Lifestyle

Il digiuno intermittente aiuta a prevenire i coaguli di sangue

Una nuova ricerca ha evidenziato un legame tra il digiuno intermittente e la prevenzione dei coaguli di sangue. La formazione di coaguli può contribuire a eventi potenzialmente letali come ictus e infarti, rendendo essenziale individuare strategie efficaci per ridurne il rischio. Secondo uno studio pubblicato su Life Metabolism, il digiuno intermittente potrebbe influenzare positivamente il processo di coagulazione del sangue, grazie alla produzione aumentata di acido indolo-3-propionico da parte dei microrganismi intestinali.

Il ruolo del digiuno intermittente nella riduzione del rischio trombotico

Il ruolo del digiuno intermittente nella riduzione del rischio trombotico (blitzquotidiano.it)

La formazione di coaguli di sangue è un processo complesso che coinvolge l’attivazione delle piastrine, cellule ematiche responsabili della coagulazione. Tuttavia, un’eccessiva attivazione piastrinica può portare alla formazione di trombi, aumentando il rischio di ictus e infarto. Lo studio ha analizzato l’impatto del digiuno intermittente su questo meccanismo, coinvolgendo sia esseri umani che modelli animali.

I ricercatori hanno reclutato 160 partecipanti con malattia coronarica, escludendo coloro che assumevano farmaci antipiastrinici o che soffrivano di anemia e insufficienza cardiaca. I soggetti sono stati divisi in due gruppi: uno ha seguito un regime di digiuno intermittente, mentre l’altro ha mantenuto una dieta libera. Dopo dieci giorni, sono stati raccolti campioni di sangue per valutare le differenze nei processi di coagulazione.

Parallelamente, anche i topi utilizzati nello studio sono stati suddivisi tra coloro che praticavano il digiuno intermittente e quelli che seguivano una dieta normale. I risultati hanno mostrato che il digiuno intermittente inibisce l’attivazione e l’aggregazione piastrinica, riducendo così il rischio di formazione di trombi.

L’acido indolo-3-propionico e il suo effetto sulla coagulazione

I ricercatori hanno individuato un metabolita chiave nel processo: l’acido indolo-3-propionico (IPA), prodotto dalla flora intestinale. Analizzando i campioni di sangue dei partecipanti umani e dei topi, è emerso che chi praticava il digiuno intermittente presentava livelli più elevati di IPA, il quale agisce direttamente sull’attivazione piastrinica. Gli studi sui topi hanno inoltre rivelato che la somministrazione di IPA prolungava il tempo di coagulazione, con effetti simili a quelli del farmaco antipiastrinico clopidogrel.

L’IPA sembra agire tramite il recettore X dei pregnani (PXR), influenzando la risposta piastrinica e riducendo la propensione alla formazione di trombi. Inoltre, i topi sottoposti a trattamento antibiotico, che riduceva la presenza di IPA, mostravano un aumento dell’attivazione piastrinica, confermando il ruolo cruciale della flora intestinale.

Un’ulteriore sperimentazione ha coinvolto l’introduzione nei topi del batterio Clostridium sporogenes, noto per produrre IPA. Gli animali trattati con questo batterio hanno mostrato un aumento dei livelli di IPA e una significativa riduzione della formazione di coaguli. I risultati suggeriscono che il digiuno intermittente possa influenzare la coagulazione del sangue attraverso la modulazione del microbiota intestinale.

Benefici per il cuore e il cervello

Un aspetto particolarmente rilevante della ricerca riguarda l’impatto del digiuno intermittente su condizioni ischemiche, come l’ischemia cerebrale (blocco del flusso sanguigno al cervello) e l’ischemia miocardica (blocco del flusso sanguigno al cuore). I topi sottoposti a digiuno intermittente hanno mostrato una riduzione dei danni cerebrali e cardiaci rispetto a quelli con dieta libera, suggerendo un potenziale effetto protettivo di questa pratica alimentare.

Il dottor Christopher Yi, chirurgo vascolare del MemorialCare Orange Coast Medical Center, ha commentato i risultati sottolineando l’importanza di questa scoperta come possibile alternativa non farmacologica alla gestione del rischio trombotico. Secondo Yi, l’IPA potrebbe offrire un’efficacia comparabile al clopidogrel, fornendo ai medici un nuovo strumento per la prevenzione cardiovascolare.

Limiti dello studio

Nonostante i risultati promettenti, lo studio presenta alcune limitazioni. Parte della ricerca è stata condotta su modelli animali, il che richiede ulteriori verifiche per confermare gli effetti sull’uomo. Inoltre, la durata dell’intervento è stata di soli dieci giorni, senza dati sugli effetti a lungo termine del digiuno intermittente. Il tipo specifico di digiuno intermittente utilizzato nello studio potrebbe non essere rappresentativo di tutte le varianti di questa pratica alimentare.

Gli autori dello studio sottolineano la necessità di ulteriori ricerche per confermare le loro scoperte e comprendere meglio i meccanismi alla base degli effetti osservati. Sarà importante valutare il digiuno intermittente su una popolazione più ampia e diversificata, oltre a esaminare eventuali interazioni con altre terapie cardiovascolari.

Il digiuno intermittente come strategia per ridurre il rischio cardiovascolare

I risultati di questa ricerca suggeriscono che il digiuno intermittente potrebbe rappresentare una strategia efficace per ridurre il rischio di trombosi. Oltre alla modulazione della coagulazione sanguigna, il digiuno intermittente è già noto per i suoi benefici sul controllo del peso, la sensibilità all’insulina e la riduzione dell’infiammazione sistemica.

Il dottor Patrick Kee, cardiologo presso Vital Heart & Vein, ha evidenziato l’importanza di un’alimentazione equilibrata per migliorare la salute intestinale. Secondo Kee, combinare il digiuno intermittente con una dieta ricca di fibre, verdure a foglia verde, legumi e yogurt potrebbe favorire la crescita di batteri benefici e amplificare gli effetti positivi sulla salute cardiovascolare.

Al contrario, evitare alimenti pro-infiammatori, come carne rossa, grassi saturi, cibi ultra-processati e alcol, può ridurre l’accumulo di batteri nocivi e prevenire effetti negativi sulla salute del cuore.

Questi risultati potrebbero aprire nuove strade per l’integrazione del digiuno intermittente nelle strategie di prevenzione cardiovascolare, fornendo un’alternativa naturale e accessibile alla gestione del rischio trombotico. Tuttavia, è fondamentale consultare un medico prima di adottare nuove abitudini alimentari, specialmente per le persone con condizioni preesistenti.

Published by
Claudia Montanari