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Ilaria Salis per la prima volta in tribunale senza manette e catene FOTO

Ilaria Salis, l’attivista italiana accusata di aver aggredito militanti di estrema destra, è giunta questa mattina, 24 maggio, al tribunale di Budapest assieme ai suoi genitori, optando per un taxi come mezzo di trasporto. In questa occasione, per la prima volta, non è stata condotta in aula con manette e catene alle caviglie. All’arrivo, Ilaria Salis è stata accolta rapidamente da giornalisti e amici, tra cui lo scrittore Zerocalcare, che l’attendevano all’esterno del tribunale. Oggi è prevista la terza udienza del processo a suo carico. Prima dell’inizio dell’udienza, Salis ha espresso la sua gratitudine verso tutte le persone che l’hanno sostenuta in questo difficile momento.

Ilaria Salis esce di prigione, ma l’incubo non è finito

Ilaria ha ottenuto il permesso di scontare gli arresti domiciliari, previa cauzione di 160 milioni di fiorini, circa 41mila euro. Nonostante ciò, il suo percorso legale rimane travagliato, come testimonia la cavigliera elettronica che ora indossa. Dopo aver trascorso un lungo periodo nel carcere di massima sicurezza Gyorskocsi utca, descritto come una struttura utilizzata dalla Gestapo fino a ottant’anni fa, Ilaria Salis ha affrontato le dure condizioni della detenzione, con segni evidenti sulla sua pelle. Nonostante le migliorie nelle sue condizioni di prigionia, come affermato dal Servizio carcerario di Budapest, il padre di Ilaria, Roberto Salis, ha sottolineato che le prigioni ungheresi non offrono certo un trattamento di lusso. Nonostante il passaggio agli arresti domiciliari, il percorso legale di Salis è tutt’altro che concluso. Il suo obiettivo principale ora è tornare in Italia. Tuttavia, il padre ha evidenziato la complessità della situazione e la necessità di una soluzione definitiva. Intanto, le dichiarazioni del ministro degli Esteri forzista e le questioni relative al sistema giudiziario italiano rimangono punti critici da affrontare.

La campagna elettorale rappresenta un’ulteriore sfida, con il padre di Ilaria che continua a sostenere la figlia e a far sentire la sua voce nel contesto politico. L’attenzione della famiglia e degli sostenitori è rivolta alla possibilità di portare avanti il caso di Ilaria e di altri detenuti italiani all’Europarlamento, se eletta. Tuttavia, il deputato Marco Grimaldi sottolinea che nonostante i piccoli progressi, Ilaria non è ancora libera e non è ancora tornata a casa.

Filippo Limoncelli

Romano, papà e giornalista. Scrivere di calcio è stata la mia vera e prima passione. Parallelamente, le mie altre grandi passioni, sono la musica e viaggiare. Tuttavia, credo fermamente che la pigrizia abbia il suo valore.

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