Quale funzione riveste la letteratura nel mondo contemporaneo? Se lo domanda Giuliana Benvenuti, curatrice di questo interessante volume pubblicato da Einaudi con un titolo ed un sottotitolo che non generano fraintendimenti: “La letteratura oggi. Romanzo, editoria, transmedialità”.
Certo, il tema è di nicchia, tuttavia, per com’è risolto in questo lavoro, diventa anche altro, argomento fruibile da una più vasta platea di lettori, perché il destino della letteratura è questione che appassiona in molti e non solo gli addetti ai lavori.
Merito dunque della curatrice, Giuliana Benvenuti, professoressa all’Università di Bologna ed esperta ricercatrice nell’ambito della letteratura italiana contemporanea e dei rapporti tra letteratura e media, che ha saputo assemblare tra di loro diversi contributi capaci di mappare la posizione che occupa la letteratura nell’odierno sistema dei media.
Possiamo dividere il libro in due parti. La prima contiene un lungo saggio dal titolo “La letteratura nel sistema mediale contemporaneo” a firma della stessa curatrice, mentre nella seconda sono raccolti ben undici casi di studio che non mancheranno di catturare l’attenzione dei lettori.
Diciamo subito che queste due sezioni sono interconnesse una nell’altra. Ma questo il lettore lo capirà agevolmente con il passare delle pagine. Quel che conta è tenere presente fin dall’inizio che la prima parte in qualche misura annuncia la seconda e quest’ultima invece la completa. Entrambe vanno a formare una riflessione complessiva che, come si legge nella quarta di copertina, non vuole essere un canone alternativo ma semmai una guida aggiornata alla comprensione delle condizioni di produzione e fruizione del romanzo nell’odierno sistema dei media.
La prima parte.
Il saggio di Giuliana Benvenuti è di quelli che possono essere definiti fondamentali. Organizzato in tre paragrafi – “Lo spazio mediale”, “Crisi della critica e nuovi mediatori globali” e “Costruire mondi attraverso i media” – analizza le complesse trasformazioni che hanno interessato il mondo della letteratura, da una prima cesura che si fa strada “tra gli anni Sessanta ed Ottanta, ovvero i decenni nei quali il sistema produttivo statunitense ed europeo ha vissuto la crisi degli assetti precedenti (la Age of Acquisitions), e una seconda ondata di trasformazioni a partire dai primi anni del nuovo millennio, con l’imporsi delle piattaforme digitali (la Age of Amazon)” (pagina 3).
Come ormai un po’ tutto, anche la letteratura muta al mutare delle condizioni date. Il prodotto letterario di alta qualità ha lasciato spazio al crescente interesse per il profitto. Il romanzo diventa azienda, e trova consenso solo quando appartiene ad un “brand” sapientemente forgiato da una narrazione, oggi più che mai, inclusiva dei diversi spazi mediali, globalizzata ed interconnessa.
Tanto per capire di cosa stiamo parlando: a pagina 186, nello studio di caso dedicato a Stephen King, si legge che lo scrittore americano, “icona globale non solo letteraria ma anche transmediale”, è a tutti gli effetti “un’impresa economica il cui valore netto, è stato calcolato nel 2022, ammonta a 600 milioni di dollari” con 350 milioni di copie vendute.
Oppure, per essere ancora più chiari, citiamo alcuni dati dal caso di studio su Harry Potter a pagina 209: la saga, composta da sette romanzi, è stata tradotta in più di ottanta lingue, cinquecento milioni di copie vendute, otto adattamenti cinematografici, musical, colonne sonore, uno Studio Tour della Warner Bros nei dintorni di Londra, negozi di merchandise in varie città del mondo, tre parchi a tema e due siti web ufficiali dedicati.
Non c’è dubbio, stanno avvenendo cambiamenti epocali anche nella letteratura. Tutto quello che credevamo essere definitivo, oggi si sgretola nel tempo di un battito d’ali. Le variabili che determinano questi processi sono molte e Giovanna Benvenuti le articola mantenendo un certo pragmatismo di analisi che favorisce una visione d’insieme.
