Intelligenza artificiale con il morto: chatbot simula alla perfezione il caro estinto, seduta spiritica AI

Prima ancora che AI, l’intelligenza artificiale, abbia iniziato a dispiegare i suoi apocalittici strumenti di dominio sulle persone in carne ed ossa, l’abbiamo già innalzata su un piedistallo mistico. Una scorciatoia digitale per varcare il ben più rassicurante mondo del soprannaturale.

A che servirebbero altrimenti le applicazioni AI (Project December, per esempio) che resuscitano, simulandone alla perfezione voce e profilo, i nostri cari estinti? Con i quali poter allegramente chattare illudendosi che la persona non sia morta e sepolta. Fino a farne un’abitudine, il volto onesto della mania. Sistema di apprendimento automatico con seduta spiritica in omaggio.

“Sapevo che era un sistema di intelligenza artificiale ma, una volta che ho iniziato a chiacchierare, me ne sono dimenticata. Sembrava Camerum”. Così Chisti Angel, 47enne che vive a New York e è appena rimasta vedova per cui ha iniziato a parlare con la versione chatbot di Camerum. Sviluppando una pericolosa dipendenza, perché – si pensi allo strumento in mano ai bambini – fare di tutto per non elaborare un lutto non promette sviluppi ordinati della personalità.

Intelligenza artificiale sì, ma anche magica. E, infatti, nei congressi più illuminati chiamano il Papa come primo relatore. Il quale, proprio ieri l’altro, ammoniva i grandi della Terra: “Nessuna macchina dovrebbe scegliere se togliere la vita a un essere umano”. Avrebbe dovuto aggiungere: “Nessuna macchina dovrebbe restituire la vita a un essere umano”. 

L’illusione dell’immortalità è la più subdola delle fake news.

 

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Warsamé Dini Casali