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Ia, Intelligenza Artificiale, in Germania si chiama KI nel giornale Bild ha già fatto fuori 200 giornalisti

Ia, Intelligenza Artificiale, in Germania si chiama Ki, Künstliche Intelligenz, nel giornale Bild ha già fatto fuori 200 giornalisti: un vecchio reporter difende il mestiere, Roberto Giardina su Italia Oggi.

La Ia, intelligenza artificiale, diventa in tedeco Ki, Künstliche Intelligenz, intelligenza artificiale, e sta per invadere le redazioni di giornali e riviste.

La Germania è sempre stata la prima, nel bene e nel male, nel copiare l´America. Per gli articoli, i commenti, le inchieste, non serviranno piú i cronisti.

Un bel risparmio, forse un suicidio. Comincia la popolare Bild Zeitung che riduce i giornalisti  di 200 unità grazie alla Ki. La Bild fu creata da Axel Springer nell´immediato dopoguerra, grazie alla licenza accordata dagli alleati che occupavano la Germania dopo la fine del Terzo Reich nazista.

La testata era già moderna, letteralmente vuol dire Giornale Immagine, poche pagine con molte foto e un testo ridotto all´essenziale. E fu un successo immediato.

I giornali tradizionali pubblicavano lunghi articoli in un tedesco a volte difficile per lettori normali, e neanche una foto in prima pagina. La Bild vietò i congiuntivi, e le subordinate, che in tedesco cambiano la struttura della frase, e usò  appena duemila parole, quelle conosciute da tutti.

Anche oggi chi desidera imparare il tedesco dovrebbe cominciare con il leggere la Bild. Solo lo stile potrebbe essere imitato dalla Ki.

La Bild non era amata dai giovani, e a sinistra. Nel ´68 venivano dati alle fiamme i suoi camioncini. Axel Springer imponeva di scrivere sempre tra virgolette Ddr, la Deutsche Demokatrisce Republik, definita anche zona di occupazione sovietica. Era un revanscista di destra.

L´ufficio di corrispondenza de Il Giorno, il giornale che mi inviò giovane in Germania, si trovava proprio nella redazione della Bild, nella sede centrale della Springer ad Amburgo. Uno scambio tecnico e non una alleanza politica, tra il mio giornale progressita, e la Bild. Una  collega tedesca era ospitata da noi a Milano. Si risparmiavano le spese, tutto qui.

E io potevo osservare i redattori al lavoro a Amburgo, un team di cervelli che ogni giorno sceglieva il titolo di prima pagina per tutta la Germania, e quando mancava un tema, un titolo diverso per ogni edizione locale, per Monaco, o per la Berlino divisa dal muro.

Nessuna KI potrebbe sostituirli. I colleghi erano in maggioranza socialdemocratici, di sinistra, e grandi professionisti. Si può dire che la Bild fosse un giornale tecnicamente ben fatto, senza essere di destra?

Si ricorda il titolo “Wir sind Papst” quando fu eletto Ratzinger. Siamo tutti Papa, i tedeschi, anche gli atei, si sentivano finalmente sollevati dal peso del passato. Un titolo geniale entrato nella storia del giornalismo, che nessuna Ki potrebbe escogitare.

Io ne ricordo altri: prima delle elezioni del ´72, su tutta la  prima pagina il titolo sull’aumento del prezzo delle patate, e di altri generi alimentari, e in basso un piccolo riquadrato con poche parole di Franz Josef Strauss: i socialdemocratici provocano inflazione. Se le patate costavano di più la colpa era di Willy Brandt, ma la Bild lo lasciava pensare ai lettori.

O ancora: “Si uccide,  stava sempre seduto al computer”. Il giornale riportava le parole della madre, era vero, ma il figlio era anche disoccupato. La Bild provocò allarme, ma senza mentire.

Un cinismo da non approvare. I commenti non erano affidati agli aggettivi dei giornalisti, ma al montaggio dei titoli, nella stessa pagina. Il giudizio era affidato ai lettori, che venivano invitati a collaborare.

Le notizie da prima pagina spesso arrivavano dalla provincia, inviate da un cittadino, che veniva ricompensato perfino con mille Deutsche Mark, un milione di lire. Uno scrisse che a Bibebarach, 34mila abitanti Nel Baden-Württemberg, non si affittavano case agli italiani.

Io lessi la notizia in anticipo, e potei scrivere una trentina di righe, che Il Giorno pubblicò, in neretto con un titolo a otto colonne in prima. E poi il direttore mi inviò a Biberach per un’inchiesta, pubblicata su due pagine, e potei parlare con tutti, dal sindaco all´oste, dal prete al poliziotto, senza dimenticare i miei siculi immigrati in Germania.

La mia non è una difesa della Bild, che dal record di 4,5 milioni di copie, e 13 milioni di lettori, e scesa a poco più di un milione, ma del mestiere del cronista. Le regole sono semplici: andare sul posto, parlare con i testimoni, e scrivere quel che si crede di avere visto. Non quello che mi suggerisce un algoritmo.

da Italia Oggi

Marco Benedetto

Ha fondato Blitz e lo ha diretto fino al 2018. Ha anche firmato oltre 200 articoli. Ora si è ritirato, come conviene all’età, ma ogni tanto non perde l’occasione per dire la sua.

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