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Gesù disse: Estote parati, la morte vi aspetta, domani è il giorno dei morti, ma la morte è in agguato ogni secondo

Gesù disse: Estote parati, stati pronti. La morte vi aspetta. Domani è il giorno dei morti, si ricordano e piangono i cari deceduti, si va al cimitero con mazzi di crisantemi. Ma la morte è in agguato ogni secondo, a ogni età, anche se i preferiti sono i più vecchi. La tragica fine della sciatrice Matilde Lorenzi, morta a 19 anni per una banale scivolata sul ghiaccio è un monito per tutti.

Estote parati

Gesù disse: Estote parati, la morte vi aspetta, domani è il giorno dei morti, ma la morte è in agguato ogni secondo – Blitzquotidiano.it

Estote parati si dice in latino: significa “siate preparati”, “siate pronti”. L’espressione ha origini nel Vangelo di Luca (Lc 12,40; Et vos estote parati, quia qua hora non putatis, Filius hominis venit; Siate preparati, perché nell’ora che non supponete, il Figlio dell’uomo viene) sia in quello di Matteo (Mt 24,44; Et vos estote parati quia qua nescitis hora, Filius hominis venturus est; Perciò anche voi state pronti, perché nell’ora che non immaginate, il Figlio dell’uomo verrà). Per i credenti, il senso è quello di essere “vigili” e di farsi trovare in grazia di Dio perché la morte può arrivare inaspettatamente, in qualsiasi momento.

Gesù credeva nell’aldilà?

Sembra una domanda inutile e superflua, visto che uno dei cardini della dottrina cristiana sono la resurrezione della carne (che peraltro Gesù nega) la comunione dei santi e il paradiso (pare che inferno e purgatorio non ci siano più).

Eppure a leggere bene le parole di Gesù nei vari Vangeli il quadro è un po’ più complesso.

Gesù da ebreo del suo tempo non credeva in un immediato aldilà. Promette la resurrezione, quando ritornerà, alla fine del mondo. Ma non in carne e ossa, questo non pare lo abbia mai detto.

Sarebbe obiettivamente un problema l’aspetto fisico con cui ci dovremmo presentare al Giudizio Universale: Dio è onnipotente ma ricomporre la materia dei nostri corpi decomposti nelle tombe o ridotti in cenere da migliaia di anni di cremazioni sarebbe una bella sfida

E poi come saremmo? come eravamo quando siamo morti? Bambini? Il giorno della prima Comunione? (e allora gli islamici o gli induisti?). La faccenda non può essere limitata ai soli cristiani, così come non fu nei fatti ai soli ebrei cui al suo tempo si si rivolgeva Gesù.

Lo stesso Gesù comunque taglia corta la questione: sarete come angeli risponde al provocatore che gliene con quale moglie si presenterà lui che di mogli ne ha avute sei.

Quindi resusciteremo in spirito?

Anche i teologi cristiani sembrano porsi il problema della resurrezione fisica di Gesù. Certo viene da chiedersi: se Gesù fosse risorto in carne e ossa come era sulla croce, perché discepoli e pie donne avrebbero avuto tante difficoltà nel riconoscerlo?

In ogni caso, Gesù risorto non si colloca in un aldilà aperto a tutti ma si piazza direttamente in cielo, dove ci aspetta, o almeno aspetta i migliori di noi, alla fine del mondo. Cosa faremo nell’attesa non è specificato.

I primi cristiani, che erano in prevalenza ebrei, risolsero la questione sulla traccia dei loro avi, facendo sparire il corpo di Gesù in cielo come avevano fatto con Mosè e Elia. In fondo la tradizione era quella: quando un profeta rompeva troppo lo sopprimevano e lo facevano ascendere in cielo.

Gesù risponde con chiarezza alla domanda: come saremo alla resurrezione? Ci sarà davvero la “resurrezione della carne”?

Gesù sembra smentirlo: la resurrezione ci sarà, ma sarà di puro spirito. E dal giorno della nostra morte al giorno di quella resurrezione come saremo, cosa faremo? Su questo è il mistero.

Vediamo il Vangelo di Marco

La domanda è: Mosè ci ha lasciato scritto che, se muore il fratello di qualcuno e lascia la moglie senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano sette fratelli: il primo prese moglie, morì e non lasciò discendenza. Allora la prese il secondo e morì senza lasciare discendenza; e il terzo ugualmente, e nessuno dei sette lasciò discendenza. Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».

Risponde Gesù: “Quando risorgeranno dai morti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli”. (Mc)

E quello di Luca

«I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui». (Lc)

E Matteo

«Alla risurrezione infatti non si prende né moglie né marito, ma si è come angeli nel cielo». (Mt)

E nel frattempo, in attesa del giudizio universale, come la mettiamo?

Qui la questione va un po’ al di là delle capacità di un umile compilatore.

Si deve rilevare che in questi duemila anni la consapevolezza umana di quel che c’è oltre la apparente e tangibile materia. Già ai tempi di Gesù circolavano idee sofisticate come quelle di Platone ma Gesù pare non leggesse il greco or nemmeno esistessero traduzioni di Aristotele in aramaico.

Ma la scienza, specie negli ultimi 100 anni, ha rotto tutti gli argini rendendo verosimili le ipotesi più ardite.

E così quando moriamo cosa succede? Nessuno mi pare sia mai tornato indietro a raccontarlo. Ma qualcosa deve succedere. Qui il dogma della comunione dei santi si coniuga con le più nuove teorie sulla intelligenza collettiva e sulla intelligenza genetica.

Gesù è risorto, le modalità sono descritte da duemila anni, è materia di fede e anche di ragionamento. Col corpo, come fa pensare il racconto delle donne che trovarono tomba vuota e lenzuoli piegati? O in una forma che ci spinge a pensieri sublimi, come dal racconto dei vangeli? Dalla cena in Emmaus al dito di san Tommaso, è una lettura affascinante e avvincente.

Il Vangelo di Marco, il più antico, riferisce così: “Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero.

Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro.

Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura». (Mc 16,9-15).

Gesù, le sue parole: dalle donne al bene, dalle beatitudini ai talenti, a questi link

Sergio Carli

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