Lo “stressometro” parla chiaro: nervoso l’85% degli italiani

Pubblicato il 30 Dicembre 2010 - 14:15 OLTRE 6 MESI FA

L’83% degli italiani è stressato dal lavoro. Lo denuncia un rapporto di Manageritalia, a pochi giorni dall’entrata in vigore del cosiddetto ”stressometro” che obbliga le imprese a misurare lo stress dei dipendenti. E i manager – secondo la ricerca – si candidano a svolgere un ruolo chiave nel rendere più favorevoli le condizioni di lavoro, la produttività e la conciliazione tra lavoro e vita personale.

Dalla ricerca emerge, in particolare, che si sente stressato molto il 7%, abbastanza il 23% e un po’ il 53%. Solo il 17% dichiara di non sentirsi sotto pressione. Sono le donne a sentirsi più stressate, l’ 89%, rispetto agli uomini, il 77%; più i giovani che i lavoratori anziani: l’87% della fascia di età tra i 24 e 44 anni rispetto al 74% degli over 55.

Manageritalia ricorda che in Italia le vittime dello stress da lavoro correlato in Italia riguarda sono 4,58 milioni, ma ben 10 milioni di lavoratori (il 43% del totale) percepiscono lo stress sul posto di lavoro come un fattore di rischio per la salute. Più a rischio sono i lavoratori tra i 35 e i 44 anni, soprattutto le donne e i precari. ”Contrastare lo stress sul posto di lavoro – dice Lorenzo Guerriero presidente di Manageritalia – permette anche di ridurre i costi in azienda, perchè spesso questo si traduce in bassa produttività, ore di lavoro perse e aumento delle assenze per malattia. E, fattore non secondario, permette di migliorare la salute dei cittadini e ridurre i costi sociali. E’ indubbio che i cambiamenti avvenuti nell’organizzazione del lavoro portino a nuovi tipi di rischi e richiedano nuove soluzioni. Pensiamo a come il maggior utilizzo del computer e del telefono e la staticità alla scrivania incidano per alcuni lavori e come la forte mobilità territoriale, anche all’estero, l’utilizzo di cellulari per altri diano vita a nuove e crescenti patologie (come alla vista o alla schiena) e all’aumento di certi infortuni. Per migliorare tutto questo ottemperando quanto prevede la legge, ma soprattutto per andare oltre, i manager hanno un ruolo chiave”.

Tra le cause più frequenti dello stress collegato al lavoro ci sono l’introduzione di nuove tecnologie, per le quali spesso i lavoratori non si sentono adeguati e la precarietà.