Il relitto del Mercure restituisce gli scheletri dell'equipaggio. Duecento anni dopo

VENEZIA, 23 AGO – E' la nave più antica ad aver sventolato il tricolore, il 'Mercure', che venne affondato a cannonate il 22 febbraio 1812 dagli inglese nella battaglia di Grado, che vide una squadra franco italiana contrapporsi ai britannici.

La storia di quei momenti è stata rivissuta nel corso di una campagna archeologica subacquea condotta dall'Università Ca' Foscari di Venezia che è custode del relitto, trovato nel 2001 a 18 metri di profondità a sette miglia dalla costa davanti a Grado.

Gli archeologi hanno portato alla luce, nel corso della decima campagna di rilievi e recupero, scheletri, divise ed oltre 900 oggetti tra pezzi di artiglieria, armi portatili, armi bianche, oggetti preziosi come anelli, collanine e pendagli.

''Si tratta di oggetti unici nel loro genere e conservati in maniera eccezionale – spiega il professor Giancarlo Beltrame di Ca' Foscari – in quanto il 'Mercure' è uno dei contesti archeologici sottomarini meglio conservativi del Mediterraneo, paragonabile sono ai nordici 'Mary Rose' e 'Vasa'. Tra l'altro è unico anche per la conservazione di numerosi resti umani imprigionati nello scafo a causa della dinamica dell'affondamento''.

Ciò che gli esperti sono stati in grado di ricostruire è la scena di una furibonda battaglia navale nel buio della notte squarciata dalla fiammate dei cannoni, fino al colpo finale – probabilmente sparato dal 'brig' inglese Weasel – che centra il deposito delle munizioni e l'esplosione che spezza in due la nave, che affonda con tutto l'equipaggio.

Quello su cui gli archeologi di Ca' Foscari lavorano era un brigantino da guerra con compiti di scorta, sorveglianza, collegamento o portadispacci, più veloce e munito di una velatura ampia. Era dotato di un unico ponte ed era ornato di sculture a poppa e a prua.

Lungo circa 32 metri e largo circa nove, aveva un dislocamento di 400/450 tonnellate e poteva raggiungere la velocità di nove nodi. Nel 1809 il 'Mercure' fu ceduto al Regno Italico ed entrò nella divisione Venezia prendendo il nome di Mercurio. Al momento del naufragio, faceva parte di una piccola flotta italo-francese, composta per lo più da marinai romani, chioggiotti, triestini e dalmati.

L'equipaggio era composto da 92 uomini, tra cui cinque ufficiali, capitanati dal tenente di vascello Palinicucchia.

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