Bere caffè o tè può aiutare a ridurre il rischio di demenza? Nuove ricerche suggeriscono che potrebbe esserci una correlazione tra il consumo di queste bevande popolari e la prevenzione della demenza, in particolare per le persone con ipertensione. I
Negli ultimi anni, numerosi studi hanno indagato il legame tra consumo di caffeina e salute cognitiva, con risultati promettenti che suggeriscono che un moderato consumo di caffè o tè potrebbe offrire protezione contro il declino cognitivo. Un recente studio pubblicato su Scientific Reports, basato su dati provenienti dalla U.K. Biobank, ha esaminato il comportamento di oltre 453.000 partecipanti e ha scoperto che, per le persone con pressione alta, bere da mezza a una tazza di caffè o da quattro a cinque tazze di tè al giorno è stato associato a un minor rischio di sviluppare demenza.
Il ruolo della pressione alta nel rischio di demenza
L’ipertensione è un fattore di rischio ben documentato per numerose malattie, incluse quelle neurodegenerative come la demenza. Secondo Verna Porter, una neurologa specializzata nella malattia di Alzheimer e disturbi neurocognitivi presso il Pacific Neuroscience Institute, la pressione alta, soprattutto se non trattata in età adulta, può danneggiare i vasi sanguigni nel cervello. Questo danno provoca una ridotta perfusione cerebrale e microlesioni, che a loro volta portano al deterioramento cognitivo. A lungo termine, questo processo può favorire l’insorgenza della demenza, compresa la demenza vascolare e il morbo di Alzheimer.
L’ipertensione cronica può inoltre contribuire a una serie di altri problemi vascolari, tra cui il diabete e l’iperlipidemia, che a loro volta aumentano il rischio di declino cognitivo. Porter sottolinea come il controllo della pressione sanguigna sia una delle chiavi principali per ridurre il rischio di demenza e altre malattie neurodegenerative.
Il legame tra caffè, tè e demenza
Il consumo di caffè e tè è spesso oggetto di discussione quando si tratta di salute e benessere. Il caffè è noto per i suoi effetti stimolanti grazie alla caffeina, mentre il tè è spesso apprezzato per le sue proprietà antiossidanti. In questo contesto, i ricercatori si sono chiesti se queste bevande possano influire sulla salute cerebrale, in particolare in relazione alla demenza.
Lo studio condotto dai ricercatori della U.K. Biobank ha fornito dati preziosi, mostrando che bere una quantità moderata di caffè e tè potrebbe ridurre il rischio di demenza tra coloro che soffrono di ipertensione. In particolare, si è osservato che il consumo di mezza tazza di caffè o quattro-cinque tazze di tè al giorno era associato ai più bassi rischi di sviluppare demenza per tutte le cause. Questi risultati suggeriscono una possibile relazione protettiva tra il consumo moderato di queste bevande e la salute cognitiva, almeno tra le persone con pressione alta.
È interessante notare che lo studio ha rilevato una “relazione a forma di J” tra il consumo di caffè e il rischio di demenza per tutte le cause nei partecipanti con ipertensione. Questo tipo di relazione suggerisce che bere quantità moderate di caffè è più vantaggioso rispetto al non berne affatto o consumarne in grandi quantità. Lo stesso vale per il tè, dove si è osservata una “relazione a forma di U”, indicando che bere una quantità media di tè (quattro-cinque tazze al giorno) riduce il rischio di demenza rispetto a non consumarne o consumarne eccessivamente.
Caffè e tè: una protezione mirata alla demenza vascolare?
Un altro aspetto rilevante dello studio è la distinzione tra i diversi tipi di demenza, in particolare la demenza vascolare e il morbo di Alzheimer. Mentre la demenza vascolare è causata da problemi di circolazione sanguigna nel cervello, l’Alzheimer è caratterizzato da un accumulo anomalo di proteine che distruggono i neuroni. La ricerca ha evidenziato che il consumo di tè e caffè sembra essere più efficace nel ridurre il rischio di demenza vascolare, suggerendo che queste bevande potrebbero avere un effetto positivo sulla salute vascolare cerebrale.
L’assunzione di caffeina, in particolare, è stata associata a una riduzione del rischio di demenza vascolare. I partecipanti con pressione alta che consumavano quantità moderate di caffeina hanno mostrato un rischio ridotto di sviluppare questa forma di demenza, rispetto a chi ne consumava di più o di meno. Al contrario, lo studio non ha trovato associazioni significative tra il consumo di caffè o tè e la demenza nei partecipanti senza ipertensione, il che suggerisce che l’effetto protettivo di queste bevande potrebbe essere particolarmente rilevante per chi soffre di pressione alta.
Il tipo di caffè fa la differenza?
Un altro aspetto interessante emerso dallo studio è la distinzione tra i diversi tipi di caffè consumati dai partecipanti. I risultati hanno mostrato che il caffè macinato era associato a un rischio più basso di demenza, sia per tutte le cause che per la demenza vascolare, rispetto al caffè decaffeinato. Questo suggerisce che non è solo la caffeina a giocare un ruolo importante, ma anche altre componenti presenti nel caffè macinato, come gli antiossidanti.
Questi dati indicano che il tipo di caffè che si consuma potrebbe influenzare il rischio di demenza, anche se ulteriori studi saranno necessari per confermare questi risultati e capire meglio i meccanismi sottostanti.
Consumo eccessivo di caffeina: un’arma a doppio taglio?
Sebbene il consumo moderato di caffè e tè sembri essere associato a un rischio ridotto di demenza, lo studio ha evidenziato che un’assunzione eccessiva di caffeina potrebbe avere effetti negativi. In particolare, bere sei o più tazze di caffè al giorno è stato collegato a un aumento del rischio di demenza. Questo suggerisce che, come per molte altre sostanze, è importante trovare un equilibrio nel consumo di caffeina.
Gli esperti sottolineano che bere caffè o tè con moderazione può essere parte di una dieta sana e bilanciata, ma che eccedere potrebbe avere effetti dannosi. L’eccesso di caffeina può infatti aumentare la pressione sanguigna, un fattore che a sua volta contribuisce al rischio di sviluppare demenza.
È fondamentale ricordare che questi risultati sono preliminari e che saranno necessarie ulteriori ricerche per stabilire una connessione causale definitiva. Come sottolineato dagli stessi autori dello studio, esistono alcune limitazioni legate ai dati, come il fatto che la U.K. Biobank tende a includere partecipanti più attenti alla salute, il che potrebbe influenzare i risultati. Inoltre, i dati sul consumo di caffè e tè sono stati auto-riportati dai partecipanti, il che potrebbe introdurre qualche margine di errore.
Verna Porter ha commentato che, sebbene i risultati siano promettenti, sono necessari ulteriori studi per esplorare i meccanismi biologici che legano il consumo di caffeina alla riduzione del rischio di demenza. Le proprietà antiossidanti del caffè e del tè, gli effetti vascolari della caffeina e altri composti presenti in queste bevande potrebbero tutti giocare un ruolo, ma è necessario comprendere meglio come questi fattori interagiscano.