Il kebab, che poi a Berlino lo chiamano “döner”, è turco o tedesco? E’ il fast food, il cibo da asporto, il discrimine: in Turchia era servito su un piatto accompagnato da riso, a Kreutzberg, il quartiere turco della Berlino dei primissimi anni ’70 venne venduto per la prima volta dentro a una pita, una specie di panino.
Non che questo, l’origine certificata, interessasse se non come amena curiosità? La novità, il casus belli della guerra del kebab tra Turchia e Germania, sta nel tentativo di Ankara di far ottenere all’amato cibo di strada lo stesso status di protezione che la UE accorda al prosciutto serrano spagnolo e alla pizza napoletana.
Berlino si è appellata, teme che che questo creerebbe grossi ostacoli burocratici e farebbe aumentare il prezzo del suo snack più popolare. In particolare, la Turchia ha chiesto ad aprile di registrare il nome doner come “specialità tradizionale garantita” in tutta Europa: l’etichetta può essere utilizzata solo da coloro che si conformano ai metodi di produzione e alle specifiche designate per la carne all’interno.
Più vincoli, prezzi più alti. oggi il doner in Germania è arrivato a costare 10 euro, quando fino a due anni ne pagavi 4: l’inflazione mangia l’anima.
Per tornare a chi ha inventato il doner. Tonia Mastrobuoni su Repubblica ricorda che la leggenda assegna la titolarità dell’invenzione a un immigrato, Kadir Numan, nel 1972 a Kreutzberg.
“Ficcò la carne di agnello o di pollo in una pita, la condì con insalata e pomodori, e la servì così, “da asporto”. Aggiunse due o tre salse per i palati un po’ intorpiditi dei tedeschi. E per i puristi, Numan commise forse un’eresia, soprattutto per l’aggiunta delle salse all’aglio”.