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Gli album pubblicati all’estero nel 2024: Needlepoint, Karate, Tony Levin…

Dopo aver dato uno sguardo agli album pubblicati in Italia quest’anno, è arrivato il momento di parlarvi dei tantissimi album pubblicati all’estero nel 2024. Non solo tantissimi, ma anche di molti grandi nomi, anche se non sempre all’altezza delle aspettative… Di alcuni avrete sentito molto parlare, come di Luck and Strange di David Gilmour, dell’album omonimo di Liam Gallagher e John Squire, di Dark Matter dei Pearl Jam, di Moon Music dei Coldplay, di From Zero dei Linkin Park, di Wild Gold di Nick Cave and the Bad Seeds, di Saviors dei Green Day e, ovviamente, di Songs of a Lost World dei Cure.

Meno pubblicizzate, almeno qui da noi, sono state le produzioni di Joan As Police Woman, che ha pubblicato Lemons, Lime and Orchids, di Kim Deal con Nobody Loves You More, dei Pixies con The Night the Zombies Came, dei Deep Purple con =1, degli Smashing Pumpkins con Aghori Mhori Mei. Un caso a parte è l’ultimo album di Slash, Order of the Damned, come al solito con molte collaborazioni, ma in fin dei conti un album di cover blues un po’ deludente. In ambito live, vi segnalo l’uscita di Songs for a Nervous Planet, primo live album per i Tears for Fears e il bellissimo Swingin’ Live at the Church in Tulsa di Taj Mahal.

E poi ancora, Beth Hart con You Still Got Me, God is an Astronaut con Embers, Godspeed You! Black Emperor con No Title as for 13 February 2024 28,340 Dead, il cui titolo fa riferimento alle vittime della guerra in Israele. Per l’elettronica, vi segnalo l’uscita di Three dei Four Tet, mentre Maggot Mass di Pharmakon vira più sull’industrial. Come vedete, sono davvero tante le novità di quest’anno in ambito internazionale, e l’elenco sarebbe ancora lungo…

Perciò ho deciso di concentrarmi sui piccoli grandi capolavori di cui non parla praticamente nessuno, sperando nel mio piccolo di colmare un vuoto di informazione e un colpevole silenzio nei confronti di album che meriterebbero ben altra visibilità. Un’ultima precisazione prima di iniziare, però: per le novità in ambito prog, fate riferimento al recente articolo Il prog internazionale di oggi.

Menzioni d’onore

Sono talmente tante le uscite discografiche di qualità di quest’anno che non ho potuto dedicare adeguato spazio a tutte. Cercherò qui di compensare, indicandovi quegli album che non hanno trovato spazio nell’elenco successivo, anche se lo avrebbero meritato. Cominciamo con gli Hawkwind, che quest’anno hanno pubblicato Stories From Time and Space, ottimo album che non tradisce le aspettative.

In ambito blues, particolarmente interessanti sono The One & Only Scott H. Biram, di Scott H. Biram, e Naked Truth di Tinsley Ellis. The Hard Quartet hanno pubblicato un album omonimo di ottimo rock. Anche Bruce Dickinson, nel suo The Mandarke Project, mette insieme un album di tutto rispetto. The Last Will and Testament è l’album pubblicato quest’anno dagli Opeth, mentre Jerry Cantrell ha dato alle stampe I Want Blood, un buon album con interessanti lavori di batteria, come nella migliore tradizione del grunge.

Interessante anche The Last Flight dei Public Service Broadcasting, un concept album sull’aviatrice Amelia Earhart nel loro solito stile “post-rock”. I groove energetici e accattivanti dei Flagman si mescolano a comporre un buon album in Tastes Incredible. Norah Jones torna con Visions, una produzione perfettamente in linea con il suo stile. Interessanti anche due album di rock genuino: Rack dei Jesus Lizard e Ridiculous and Full of Blood di Julie Christmas.

Sempre in ambito rock, vi segnalo No Obligations delle Linda Lindas, band femminile di ragazze giovanissime tra i 14 e i 20 anni, e Cartoon Darkness degli australiani Amyl and the Sniffers. E ancora, i Floatsam and Jetsam con I Am the Weapon e il nuovo interessante album dei Nightwish, Yesterwynde. In ambito bluegrass, tra le molte produzioni, spiccano Labor of Lust di Kyle Tuttle, talentuoso suonatore di banjo già componente della band di Molly Tuttle (di cui però non è parente…), e Highway Prayers del virtuoso Billy Strings. Potrei continuare a sciorinare nomi e album, ma questi secondo me sono i più interessanti, a parte, ovviamente, quelli che seguono. Tenetevi forte!

King Gizzard and the Lizard Wizard, Flight b741

Flight b741 è il ventiseiesimo album di questa band estremamente prolifica, fondata nel 2010, e forse meriterebbe il titolo di album dell’anno. Sempre eclettiche e sempre sorprendenti, le produzioni degli australiani King Gizzard and the Lizard Wizard passano dal prog alla psichedelia, approdando spesso a sperimentazioni piuttosto ardite. Flight b741, pubblicato ad agosto, rappresenta un ritorno alle sonorità più blues rock: un fantasioso, fresco ed energetico ponte fra il sound degli anni Settanta e il rock dei giorni nostri. Qui sotto il video ufficiale della sesta traccia Le Risque.

