Germaine Greer, la femminista dice la sua sullo scandalo molestie

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Germaine Greer

ROMA – “Il sesso è uno sport estremo in cui entrambe le parti possono farsi male”: parola di Germaine Greer, intellettuale australiana e una delle maggiori voci del femminismo del XX secolo, che fino a ora aveva taciuto sullo scandalo per le molestie sessuali che ha travolto Hollywood.

Sul Daily Mail, l’autrice del best seller internazionale “L’eunuco femmina“, ha pubblicato il suo esplosivo parere.

Cosa significa “Me too”? Apparentemente “Anch’io ho ricevuto delle proposte” o “Sono stata oggetto di avances”, scrive la Greer. Sembra far intendere che la donna conserva la virtù e il predatore è stato allontanato con la coda tra le gambe.

“La generazione di mio padre, in questi casi definiva gli uomini come “lupi”, altri li chiamavano “purè”. Nei film erano interpretati da Leslie Phillips, Terry-Thomas o Sid James: erano figure che rappresentavano degli sciocchi schifosi, che non riuscivano nel tentativo di corrompere donne più giovani, più belle e più sexy di loro”.

Il comportamento di questi personaggi lascivi è sempre stato patetico e/o ridicolo, come sembra essere la maggior parte di quelli come Harvey Weinstein. Chiunque esponga i genitali, ad esempio l’esibizionista sulla scala mobile, pensa di mostrare potere sessuale, ma di fatto è il contrario. Weinstein non è un dongiovanni ma un incompetente sessuale.

Le accuse di stupro sono diverse, naturalmente, ma la difficoltà è nel consenso: se un uomo credeva sinceramente che il rapporto fosse consensuale non poteva essere giudicato colpevole di stupro, ma con condanne difficili da far passare, questo criterio si è allentato.

Secondo la Greer “la legge sullo stupro è medievale e profondamente misogina. Ora possiamo aspettarci che le persone accusate di molestie sessuali, finora tutti uomini, useranno ogni risorsa a loro disposizione per combattere le accuse. La principale, e in molti casi l’unica, testimonianza contro di loro è quella delle vittime”.

Tutti gli accusati saranno abilmente difesi; gli avvocati avranno il compito di screditare le donne che hanno denunciato. Otto donne hanno già accettato somme di denaro da Weinstein in cambio del loro silenzio; c’è la possibilità che rompano quel silenzio che comunque svilirebbe la loro testimonianza.

Vale la pena ricordare, scrive la Greer sul tabloid britannico, che sebbene quasi 60 donne si siano fatte avanti con accuse contro Bill Cosby, includevano stupro, aggressione sessuale facilitata dalla droga, molestie e abusi sessuali su minori, l’unico caso contro di lui si è concluso con l’annullamento del processo.

Nell’esercito e in altre organizzazioni fondate su principi analoghi, c’è sempre stata una regola secondo la quale non è accettata la fraternizzazione tra i diversi gradi. Una persona, uomo o donna, con potere sui subordinati non può essere autorizzata a fare delle avances poiché potrebbe utilizzare la posizione di potere al fine di assicurarsi favori sessuali con la minaccia o la coercizione, osserva la Greer.

Il sesso è sempre stato uno sport estremo e i giocatori, di entrambe le parti, possono farsi male. L’aggressore assume un rischio e la vittima, soprattutto se è la sola presente con lui nella stanza d’albergo, corre ugualmente un rischio.

Negli anni Trenta, durante la Depressione, uno dei pochi modi in cui le giovani donne potevano guadagnarsi da vivere era fare le segretarie nelle stanze d’albergo di uomini d’affari che viaggiavano. Nel 1932, Joan Crawford in Grand Hotel recitò il ruolo della dattilografa Flaemmchen, la “piccola stenografa” che lavora alacremente ma non rifiuta qualche “viaggio d’affari” con i datori di lavoro per arrotondare la misera paga.

E’ una donna intelligente, moderna, dura e consapevole di non poter rinunciare alla sua fonte di sostentamento. Non è bello, non è certo Doris Day, ma è più dignitoso di questo pianto sulle sgradite avances.

Meryl Streep, nel corso del suo discorso al gala del National Board of Review che l’ha decretata miglior attrice dell’anno, ha confuso il pubblico esaltando gli uomini: “Li amo! So che è l’anno della donna ma, oh mio Dio! Gli uomini! Tutti i miei mentori sono stati degli uomini”.

Il che non è sorprendente, osserva la Greer, visto che quasi tutti quelli nella posizione di mentore erano solo uomini.
“Ho vissuto delle esperienze, soprattutto quando ero giovane e carina. Ora, nessuno si avvicina”, ha detto la Streep al New York Times. “Ma nel passato, quando tutti assumevano cocaina, circolavano parecchi comportamenti imperdonabili. Ora che le persone sono più mature e più sobrie, deve esserci il perdono, al riguardo la penso così. Sono stata davvero picchiata ma non ho intenzione di rovinare la vita di qualcuno, proprio no”.

Questa straordinaria affermazione, sostiene la Greer, non richiede molta riflessione: la cocaina era illegale, ma non il sesso. Nel contesto, il significato di “picchiata” è inimmaginabile.

“La Streep, forse un giorno sarà citata come teste e costretta a dare delle spiegazioni ma non mi faccio illusioni. Nessuno ha accusato Weinstein di assumere cocaina e la Streep l’aveva definito “un campione che ha fatto un ottimo lavoro”, afferma la scrittrice australiana.

L’originario movimento “Me Too” è stato creato circa dieci anni fa dall’attivista di colore Tarana Burke per affrontare il problema degli abusi sessuali sulle operaie di colore. Come tale, è stato pesantemente ignorato dalle attiviste femministe bianche fino a quando, nell’ottobre dell’anno scorso, l’attrice Alyssa Milano ha inviato un tweet che invitava le donne a protestare contro le molestie sessuali lanciando sul social l’hastag #metoo, sottolinea la scrittrice.

Ma quando il Time Magazine ha reso omaggio al movimento Me Too come persona dell’anno 2017, sulla copertina Tarana Burke era assente, conclude la Greer.

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