Kathmandu, il primo Gay Pride ai piedi dell’Himalaya

Circa duemila persone (stime della Polizia) hanno partecipato ieri 25 agosto al primo Gay Pride del Nepal svoltosi a Kathmandu: un pride accogliente e coloratissimo che ha visto partecipare anche rappresentanti del mondo omosessuale provenienti dall’India, dal Giappone e da vari paesi europei.

In testa al corteo c’era Sunil Babu Pant, deputato apertamente gay e instancabile attivista dei diritti gay in Nepal.

Il Nepal è uno dei paesi che sta lavorando per l’approvazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso anche se difficoltà politiche (estranee alla causa gay) stanno rendendo difficile l’approvazione della nuova Costituzione nella quale dovrebbe essere sancito questo diritto, come stabilito dalla Corte Suprema nepalese che nel novembre 2008 si è pronunciata in tal senso. Non solo, verrebbe anche riconosciuto il diritto delle persone transessuali e intersessuali a essere registrare come un “terzo sesso” nei documenti ufficiali.

Per il primo gay pride della storia, è stata scelta una delle ricorrenze più antiche fra quelle festeggiate da indù e buddhisti. Martedì 22 infatti, il giorno dopo la luna piena di agosto, in Nepal si celebra il festival di Gai Jatra, dedicato al ricordo dei defunti, ricordati non con esibizioni di dolore ma con colorate sfilate nelle vie delle città, in cui molti giovani sono soliti vestirsi con abiti femminili. In passato, quando la libertà di esprimersi era ridotta, il Gai Jatra diventava così l’unica occasione annuale – sotto mentite spoglie – per dare sfogo alla satira politica e alle proteste della popolazione.

Una tradizione che ha convinto la Blue Diamond Society – che si batte per i diritti delle minoranze sessuali in Nepal – a utilizzare la ricorrenza per la prima sfilata dell’orgoglio omosessuale nelle vie di Kathmandu:

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