Il celebre murale The Migrant Child di Banksy, realizzato nella notte dell’8 maggio 2019, sarà rimosso dalla parete su cui si trova. I lavori di messa in sicurezza dell’immobile che lo ospita, Palazzo San Pantalon a Venezia, sono iniziati di recente, dopo che Banca Ifis ha acquistato l’edificio nel marzo scorso. L’obiettivo è restaurare l’opera e trasformare il palazzo in un centro espositivo dedicato alla Street Art.
La gara per il restauro è stata vinta dal celebre studio Zaha Hadid Architectures, che si occuperà dei lavori in collaborazione con la Soprintendenza del Ministero della Cultura, il Comune di Venezia e la Regione Veneto. Il murale, che raffigura un bambino con un giubbotto di salvataggio e un fumogeno rosa, è rimasto esposto per quasi sei anni, sopravvivendo a eventi estremi come l’acqua granda del 2019. Tuttavia, l’usura del tempo e delle intemperie rende urgente il suo intervento conservativo.
La questione della conservazione dell’opera ha suscitato dibattiti sull’intenzione dell’artista, la cui identità resta anonima. Alcuni sostengono che Banksy desideri che le sue opere svaniscano naturalmente, ma l’opinione pubblica ha espresso la volontà di preservarle. Ernesto Fürstenberg Fassio, presidente di Banca Ifis, ha dichiarato: “La cultura è in grado di unire passato e futuro. Intervenire su Banksy significa assumere la responsabilità di conservare un messaggio universale”.
Anche se The Migrant Child non soddisfa i criteri di interesse della Soprintendenza (come l’età minima di 70 anni dell’opera), il sovrintendente Fabrizio Magani ha discusso ampiamente con i proprietari per definire un progetto tecnico che preservi il murale. Al momento, non è chiaro se l’opera sarà ricollocata o integrata in una struttura protettiva. Tuttavia, i lavori preliminari sono già in corso, con operai intenti a rimuovere detriti e oggetti accumulati nell’edificio.