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La luce rossa riduce il rischio di coaguli di sangue e quindi di trombosi

Un nuovo studio condotto da ricercatori statunitensi potrebbe aprire le porte a una rivoluzionaria terapia antitrombotica. Secondo i risultati della ricerca, l’esposizione alla luce rossa, grazie alla sua specifica lunghezza d’onda, riduce significativamente il rischio di formazione di coaguli di sangue, abbassando di conseguenza le probabilità di eventi gravi come infarti e ictus.

La relazione tra luce e coagulazione del sangue

Il legame tra esposizione alla luce e processi biologici non è una novità per la scienza. Studi precedenti hanno dimostrato che la luce può influenzare l’aggregazione piastrinica, l’infiammazione e la coagulazione del sangue. Tuttavia, l’impatto specifico di diverse lunghezze d’onda della luce, in particolare sulla formazione di trombi, era rimasto finora inesplorato.

Il nuovo studio, pubblicato sulla rivista Journal of Thrombosis and Haemostasis, ha approfondito questa relazione utilizzando modelli sperimentali sia sugli esseri umani che sui topi. Gli scienziati, coordinati dalla professoressa Elizabeth A. Andraska dell’Università di Pittsburgh, hanno analizzato come la luce rossa a lunghezza d’onda lunga possa influenzare i processi biologici legati alla trombosi.

Lo studio

Per comprendere l’effetto della luce rossa, i ricercatori hanno suddiviso i topi in tre gruppi, ciascuno esposto a una diversa tipologia di luce: naturale, blu e rossa. L’intensità luminosa era di 1400 lux per la luce blu (442 nanometri) e la luce rossa (617 nanometri), mentre la luce naturale fungeva da controllo. I topi sono stati esposti a questi spettri luminosi per un ciclo alternato di 12 ore di luce e buio per tre giorni consecutivi.

Dopo il periodo di esposizione, i ricercatori hanno analizzato parametri chiave come l’aggregazione piastrinica, i livelli di infiammazione e la formazione delle trappole extracellulari dei neutrofili. Queste ultime sono strutture proteiche prodotte dalle cellule immunitarie per catturare microorganismi invasori, ma che possono anche favorire la formazione di coaguli di sangue.

I risultati sono stati sorprendenti: i topi esposti alla luce rossa hanno mostrato una drastica riduzione nell’aggregazione e nell’attivazione delle piastrine, meno infiammazione e un numero di coaguli di sangue cinque volte inferiore rispetto a quelli esposti alla luce blu o naturale. Inoltre, nei topi colpiti da ictus o trombosi venosa, l’esposizione alla luce rossa ha ridotto i danni cerebrali e migliorato le conseguenze complessive delle patologie.

Lo studio sugli esseri umani

Lo studio sugli esseri umani (blitzquotidiano.it)

Parallelamente all’esperimento sugli animali, i ricercatori hanno analizzato gli effetti della luce rossa su pazienti umani. Lo studio ha coinvolto migliaia di pazienti oncologici sottoposti a interventi di cataratta. Alcuni di questi pazienti hanno ricevuto lenti speciali in grado di filtrare parte della luce blu e tutta la luce rossa.

I dati raccolti hanno evidenziato che i pazienti dotati di lenti filtranti avevano un numero significativamente inferiore di coaguli di sangue rispetto a quelli che utilizzavano lenti convenzionali. Questo risultato conferma che l’esposizione a specifici spettri luminosi può influenzare positivamente i processi biologici legati alla coagulazione del sangue.

Una possibile terapia rivoluzionaria

Le implicazioni di questa scoperta sono enormi. Attualmente, il trattamento delle patologie legate alla formazione di coaguli di sangue si basa principalmente su farmaci antitrombotici, come anticoagulanti e antiaggreganti. Sebbene efficaci, questi farmaci possono comportare rischi significativi, come emorragie e altre complicazioni.

Una terapia basata sull’esposizione controllata alla luce rossa rappresenterebbe un’alternativa non invasiva, a basso costo e priva di effetti collaterali rilevanti. Secondo la professoressa Andraska, questa terapia potrebbe giovare a milioni di persone a rischio di eventi tromboembolici, migliorando la loro qualità di vita e riducendo i costi sanitari associati alle patologie cardiovascolari.

Come funziona la luce rossa

Il meccanismo esatto attraverso il quale la luce rossa influenza i processi biologici è ancora oggetto di studio. Tuttavia, i ricercatori ritengono che l’effetto benefico sia legato alla stimolazione di specifiche cellule e molecole coinvolte nella coagulazione e nell’infiammazione.

La luce rossa sembra modulare l’attivazione delle piastrine e ridurre l’attività dei neutrofili, diminuendo così la formazione delle trappole extracellulari. Inoltre, potrebbe influenzare positivamente il metabolismo cellulare, contribuendo a mantenere un equilibrio ottimale nei processi biologici che regolano la coagulazione del sangue.

Prossimi passi della ricerca

Il team di ricercatori sta ora sviluppando dispositivi specifici per la somministrazione della luce rossa, come occhiali dotati di filtri luminosi che garantiscano un’esposizione controllata. Questi dispositivi saranno utilizzati in futuri studi clinici per testare l’efficacia della luce rossa su persone con alto rischio di trombosi.

L’obiettivo è verificare se l’esposizione regolare alla luce rossa possa ridurre non solo i coaguli di sangue, ma anche le complicanze associate, come infarti e ictus. Se i risultati saranno positivi, la luce rossa potrebbe diventare uno strumento fondamentale nella prevenzione e nel trattamento delle malattie cardiovascolari e cerebrovascolari.

Published by
Claudia Montanari