Gesù disse: “Lasciate che i bambini vengano a me, sinite parvulos venire ad me”

Gesù disse: “Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. Sinite parvulos venire ad me, talium enim est regnum Dei. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso”
E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, ponendo le mani su di loro.
Il Vangelo di Marco (10, 13-16), il più antico e vicino a Gesù, scolpisce nella nostra memoria una invocazione delle più famose.
E lo stesso Marco aggiunge (9, 41-50):
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare”.

L’occasione fu che presentarono a Gesù dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. 
Gesù, al vedere questo, s’indigna e parla chiaro e forte.

Marco (9, 36-37)

E, preso un piccolo fanciullo, lo pose in mezzo a loro; poi lo prese in braccio e disse loro: “Chiunque riceve uno di questi piccoli fanciulli nel nome mio, riceve me e chiunque riceve me, non riceve me, ma colui che mi ha mandato”.

Marco (10,16)

E, presili in braccio, li benediceva ponendo le mani su di loro.

E conclude: “E siate in pace gli uni con gli altri”.

Matteo (19, 13-14)

Allora gli furono presentati dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse, ma i discepoli sgridarono quelli che glieli presentavano. Gesù però disse: “Lasciate i piccoli fanciulli e non vietate loro di venire a me, perché di questi è il regno dei cieli”.

Matteo (18, 2-6)

Ed egli, chiamato a sé un piccolo fanciullo, lo pose in mezzo a loro e disse: “In verità io vi dico: Se non cambiate e non diventate come i piccoli fanciulli, non entrerete affatto nel regno dei cieli. Chi, pertanto, si abbasserà come questo piccolo fanciullo, è lui il maggiore nel regno dei cieli. E chiunque accoglie un bambino come questo nel nome mio, riceve me. Ma chi avrà scandalizzato uno di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina da mulino e fosse gettato in fondo al mare”.

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Sergio Carli