocazione””.