Gesù diceva: Beati i poveri, beati voi che avete fame, sarete saziati, beati voi che ora piangete, sarete consolati

Gesù parlava così. “Beati i poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi che avete fame perché sarete saziati. Beati voi che ora piangete, perché sarete consolati”. 

È la versione originale delle beatitudini, fra le frasi più belle, emozionanti e toccanti attribuite a Gesù nei Vangeli.

Le parole riportate sopra non vengono dai Vangeli ma da un testo più antico, recuperato di recente, chiamato Fonte Q (da quelle che in tedesco vuol dire fonte).  

Fanno parte di una raccolta contenuta in un libretto intitolato “I detti di Gesù” di Santiago Gujarrro. La Fonte Q, secondo alcuni esperti, è una delle due fonti dei Vangeli di Luca e Matteo. (L’altra fonte è il Vangelo di Marco, che è il più antico).

Ritroviamo le beatitudini, in modo più articolato e ricco, nei Vangeli di Luca e soprattutto Matteo. Quella di Matteo è la versione più ricca e completa. Un mio amico anziano le sentì recitare per la prima volta negli anni ’60 da un supplente di filosofia. Segnarono la sua vita.

Ma Gesù non era solo un grandissimo predicatore. Era anche un abile organizzatore. Questo spiega la rapida diffusione del suo messaggio fra gli ebrei prima ancora della sua morte. Quando entrò in scena Saulo-Paolo, prima persecutore poi apostolo, la fede cristiana era già diffusa in tutto il medio oriente e cominciava a filtrare a Roma, dove esisteva (nella zona di Trastevere presso la Porta Portese) una importante colonia ebraica, tanto che anticamente quel tratto di lungofiume, sede del porto principale di Roma, era chiamato riva giudia. Nella zona si trovano i resti di una sinagoga. San Paolo, ai domiciliari, abitava sulla riva opposta, oggi San Paolo alla Regola.

Così Marco racconta.

In quel tempo, Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli –, perché essi andarono da lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni.
“Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè “figli del tuono”; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì”. Mc 3,13-19

Aggiunge Luca:

“Il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada.

“In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l’operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa.

“Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite: Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino. Io vi dico che in quel giorno Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città.

“I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse: «Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare.

“Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli». Lc 10

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Sergio Carli