Gesù e il libero arbitrio, una parabola chiude il dibattito sul free will, noi siamo fatti così ma decidiamo di testa nostra

Gesù spiega cosa Dio si aspetta da noi. Non è solo il Dio degli ebrei, di cui Gesù è profeta e forse mancato re, ne il Dio dei musulmani, degli induisti buddisti romani greci babilonesi. È Dio e basta.

Quello che abbiamo e siamo non è nostro merito o demerito perché così ci ha fatto il Padreterno. 
Ma nel come usiamo i doni che ci ha dato è insito il metro del giudizio cui saremo sottoposti un giorno collocato fra la nostra morte e la fine del mondo.

Qui si inserisce lo spazio del free will, il libero arbitrio. Il tema è tornato di attualità in queste settimane. Con l’uscita in America del libro

Il dibattito si è acceso tra filosofi e biochimici. In Italia hanno altro cui pensare.

Nel suo Vangelo, Luca (19,11-28) riprende la parabola dei talenti di Matteo cambiando unità di denaro, sostituendo i talenti con la mina, moneta che valeva un sessantesimo del talento.

Gesù disse dunque: “Un uomo di nobile stirpe partì per un paese lontano per ricevere un titolo regale e poi ritornare. Chiamati dieci servi, consegnò loro dieci mine, dicendo: Impiegatele fino al mio ritorno.
Ma i suoi cittadini lo odiavano e gli mandarono dietro un’ambasceria a dire: Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi.

Quando fu di ritorno, dopo aver ottenuto il titolo di re, fece chiamare i servi ai quali aveva consegnato il denaro, per vedere quanto ciascuno avesse guadagnato.

Si presentò il primo e disse: Signore, la tua mina ha fruttato altre dieci mine. Gli disse: Bene, bravo servitore; poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città.

Poi si presentò il secondo e disse: La tua mina, signore, ha fruttato altre cinque mine. A questo disse: Sarai tu pure a capo di cinque città.

Venne poi anche l’altro e disse: Signore, ecco la tua mina, che ho tenuto riposta in un fazzoletto; avevo paura di te che sei un uomo severo e prendi quello che non hai messo in deposito, mieti quello che non hai seminato.

Gli rispose: Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi.

Disse poi ai presenti: Toglietegli la mina e datela a colui che ne ha dieci. Gli risposero: Signore, ha già dieci mine!

Vi dico: A chiunque ha sarà dato; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici che non volevano che diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”.

Gesù parlava così, nel Vangelo, le sue parole più belle: una raccolta, delle frasi che colpiscono ancora nel 2023

La rivoluzione di Gesù, i nuovi comandamenti: chiedete e vi sarà dato, quanto volete che vi facciano voi fatelo

Gesù risponde: come saremo alla resurrezione? come angeli nei cieli, né mogli né mariti, sono uguali ad angeli

 

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Sergio Carli