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Il “labirinto” della prenotazione dei voli low cost per farci pagare di più

Prenotare un volo, specialmente con le compagnie aeree low cost, può sembrare un processo semplice, ma in realtà nasconde insidie e costi nascosti che rendono l’esperienza decisamente complessa. Tra finestre popup, opzioni non sempre chiare e aggiunte automatiche, il consumatore si trova spesso a fronteggiare un vero e proprio slalom, dove ogni scelta può gonfiare il prezzo finale senza che ce ne si accorga.

Le opzioni che gonfiano il prezzo

Quando si inizia a prenotare un volo, le opzioni non mancano. Oltre alla registrazione e al check-in, che possono essere a pagamento (anche quello in aeroporto), si aggiungono altre voci come il noleggio auto, il transfer, la priorità all’imbarco, e la possibilità di acquistare l’accesso alle lounge. Un esempio emblematico arriva da Wizz Air, dove un’opzione per saltare le lunghe code al controllo di sicurezza costa 44,14 euro.

La pressione per comprare extra

Un altro stratagemma delle compagnie low cost è creare una pressione psicologica sul consumatore. Mentre si naviga tra le opzioni, il sito può avvisare che la procedura di prenotazione è rimasta inattiva per troppo tempo e che bisogna agire velocemente per non perdere il volo a quel prezzo. Allo stesso modo, viene offerta la possibilità di bloccare il prezzo per alcune ore a pagamento. In questo scenario, le assicurazioni di viaggio (per cancellazione, spese mediche, furto o perdita del bagaglio) diventano un’altra voce da considerare, portando a un ulteriore aumento dei costi.

La battaglia legale con le low cost

Le compagnie aeree low cost sono spesso accusate di pratiche commerciali aggressive e talvolta ingannevoli, tanto che l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha multato Ryanair per pratiche scorrette. Tuttavia, le compagnie aeree giustificano la situazione, spiegando che i passeggeri non sono obbligati ad acquistare gli extra, sebbene le opzioni vengano presentate in modo da incentivare l’acquisto.

I “costi amministrativi” e i bagagli

Un altro aspetto controverso sono i “costi amministrativi“, che si aggiungono improvvisamente al prezzo finale. Ad esempio, con alcune compagnie, si devono pagare somme per scegliere il bagaglio da stiva o per portare un trolley a mano. Con Wizz Air, ad esempio, scegliere il posto 14C comporta un costo aggiuntivo di 18,50 euro, mentre un posto in prima fila, il 5F, è più conveniente, con un costo di 17,50 euro. Inoltre, le compagnie propongono anche il check-in automatico a pagamento, così come il parcheggio in aeroporto e altri extra.

un aereo in volo
Il “labirinto” della prenotazione dei voli low cost per farci pagare di più (foto ANSA) – Blitz quotidiano

L’acquisto dei posti e le assicurazioni

Scegliere il posto è un altro punto dolente, con compagnie come Ryanair che offrono diverse tariffe (Basic, Regular, Plus, Flexi Plus), ognuna con caratteristiche differenti. Ad esempio, il biglietto Flexi Plus non include il bagaglio da stiva, ma offre la possibilità di cambiare il volo senza commissioni. La schermata di acquisto è spesso confusa, con la possibilità di aggiungere il posto prenotato e altre opzioni a pagamento. Anche le assicurazioni di viaggio sono un altro passo obbligato: polizze per l’annullamento, per il furto del bagaglio o per le spese mediche, tutte a pagamento e con importi che variano.

Le differenze tra le compagnie aeree

Le diverse compagnie aeree presentano offerte e pacchetti differenti. Con Ryanair, ad esempio, è possibile scegliere tra diverse opzioni tariffarie, ma è fondamentale fare attenzione a cosa è incluso e cosa no. In alcuni casi, si paga per avere il posto riservato o il bagaglio da stiva. Con EasyJet, la scelta di tariffe come Standard, Standard Plus ed Essentials porta a vari vantaggi, come l’imbarco rapido, il posto in prima fila o il bagaglio da stiva, ma a prezzi elevati. Vueling, invece, offre un’opzione innovativa di bloccare il prezzo per 24 ore a partire da 2 euro a tratta, ma anche qui la pressione per acquistare extra è forte.

 

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