Needlepoint, Remnants of Light

Uscito a ottobre, Remnants of Light è il sesto album in studio dei Needlepoint, band norvegese a metà fra il jazz-rock e il prog. Qui comunque le tracce raramente superano i 5 minuti. È un album ricco di brani che suonano moderni e freschi, nonostante i riferimenti al sound del jazz-rock psichedelico degli anni Settanta. Vi consiglio caldamente di ascoltarlo con cura. La terza traccia dell’album è While Our World Is Still Revolving.

Teho Teardo & Blixa Bargeld, Christian & Mauro

Christian & Mauro è il terzo album prodotto dalla collaborazione fra l’italiano Teho Teardo, autore fra l’altro di numerose colonne sonore, e il tedesco Blixa Bargeld, artista poliedrico già membro degli Einsturzende Neubauten e chitarrista di Nick Cave and the Bad Seeds. L’album è cantato in inglese, tedesco e italiano e, caratterizzato dal suono di un quartetto d’archi, si presenta come una moderna musica da camera sperimentale ed estremamente interessante. Per darvene un’idea, ho scelto la traccia Menschenentsafter.

Fractal Sextet, Sky Full of Hope

Dato alle stampe solo pochi giorni fa, Sky Full of Hope è il secondo album del progetto Fractal Sextet, creato da Stephen Thelen, sperimentatore americano nato in Svizzera. Questo album, in particolare, è arricchito dal basso di Colin Edwin, ex Porcupine Tree. Ci si trovano tanta poliritmia e sperimentazione: un album in cui si incontrano musicisti jazz, classici, psichedelici… e con risultati eccellenti! La title track Sky Full of Hope è la seconda traccia dell’album.

Karate, Make It Fit

Make It Fit è il settimo album per i Karate, band di Boston che non pubblicava musica da circa venti anni. Ed è un ritorno in grande stile, con il loro rock colorato di toni fusion. Un album che certamente non deluderà le aspettative di chi conosceva i loro lavori degli anni Novanta. Defendants è la traccia di apertura e dà un’idea chiara di cosa si può trovare all’interno dell’album.

Tony Levin, Bringing It Down to the Bass

In questo articolo non troverete riferimenti alle pubblicazioni jazz e fusion, principalmente per motivi di spazio. Ma in questo caso ho deciso di fare un’eccezione. Pubblicato a settembre, Bringing It Down to the Bass non è solo un altro album di fusion del grande bassista Tony Levin, ma anche un album ricco di importantissime collaborazioni, tra cui Manu Katché, Vinnie Colaiuta, Mike Portnoy, Pat Mastellotto, Steve Gadd, Robert Fripp… Insomma, non solo basso, ma tanta ottima musica in queste quattordici tracce. Nel video, la title track Bringing It Down to the Bass.

Sleepytime Gorilla Museum, Of the Last Human Being

Dopo quasi venti anni dall’ultimo album in studio, tornano quest’anno anche gli Sleepytime Gorilla Museum, un collettivo di artisti dadaisti che ci ha abituato ad aspettarci soluzioni musicali sempre originali e visionarie. Of the Last Human Being non tradisce assolutamente le aspettative, ricco come è di lunghi brani dalle variegate atmosfere, di una storia visionaria e di strumenti inusuali nel rock. Salamander in Two Worlds è la traccia di apertura dell’album.

Jack Dupon, Toucan

Ancora un album di ambito sperimentale, degno esempio delle frontiere musicali dei giorni nostri. Arrivano dalla Francia i Jack Dupon, una band che si muove tra le improvvisazioni del Rock in Opposition e i groove ipnotici della psichedelia. Spesso associati ai King Crimson e a Frank Zappa, i Jack Dupon si sono fatti notare sempre di più negli anni, accumulando premi e onorificenze. Toucan, pubblicato a febbraio di quest’anno, si apre con la traccia Grand Toucan, nel video eseguita dal vivo.

Seasick Steve, A Trip a Stumble a Fall Down on Your Knees

Pubblicato a giugno di quest’anno, A Trip a Stumble a Fall Down on Your Knees è il tredicesimo album di Seasick Steve, grande bluesman americano che suona quasi esclusivamente chitarre modificate e personalizzate. Dodici brani di musica ben radicata nel blues delle origini, ma allo stesso tempo proiettata nell’era moderna. La seconda traccia dell’album è Internet Cowboys, nel video eseguita dal vivo al Glastonbury Festival 2024.

Walter Trout, Broken

Per finire, un altro eccezionale album di blues. Il leggendario Walter Trout, già chitarrista con John Lee Hooker, Big Mama Thornton, Canned Heat e John Mayall, torna con un nuovo album di grande blues e rock. In Broken troviamo anche molte partecipazioni importanti, fra cui Beth Hart in una splendida interpretazione nella title track dell’album e Dee Snider, ex cantante dei Twisted Sisters, in questa I’ve Had Enough.

 

Published by
Roberto Cruciani