Il pericolo delle AI è concreto. Lo è anche per tutte quelle tecnologie che si ha troppa fretta di sviluppare. Sembra di sentire ancora il monito di Ian Malcolm, il matematico specializzato in Caos e Complessità – uscito dalla penna di Michael Crichton nell ibro Jurassic Park – che, di fronte alla clonazione dei dinosauri esclama: “Voi avete letto quello che altri hanno fatto e da lì siete partiti. Non sono conoscenze dirette, quindi non vi assumete nessuna responsabilità. Siete saliti sulle spalle di altri per ottenere un risultato il più rapidamente possibile, e una volta ottenuto questo risultato voi lo avete brevettato, impacchettato, ficcato in una scatoletta di plastica.” Fino ad arrivare alla conclusione che, oggi, appare quasi come una profezia: “I vostri scienziati erano così preoccupati di poterlo fare che non hanno pensato se lo dovevano fare”.
Ed è esattamente questo il concetto che ha espresso CEO di OpenAI Sam Altman – quello di ChatGPT – in un’intervista su ABC news che potete vedere qui.
Il pericolo delle AI è frutto di cattivi maestri e della fretta
il CEO di OpenAI ha detto “”GPT-4 non è facile da sviluppare… ci sono molte molte aziende che vogliono fare la stessa cosa. Quindi dal punto di vista competitivo, puoi vedere questo come una maturazione del campo.” Questo punto di partenza per una sana competitività di mercato ha però, soprattuto oggi, un lato molto negativo. “Una cosa di cui mi preoccupo è … non saremo gli unici creatori di questa tecnologia”, ha detto. “Ci saranno altre persone che non pongono alcuni dei limiti di sicurezza che ci poniamo noi. La società, penso, ha una quantità di tempo limitata per capire come reagire a questo, come regolarlo, come gestirlo.”
Uno dei primi risultati di questa corsa all’intelligenza artificiale di facile consumo sono, per esempio, i truffatori telefonici. Non sono rari i casi di persone che, oggi, utilizzano strumenti di intelligenza artificiale per la clonazione della voce. Questo, per sembrare i parenti delle persone che hanno un disperato bisogno di aiuto finanziario ed estorcono con successo denaro dalle vittime. Ma questo è solo uno dei tanti pericoli insiti nell’uso indiscriminato di potenti AI consumer.
Nasci “open” e diventi “closed”
Ma anche il CEO di OpenAI dovrebbe fare un bell’esame di coscienza e, tanto per iniziare, ci ha pensato un altro CEO: quello di Tesla e Twitter. Il signor Elon Musk – che è stato anche un cofondatore di OpenAI e che ha fatto una cospicua donazione – ha criticato questo cambiamento. Musk ha scritto: “OpenAI è stato creato come open source, motivo per cui l’ho chiamato “Open” AI, società senza scopo di lucro per fungere da contrappeso a Google , ma ora è diventata un’azienda a fonte chiusa, con il massimo profitto effettivamente controllata da Microsoft”. Quindi, solo una nuova multinazionale che, al momento, se non ce l’ha, poco le manca ad avere il monopolio del settore.
Alla fine, il rischio è che le ultime rimaste a imparare – soprattutto dagli errori – saranno le macchine.