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Influenza sarà aggressiva: quando sarà il picco e quando fare il vaccino (insieme a quello anti Covid)

Il picco dell’influenza, quest’anno come sempre è previsto tra Natale e i primi di gennaio. Per evitare che porti a conseguenze gravi, agli anziani e a tutta la popolazione è raccomandata la vaccinazione che può essere fatta già adesso, ossia nel mese di ottobre. Vaccinazione che può anche essere somministrata in coppia con quella anti-Covid.

Nella stagione passata, le persone che in Italia hanno preso l’influenza o avuto sintomi simil-influenzali sono state 15 milioni. In Europa invece, si registrano ogni anni dai 4 ai 50 milioni di casi sintomatici, oltre a un numero pari a tre volte tanto di casi più lievi. Le morti associate all’influenza variano dai 15mila ai 70mila, con il 90% di queste che riguardano i gruppi di persone più a rischio.

La campagna antinfluenzale 24-25

Di fronte a questi dati, in Italia è partita la campagna antinfluenzale. In alcune regioni già ci si può vaccinare, in altre è in programma a partire dai prossimi giorni. Le vaccinazioni sono tutte organizzate in parallelo con quelle anti-Covid: i due vaccini possono essere anche somministrati insieme. L’obiettivo è proteggere la popolazione riducendo il rischio di ospedalizzazioni e decessi. Si vuole inoltre limitare la trasmissione del virus evitando che si contagi quella fetta della popolazione più vulnerabile in una stagione influenzale che si prevede con sintomi forti.

Donna ha il raffreddore e si soffia il naso
Influenza sarà aggressiva: quando sarà il picco e quando fare il vaccino (insieme a quello anti Covid) (foto Ansa) – Blitz Quotidiano

Il piano vaccinale

Il Piano nazionale di prevenzione vaccinale prevede che sia gratis per gli over 65 e mira a una copertura del 75% tra i gruppi a rischio, con un obiettivo ottimale del 95%. I vaccini contro l’influenza autorizzati dall’Aifa sono in tutto 8. Parallelamente a quella anti-influenzale, come detto è in corso anche la campagna anti-Covid. Qui i vaccini in circolazione derivano dalla variante Jn.1 dominante in questo periodo.

Le categorie a rischio

Le categorie a cui è consigliato il vaccino sono le donne in gravidanza e nel post-partum, i bambini tra 6 mesi e 6 anni, per chi è affetto da malattie croniche, le persone ricoverate nelle Rsa e i familiari di persone ad alto rischio di complicanze.

I sintomi dell’influenza australiana

L’influenza di quest’anno è stata isolata in Australia come spesso accade. Qui ha colpito in modo significativo e per questo viene denominata “australiana”. Sta iniziando a manifestarsi anche in Italia e come ogni anno, la stagione influenzale ci fa interrogare sui sintomi che subiamo. Quelli di quest’anno non differiscono da quelli tradizionali e prevedono febbre superiore ai 38 gradi, tosse, raffreddore, occhi arrossati, dolori muscolari e articolari, soprattutto nella fase iniziale dell’infezione.

In base però a quanto osservato in Australia, questi sintomi possono essere più severi e potrebbero portare all’ospedalizzazione. E’ stata inoltre molto contagiosa: per questo si parla di una stagione tra le più aggressive degli ultimi dieci anni. In Italia, i ceppi sono due: H1N1 che è un virus noto e che preoccupa poco e l‘H3N3, il ceppo responsabile della grande incidenza e aggressività registrata in Australia. Il virus da poco è entrato anche in Europa e in Italia e rischia di diventare predominante.

Cosa fare oltre al vaccino

Per prevenire una stagione che si prevede impegnativa (l’influenza ha anche dei costi economici e sociali ndr), in alcuni ospedali da nord a sud è tornato l’obbligo delle mascherine. E’ accaduto già nell’ospedale di Brescia ed in alcuni in Campania: gli ospedali temono di finire sotto pressione per influenze, Covid e virus respiratorio sinciziale. La scelta delle mascherina viene però giudicata sbagliata da alcuni immunologhi. Uno di loro è Matteo Bassetti, il quale ha messo in guardia del rischio che possano verificarsi delle polmoniti provocate dall’influenza australiana e si è detto preoccupato dal fatto che il ceppo l’H3N3 diventi predominante. Malgrado ciò si è detto contrario alle mascherine ed anche all’obbligo di un tampone che spesso viene chiesto in ospedale.

Fabrizio Pregliasco è un altro virologo che abbiamo imparato a conoscere durante il Covid. Il medico è a capo della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell’università Statale di Milano. A riguardo delle mascherine la pensa diversamente da Bassetti e spiega che è “meglio un approccio di buon senso, che sarebbe assurdo stigmatizzare”. Pregliasco spiega che la H3N2 è unavariante “particolarmente immunoevasiva, in grado di eludere parte delle difese del sistema immunitario”.

Oltre alle mascherine in ospedale viene consigliato di lavarsi spesso le mani. Il  virus può infatti sopravvivere diverse ore su superfici comunemente toccate, come maniglie, carrelli dei supermercati e attrezzi da palestra. È inoltre consigliabile indossare mascherine anche nei luoghi affollati, specialmente per le persone fragili.  

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