Siamo nell’era del Self-publishing, delle piattaforme digitali, dei bloggers, degli influencers, dei critici amatoriali, dei nuovi corpi intermedi non-specializzati che si affiancano ai tradizionali, delle comunità social che determinano il destino di un titolo. Ed è del tutto evidente che questo «nuovo mondo» condizioni l’atto creativo che suo malgrado non può non esserne estraneo.
“Dobbiamo allora constatare che nell’ecosistema mediale contemporaneo la letteratura non è più ciò che storicamente è stata, ovvero la sorgente principale delle derivazioni a cui forniva i testi di partenza (film tratto da romanzo), oppure la destinazione dell’adattamento. Se tradizionalmente adattare un romanzo era anche un modo di conferire capitale simbolico a una produzione cinematografica, di portare davanti allo schermo un pubblico highbrow, oggi il romanzo sembra aver perduto la propria centralità” (pagina 60).
“Lo spostamento sul quale concentrarsi è dato allora dal condizionamento morfologico esercitato dal sistema mediale sulla scrittura letteraria” (pagina 62).
“Occorre allora essere all’altezza della nuova collocazione della letteratura nel sistema mediale e della sua diffusione all’incrocio tra differenti idiomi, culture, tradizioni, siano esse letterarie, oppure vadano individuate nell’intersezione tra linguaggi espressivi diversi, dal fumetto alla galassia dei generi musicali, al cinema, alla serialità televisiva, ai videogiochi, alla pubblicità, senza escludere le arti figurative e quelle performative, e via discorrendo. Con una formula breve e sicuramente banalizzante, potremmo dire che si tratta sovente di una tessitura di riferimento globalizzata e sincronica, le cui componenti non sempre sono facilmente localizzabili, e non più prevalentemente fondata sul corpo a corpo con la tradizione” (pagina 63).
La seconda parte.
Come già scritto in apertura di recensione, le due parti del libro si integrano a vicenda. In questa sono raccolti ben undici casi di studio su autori e testi selezionati in base al loro “successo planetario, congiunto alla presenza di adattamenti o di espansioni narrative, limitatamente alla forma romanzo” (pagina 68). Altresì, “si è poi scelto di includere sia autori che hanno attraversato l’arco lungo delle trasformazioni editoriale intervenute nella Age of Acquisitions, sia autori che hanno esordito in tale fase per poi affrontare le ulteriori sfide poste dalla Age of Amazon” (pagina 69).
Gli undici scrittori schierati sono: José Saramago, John Maxwell Coetzee, Umberto Eco, Salman Rushdie, Murakami Haruki, Stephen King, J.K. Rowling, Michel Houellebecq, Margaret Atwood, Orhan Pamuk ed Elena Ferrante. Una formazione di alto livello, ma come scrive la curatrice del volume “molti altri casi di studio potranno aggiungersi o sostituire quelli presenti, poiché molti altri testi e traiettorie autoriali posseggono la medesima esemplarità relativa allo scopo qui perseguito” ( pagina 71).
Dunque la letteratura ed il suo destino. “La trasformazione radicale dell’editoria, a partire dagli anni Settanta proiettata sempre più verso una dimensione industriale, negli Stati Uniti come in Europa: la «bestsellerizzazione» del libro, incluso quello per ragazzi, e la ricerca del romanzo crossover, adatto ad ogni età, «sembrano apertamente puntare alla creazione non di lettori, ma di consumatori di carta scritta» (pagina 215).
Consumatori di carta scritta… Prospettiva sulla quale riflettere.
“Non so niente della letteratura di oggi”, diceva Jorge Luis Borges, “da tempo gli scrittori miei contemporanei sono i greci”; una provocazione, ma un fondo di verità lo nascondeva.
A proposito… non perdetevi in questi giorni su Rai5 “L’arte di non leggere”, una rubrica televisiva sulla letteratura italiana e straniera realizzata da Carlo Fruttero e Franco Lucentini nel 1994 e meritevolmente riproposta oggi dalla Rai. Una piacevole brezza da far entrare nelle vostre stanze.
Sono andato un po’ lungo, ma ne valeva la pena.
“La letteratura oggi. Romanzo, editoria, transmedialità”, a cura di Giuliana Benvenuti, Einaudi, pp.344, formato cartaceo €24,00, formato digitale €10,99.
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