Il Parà di “Pioggia salata” denuncia: mi volevano bruciare vivo. Il romanzo che il ministero della Difesa non voleva venisse pubblicato e che è stato rifiutato da varie case editrici perché ritenuto “pericoloso” si intitola “Pioggia salata”.
La pioggia però di recente è diventata salatissima. Oltre che amara. Molto amara e col rischio di diventare mortale. L’autore – l’ex sergente parà e tiratore scelto Massimiliano Festa – noi lo abbiamo intervistato per Blitz il 1 dicembre 2024. E il 15 gennaio a Bagnoli Irpino, dove abita su una collinetta in una specie di maniero isolato, nel quale ospita profughi di varie nazionalità, gli hanno bruciato l’auto tentando di buttarlo nell’abitacolo in fiamme con il chiaro intento di farlo morire bruciato.
Ma cosa e come è successo?
Ce lo racconta il protagonista. Che, ricordiamo, nato ad Avellino nel 1975, è laureato in Scienze e Tecniche Psicologiche, master in Peace building management. Entrato nella Folgore a 19 anni oggi è in servizio al ministero della Difesa.
Il suo romanzo, che racconta fatti reali, è un thriller mozzafiato, dal ritmo incalzante, di ben 576 pagine ad alta tensione e ricche di sentimento. Ma lasciamo parlare l’autore:
“Verso le sei di sera a casa ho sentito un trambusto che veniva da fuori, dal prato dove avevo lasciato l’auto. Ho aperto il portone per andare a controllare. Ma non ho fatto in tempo a uscire che due uomini mi hanno spinto dentro e nonostante il mio difendermi sono riusciti ad afferrarmi uno per gli avambracci e l’altro per le caviglie. Mi hanno trascinato fuori per lanciarmi dentro l’auto in fiamme”. Il Para di “Pioggia salata” denuncia: mi volevano bruciare vivo.
Ma chi erano, chi potevano essere quei due?
“E chi lo sa! Avevano il viso quasi del tutto coperto da copricapo che mi pare fossero cappucci. Mi sono parsi addestrati. Non allenati in palestra, ma addestrati”.
Cioè?
“Addestrati in modo più o meno militare. Uno però, quello che ha imprecato con accento romano, l’ho riconosciuto”.
E chi era?
“Un tizio che era venuto qui a fine giugno assieme a un altro tizio. Ha attaccato bottone e parlando del più e del meno ha fatto scivolare il discorso sulle morti dei parà delle quali parlo nel libro. E poi prima di andarsene mi ha detto con fare allusivo: “Ma questo libro dev’essere proprio pubblicato?”.
La cosa mi ha meravigliato e messo un po’ in allarme per due motivi. Il primo è che il mio romanzo anche se per le prove di stampa figura disponibile per il pubblico già dal 2 giugno in realtà è stato messo in circolazione da Amazon solo il 26 luglio, cioè un mesetto dopo la visita di quei due sconosciuti. Come facevano a sapere che era in attesa di pubblicazione?
Il secondo motivo è che sulla copertina di Pioggia salata non c’è il mio nome e cognome, ma solo il mio nome e la F iniziale del cognome. Evidentemente quei due devono essersi informati. O sono stati informati…”.
Ora le maggiori case editrici fanno a gara per poter pubblicare loro “Pioggia salata”, auto edito da Festa con Amazon, e magari fargli scrivere anche un altro libro.