Gesù credeva nell’aldilà? Sembra una domanda retorica visto che uno dei cardini della dottrina cristiana sono la resurrezione della carne (che peraltro Gesù nega) la comunione dei santi e il paradiso (pare che inferno e purgatorio non ci siano più).
Eppure a leggere bene le parole di Gesù nei vari Vangeli il quadro è un po’ più complesso.
Gesù da buon ebreo del suo tempo non credeva in un immediato aldilà. Promette la resurrezione, quando ritornerà, alla fine del mondo. Ma non in carne e ossa, questo non pare lo abbia mai detto.
Sarebbe obiettivamente un problema l’aspetto fisico con cui ci dovremmo presentare al Giudizio Universale: Dio è onnipotente ma ricomporre la materia dei nostri corpi decomposti nelle tombe o ridotti in cenere da migliaia di anni di cremazioni sarebbe una bella sfida.
E poi come saremmo? come eravamo quando siamo morti? Bambini? Il giorno della prima Comunione? (e allora gli islamici o gli induisti?). La faccenda non può essere limitata ai soli cristiani, così come non fu nei fatti ai soli ebrei cui al suo tempo si si rivolgeva Gesù.
Lo stesso Gesù comunque taglia corta la questione: sarete come angeli risponde al provocatore che gliene con quale moglie si presenterà lui che di mogli ne ha avute sei.
Quindi resusciteremo in spirito?
Anche i teologi cristiani sembrano porsi il problema della resurrezione fisica di Gesù. Certo viene da chiedersi: se Gesù fosse risorto in carne e ossa come era sulla croce, perché discepoli e pie donne avrebbero avuto tante difficoltà nel riconoscerlo?
In ogni caso, Gesù risorto non si colloca in un aldilà aperto a tutti ma si piazza direttamente in cielo, dove ci aspetta, o almeno aspetta i migliori di noi, alla fine del mondo. Cosa faremo nell’attesa non è specificato.
I primi cristiani, che erano in prevalenza ebrei, risolsero la questione sulla traccia dei loro avi, facendo sparire il corpo di Gesù in cielo come avevano fatto con Mosè e Elia. In fondo la tradizione era quella: quando un profeta rompeva troppo lo sopprimevano e lo facevano ascendere in cielo.
E nel frattempo, in attesa del giudizio universale, come la mettiamo?
Qui la questione va un po’ al di là delle capacità di un umile cronista.
Si deve rilevare che in questi duemila anni la consapevolezza umana di quel che c’è oltre la apparente e tangibile materia. Già ai tempi di Gesù circolavano idee sofisticate come quelle di Platone ma Gesù pare non leggesse il greco or nemmeno esistessero traduzioni di Aristotele in aramaico.
Ma la scienza, specie negli ultimi 100 anni, ha rotto tutti gli argini rendendo verosimili le ipotesi più ardite.
E così quando moriamo cosa succede? Nessuno mi pare sia mai tornato indietro a raccontarlo. Ma qualcosa deve succedere. Qui il dogma della comunione dei santi si coniuga con le più nuove teorie sulla intelligenza collettiva.
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