Ieri, mercoledì 6 marzo 2024, è entrata in vigore la nuova Legge europea sui mercati digitali. L’entrata in vigore, come spiega Morgane Tual di Le Monde, ha costretto i colossi del settore a modificare alcune funzionalità dei loro servizi con ricadute concrete sull’esperienza degli utenti europei.
Nei giorni scorsi, scrive Tual, potresti aver ricevuto un messaggio sorprendente sull’app Messenger, che ti chiedeva di fare una scelta: continuare a utilizzarla con il tuo account Facebook oppure creare un nuovo account Messenger. Forse, prosegue, hai notato una novità anche su Google quando cerchi l’indirizzo di un luogo: ora è impossibile cliccare sulla mappa. A meno che non si clicchi sul pulsante “Indicazioni stradali”, non è più possibile aprire Google Maps direttamente dalla pagina dei risultati del motore di ricerca di Google.
Questi due casi hanno una cosa in comune: il Digital Markets Act (DMA). Il regolamento europeo sui mercati digitali è entrato in vigore mercoledì 6 marzo e mira ad arginare le pratiche anticoncorrenziali dei colossi digitali. Attualmente riguarda Alphabet, Amazon, Apple, Meta, Microsoft e ByteDance, nonché ventidue piattaforme ad essi appartenenti: TikTok, Instagram, Facebook, LinkedIn, WhatsApp, Messenger, Android, iOS, Windows, Google, Chrome, Safari, YouTube, nonché servizi e prodotti pubblicitari come Google Maps o Facebook Marketplace. A loro si uniranno presto il social network X e il sito di prenotazioni alberghiere Booking.
Questo regolamento li obbliga ad apportare modifiche al funzionamento delle loro piattaforme, con ripercussioni sull’esperienza degli utenti. La DMA vieta a Google di assegnare un posizionamento più favorevole ai propri prodotti nei risultati dei motori di ricerca. Ha dovuto, ad esempio, rinunciare a promuovere il suo comparatore di voli Google Voli, che appariva in cima ai risultati quando un utente di Internet cercava un viaggio aereo.
La scomparsa di Google Maps nella parte superiore della pagina ottenuta dopo determinate ricerche di località fa parte dello stesso processo. Da mercoledì è possibile utilizzare Messenger, il servizio di messaggistica del gruppo Meta, senza avere un account Facebook. Per questo motivo, da diversi giorni, l’applicazione chiede agli utenti europei di fare una scelta: continuare ad utilizzarla con il proprio account Facebook o creare un account separato. Solo nel primo caso “potrai inviare messaggi ai tuoi amici e alle community di Facebook”, precisa il messaggio. D’ora in poi gli utenti iPhone potranno scaricare applicazioni senza necessariamente passare dall’App Store, lo store ufficiale di Apple. Per quanto riguarda i pagamenti effettuati tramite le applicazioni offerte dall’App Store, non sarà più obbligatorio che passino tramite Apple. Regole problematiche, secondo l’azienda americana, che a fine gennaio avvertiva che rappresentavano “minacce alla sicurezza e alla privacy” dei suoi utenti.
Il DMA richiede che tu possa disinstallare determinati servizi. Ad esempio, Microsoft deve ora consentire agli utenti Windows di disinstallare, se lo desiderano, le applicazioni fornite di default con il sistema operativo, come l’assistente Cortana o il browser Edge. Apple e Google dovranno agevolare, su iOS e Android, la possibilità di scegliere un browser web predefinito che non sia necessariamente quello sviluppato dall’azienda – nel loro caso, Safari e Chrome. Alle aziende interessate dalla DMA è vietato incrociare i dati raccolti su diverse piattaforme per indirizzare la pubblicità ai propri utenti senza il loro consenso, una pratica al centro dei modelli di business di Google e Meta.
Questo è il motivo per cui gli utenti di Internet hanno ricevuto messaggi che chiedevano loro l’autorizzazione a farlo, ad esempio tra Google e YouTube o tra Instagram e Facebook. I servizi di messaggistica di Meta, WhatsApp e Messenger dovranno essere resi interoperabili con altre applicazioni concorrenti, se queste lo richiederanno. Ciò significa, ad esempio, che un utente WhatsApp potrebbe comunicare con un utente Messenger, ma anche con Signal, senza cambiare applicazione. Un servizio che non sarà disponibile immediatamente, ha spiegato l’azienda alla rivista Wired a febbraio, soprattutto perché richiede l’organizzazione con corrieri concorrenti.