Il cloud computing compie 25 anni

Compie 25 anni il cloud computing, l’invenzione che ha modificato le modalità di gestione e archiviazione dei dati di privati ed imprese e che attualmente ci permette di conservare, elaborare e trasmettere dati e documenti elettronici in completa sicurezza. Una tecnologia che ha dato impulso alla quarta rivoluzione industriale, cambiando le modalità di condivisione dei dati e le nostre abitudini. 

Negli ultimi anni a determinare il successo del cloud è stata soprattutto l’introduzione di elevati standard di sicurezza, che hanno permesso ad aziende e professionisti di avviare un percorso sempre più orientato all’utilizzo di questa tecnologia che di recente ha coinvolto in maniera sempre più ampia anche la PA. Il cloud, inoltre, è uno degli elementi fondamentali individuati dal PNRR per promuovere il percorso di digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni, e questo aspetto non mancherà di avere effetti positivi nel contesto sociale e imprenditoriale. Infatti, come riportato da InfoCert, azienda leader nel settore, un unico sistema cloud nazionale permetterebbe maggiore efficienza e anche un risparmio stimato in circa 500 milioni di euro l’anno.

I vantaggi per chi applica procedure di conservazione digitale dei documenti in formato elettronico sono numerosi in termini di riduzione dei costi, efficienza e sicurezza. Il cloud, inoltre, sempre secondo InfoCert, ha permesso ad aziende e professionisti di avere un maggior controllo dei propri processi documentali e ha saputo garantire un risparmio in termini di tempo e denaro favorendo, grazie a un ridotto uso della carta, i processi legati a pratiche ecosostenibili.

Diffusione del cloud in Italia

Il termine cloud computing è stato utilizzato per la prima volta il 26 ottobre del 1996 dal professore d’informatica Ramnath Chellappa, che durante una conferenza a Dallas ad oggetto l’Intermediaries in Electronic Markets lo definì il “nuovo paradigma informatico in cui i confini saranno determinati dalla logica economica piuttosto che dai limiti tecnologici”. Da allora questa tecnologia ha segnato la fine dell’era analogica, dando la possibilità a milioni di aziende in tutto il mondo di risparmiare sui costi di acquisto dei data center e dei server fisici, trasferendo nella nuvola digitale tutti i documenti necessari allo sviluppo del proprio business.

Le caratteristiche di questa tecnologia ne hanno permesso una rapida diffusione anche in Italia: secondo il report dell’Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Unione Europea, circa il 60% delle imprese italiane utilizza servizi di conservazione digitale dei dati. Le aziende, infatti, sono sempre più interessate a ottimizzare le risorse a disposizione, introducendo nuove modalità di innovazione digitale e il cloud storage, che consente di conservare i documenti con modalità digitali e di distruggere, nei casi previsti dalla legge, gli originali cartacei, si candida ad essere la tecnologia più idonea per l’archiviazione dei documenti.

I dati sull’adozione del cloud da parte delle aziende italiane superano la media europea (42%) e posizionano il nostro Paese al 5° posto in Europa, davanti alla Germania (40%) e alla Francia (30%). Le imprese italiane hanno saputo intercettare le opportunità offerte da questa nuova tecnologia, introducendo nuovi processi di archiviazione e controllo dei dati che garantiscono il risparmio e l’ottimizzazione delle risorse, componenti fondamentali per affrontare le sfide poste dal mercato interno e da quelli internazionali.

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