Hybris o hubris è una parola greca di antico valore. Rappresenta il senso di superiorità dell’uomo che lo spinge a atti di sfida verso la divinità.
Ne fu simbolo Prometeo, che rubo il fuoco agli dei per darlo agli uomini.
Rilancia il concetto di hubris Italo Bocchino nel suo recente libro “l’Italia è di destra: Contro le bugie della sinistra”.
Bocchino lo applica a due protagonisti della politica italiana di oggi, i due Matteo, Renzi e Salvini. Certo i due non sono Prometeo e non hanno fatto nemmeno niente di buono per l’umanità. Ma il concetto calza a pennello.
Per le nuove classi dirigenti di qualsiasi colore politico, spiega Bocchino, il rischio più concreto è sempre l’hybris, quell’annebbiamento da potere che a Roma si respira nell’aria. Qui forse Bocchino esagera un po’ quando afferma che Meloni e anche i suoi collaboratori sono stati attenti a mantenersi immuni”. I casi contrari sono una lunga lista ma pe ti ora loro sono al potere: è li che si perde la testa.
Sto seguendo da tempo la doppia serie turca su Solimano il Magnifico e il grande secolo ottomano. I casi di hybris che porta una serie di gran visir e altri personaggi a perdere la testa non per esaltazione ma decapitazione sono numerosi e educativi.
A Renzi e Salvini è andata meglio che a Ibrahim. Anche se, spiega Bocchino, la storia è sempre quella, come cantava o scio Ratella.
“Renzi ha pagato quella che i greci chiamavano hybris, la tracotanza che portava gli uomini a sfidare il fato sopravvalutando le proprie forze e finendo puniti dagli dèi.
“La stessa hybris del Salvini del Papeete. Anche Salvini ha pagato l’errore di un governo senza investitura popolare, quando nel 2018 aveva dato vita con i 5Stelle al governo gialloverde sganciandosi dalla coalizione di centrodestra”.
Per completare il quadro, tre difinizioni di hybris.
Dizionario Oxford. Presso gli antichi Greci, l’orgogliosa tracotanza che porta l’uomo a presumere della propria potenza e fortuna e a ribellarsi contro l’ordine costituito, sia divino che umano, immancabilmente seguita dalla vendetta o punizione divina ( tísis ): concetto di fondamentale importanza in alcuni scrittori greci, specialmente in Eschilo.
Treccani. Traslitterazione del gr. ὕβρις, che significa genericam. «insolenza, tracotanza», e nella cultura greca antica è anche personificazione della prevaricazione dell’uomo contro il volere divino: è l’orgoglio che, derivato dalla propria potenza o fortuna, si manifesta con un atteggiamento di ostinata sopravvalutazione delle proprie forze, e come tale viene punito dagli dèi direttamente o attraverso la condanna delle istituzioni terrene (per es., la h. di Prometeo).
Wikipedia. Hybris (in greco antico: ὕβρις?, hýbris, [ˈhyːbris]) è un topos (tema ricorrente) della tragedia greca e della letteratura greca, che definisce un tratto della personalità o un’azione connotata da superbia o eccessivo orgoglio, o di disprezzo per l’ordine umano o divino. Il termine è in parte traducibile come “arroganza”, e può essere riferito a un atto consistente in una grave offesa o violazione compiuta per effetto dell’arroganza.
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